Cravenroad7

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# 271 - Il piccolo diavolo
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Mediocre (5) 27%  27%  [ 8 ]
Accettabile (6) 43%  43%  [ 13 ]
Buono (7-8) 13%  13%  [ 4 ]
Ottimo (9-10) 7%  7%  [ 2 ]
Voti totali : 30
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MessaggioInviato: gio apr 02, 2009 5:44 pm 
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Iscritto il: lun nov 21, 2005 1:08 pm
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sarò commerciale ma io preferisco il primo dall'agnol più "manaroso"...certo nei suoi ultimi lavori comunque molto validi si può parlare di sintesi e non svogliatezza al contrario per esempio di piccatto.


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MessaggioInviato: gio apr 02, 2009 6:54 pm 
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Votato accettabile.
Trama non originalissima, ma portata avanti molto bene, con qualche ottimo momento (il primo sketch con Bloch l'ho trovato irresistibile)
Un difetto l'ho trovato nelle sottotrame legate all vittime del demone: mi sono piaciute in sè, ma le ho trovate molto slegate dalla trama principale.
Su Roi avete detto già tutto... in ogni caso era da parecchio che non leggevo storie disegnate da lui, devo dire che nonostante la fretta e la pigrizia, mi mancava il suo tratto.


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MessaggioInviato: gio apr 02, 2009 7:05 pm 
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purtroppo la bonelli per parecchio si è tenuta nei cassetti molte storie di roi e per questo si è visto pochissimo negli ultimi anni. ce ne sono due di ruju vecchiotte ancora da pubblicare per esempio.


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MessaggioInviato: gio apr 02, 2009 8:50 pm 
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è proprio su queste ultime che nutro piena sfiducia.


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MessaggioInviato: gio apr 02, 2009 9:30 pm 
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ma dai una è ambientata tutta in un ascensore!.


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MessaggioInviato: gio apr 02, 2009 9:49 pm 
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Iscritto il: lun mar 30, 2009 1:37 pm
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Devo ammettere che questo numero m'è piaciuto. La storia non sarà originalissima ma funziona, e Roi è uno dei pochi a rendere davvero bene le atmosfere che dovrebbero avere tutte le storie di Dylan Dog.


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MessaggioInviato: gio apr 02, 2009 10:06 pm 
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Iscritto il: mer ott 04, 2006 11:52 pm
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Un gran bell'albo!!!
Per la prima volta da un bel pò di tempo a questa parte, mentre lo leggevo ho provato una forte sensazione rivolta al passato che fu...per una buona quarantina di minuti sembrava quasi di leggere una storia alla Chiaverotti vecchia maniera, di quelle che nei primi anni novanta, alternandosi ai capolavori ineguagliabili e inarrivabili di Sclavi, hanno contribuito a rendere grande il mito-Dylan Dog! Un horror da B-movie, con finalino quasi a "sorpresa" (niente di eclatante, per carità!) e un Dylan Dog che finalmente indaga (se non sbaglio sulla targhetta della porta in Craven Road 7 c'è ancora scritto "Indagatore dell'Incubo"...negli ultimi tempi pareva che in molti tra gli sceneggiatori se lo fossero scordati!)

SPOILER

Le pecche ci sono, ma quello è più che naturale, e i momenti di "paura" che la storia virasse nella cazzata galattica si sono palesati in alcuni dialoghi e pensieri; quando Dylan ha cominciato a dire roba tipo: "Ma non posso arrendermi...devo continuare a cercare. Altrimenti è la fine!" pag.67, oppure "Solo il diavolo sa cosa succederà dopo che il settimo sacrificio sarà compiuto e l'orda di cherubini(?) invaderà la terra! Non mi sono mai sentito così impotente!" pag.71, ho cominciato a temere la deriva! Quando poi è saltata fuori la storia dell'esorcismo e ho visto Dylan esclamare roba tipo "Xiphenor(?), mi senti? Abbandona subito il corpo di Michael Coleman, io...io te lo ordino!" ho pensato "vai, la frittata è fatta! o per usare un termine più fine...la cagata!" E invece, a differenza di quanto accaduto a De Nardo ne "I professionisti", Marzano è riuscito abilmente a non restare invischiato nella trappola della cosidetta, usando il termine scientifico appropriato, "Sindrome-della-cagata-finale-che-vuole-dare-un-tono-drammatico-e-pseudo-horror-alla-storia-e-invece-rovina-quanto-di-carino-è-stato-fatto-nelle-pagine-precedenti"...e ci riesce proprio perchè non si prende troppo sul serio e ci regala un bel finale spettacolare e senza eccessivi drammoni...bravo Giancarlo!!!
Corrado Roi ci regala una prova sicuramente al di sopra del livello delle sue ultime opere, e la sopra citata spettacolarità del finale è data anche e soprattutto dal gran bel demone scatenato contro i poliziotti che ci ha mostrato! Speriamo che continui così a risalire e a tornare alla grandezza espressiva a cui ci ha abituati da sempre (non pretendo capolavori illustrati come "Sette anime dannate", però Roi è un grande e tale deve restare!)
Quanto alla copertina.........la adorooooo!!! è una delle più belle in assoluto degli ultimi anni, una mia sicura candidata al galeone d'oro 2009 per la categoria!!! (aspettando il color fest...a proposito, brevissimo OT: chi la fa quest'anno la copertina del CF?)

Voto finale: 7 pieno, strameritato!!!


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MessaggioInviato: gio apr 02, 2009 10:20 pm 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by skeletor</i>
<br />ma dai una è ambientata tutta in un ascensore!.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Davvero? Ci vuole molta ispirazione in tal caso.[B)]


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MessaggioInviato: gio apr 02, 2009 11:25 pm 
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Iscritto il: ven feb 03, 2006 3:29 pm
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Bè Sclavi ce l'ha avuta con "Ascensore per l'inferno"![;)]


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MessaggioInviato: ven apr 03, 2009 12:14 am 
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Eh, Sbarby ... la triade, la triade! [:D]


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MessaggioInviato: ven apr 03, 2009 9:45 am 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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Per chi ha voglia di leggere un po' di seghe mentali del sottoscritto [:I], ecco qua.
A proposito, già che ci sono parlo anche dei <i>Conigli rosa</i> dell'almanacco.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Sfogliando sia <i>Il piccolo diavolo</i> che <i>I conigli rosa</i> dell'Almanacco (letto a scrocco da un amico e non comprato) mi è venuto in mente l'espediente narratologico che Alfred Hitchcock chiamava il <b>Mac Guffin</b>, ossia la scappatoia narrativa, il trucco, l'espediente. Rubare delle carte, rubare dei gioielli, rubare un segreto... qualcosa di importante per i personaggi ma assolutamente privo d'interesse per la trama in sé, per il narratore e per chi segue la storia.

Hitchcock, parlando del suo film <i>Notorius</i>, così diceva all'intervistatore Truffaut: "Lavorando con lo sceneggiatore avevamo deciso di sviluppare questo nucleo narrativo: una ragazza, amata e ricambiata da un certo uomo, deve andare a letto con una spia straniera per carpirgli delle informazioni. Da qui la storia deve svilupparsi, così introduco il Mac Guffin dell'uranio, quattro o cinque campioni di uranio nascosti in bottiglie di vino. Il produttore mi fa 'Cosa?! Che razza d'idea è questa?!', al che io replico che l'uranio non è il nucleo della trama, è solo il Mac Guffin: 'Se non le piace l'uranio, prendiamo dei diamanti industriali di cui ipotizziamo che i tedeschi abbiano bisogno vitale'. Insomma, <i>Notorius</i> è la storia di un uomo innamorato di una ragazza la quale, nel corso della sua missione, è obbligata ad andare a letto con un altro uomo e poi a sposarlo. Non è la storia di un furto."

Il riassunto che Hitchcock fa di <i>Notorius</i> non si limita a enunciare il nucleo narrativo, mette in gioco anche le relazioni tra i personaggi (un uomo ama una ragazza che, per dovere patriottico, deve andare a letto con un altro uomo, per di più una spia nemica).
Qual è invece la trama del <i>Piccolo diavolo</i>? Un demonio prigioniero di una bottiglia viene accidentalmente liberato e uccide seguendo un rito specifico per portare l'inferno sulla terra... Giusto?
Giusto, ma all'interno di questa trama le relazioni tra i vari personaggi sono totalmente <i>accessorie</i>. Fa forse differenza ai fini dell'intreccio che il barbone ucciso sia un impiegato licenziato anzichè un immigrato clandestino? Oppure che il diavolo si liberi per colpa di un ragazzo problematico anzichè di una donna un po' svampita? No, certo che no. Come non avrebbe fatto la minima differenza se dentro la bottiglia ci fosse stato, anzichè un diavolo, un djinn orientale o lo spettro di Jack lo Squartatore.

In Hitchcock il Mac Guffin (uranio o diamanti) è <i>davvero</i> qualcosa di secondario perchè la storia di <i>Notorius</i> ruota attorno alle relazioni interpersonali tra i personaggi. Nel <i>Piccolo diavolo</i> invece <u>l'intera trama è il Mac Guffin!</u>
La storia del <i>Piccolo diavolo</i> non è la storia di un ragazzo nei guai, nè di un difficile rapporto padre-figlio. Il personaggio di partenza, anzichè il suddetto ragazzo, avrebbe potuto essere una bella tipa che ha ereditato un po' di ciarpame dal nonno e poi ha cercato di venderlo perchè le servivano soldi per andare al college, e nulla sarebbe cambiato.
E' quel meccanismo che qualcuno chiama post-moderno: <i>l'oggetto della storia è tutto un unico enorme Mac Guffin.</i> Personaggi, omicidi, luoghi, accadimenti, colpi di scena... tutto è perfettamente intercambiabile con qualcos'altro. Resta solo, evidente e solare, la volontà dell'autore di realizzare, ancora una volta, un giallo (slavato) come migliaia se ne sono fatti, migliaia se ne fanno e migliaia sempre se ne faranno. [B)]

Anche nei <i>Conigli rosa</i> l'intera trama è un unico Mac Guffin. Fa forse differenza che alcuni personaggi siano già comparsi in una passata storia di Dylan anzichè essere dei perfetti sconosciuti? Fa forse differenza che l'assassino sia un killer prezzolato anzichè un matto che ammazza persone che gli ricordano la moglie infedele? Fa forse differenza che ad aiutare Dylan sia una bella topolona anzichè un comune impiegato? Beh, magari in quest'ultimo caso Dylan non ci sarebbe andato a letto, ma anche la 'scena di letto' è del tutto ininfluente ai fini narrativi.
Sempre più spesso, ogni albo di Dylan racconta storie che non sono altro che Mac Guffin di 96 pagine. <i>Pulp</i> sbrinato e riscaldato, materiale di scarto e riciclaggio, nastro trasportatore di un immaginario ultra-logoro. [xx(]

I vari Di Gregorio, Marzano, Mignacco e Ruju pretendono, dopo aver ereditato l'antica scacchiera e le antiche regole, di giocare una nuova partita così avvincente da far dimenticare quelle passate. E non si rendono conto che, con quella scacchiera e quelle regole, <i>tutte</i> le possibili partite sono già giocate e terminate da molto tempo.
Vinte o perse, ormai, non importa più. [V]


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MessaggioInviato: ven apr 03, 2009 10:45 am 
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SPOILER


Bellissima analisi Cyber Dylan, ma non sono d'accordo.
Secondo la definizione di Hitchcock, il MacGuffin è qualcosa che non ha senso a livello narrativo, che potrebbe essere un'altra cosa e la trama non cambierebbe nemmeno di una virgola e che soprattutto è qualcosa di anonimo o di ignoto; o non si sa bene cos'è il MacGuffin o si sa cos'è ma la sua natura è completamente estranea alla trama.
Nell'esempio che hai portato, la storia di Notorious, lì realmente l'uranio è un MacGuffin, perché non è chiaro a cosa serva e non ci sono elementi della trama che dipendono direttamente dalla natura dell'oggetto; in questo caso non fa nessuna differenza che si tratti di uranio o di diamanti e malgrado la natura dell'oggetto sia nota, non è chiaro quale sia il suo peso all'interno della storia, perché cambiando l'oggetto non cambia nessun altro punto della trama.
La valigetta di Pulp Fiction è un MacGuffin perché non si sa cosa contenga; si sa soltanto che un tale boss la vuole e che i due gangster gliela devono portare.
Questi sono due casi di MacGuffin.

Secondo me, il piccolo diavolo della storia, non è un MacGuffin perché:

1)Si sa perfettamente che cos'è; non è un qualcosa di ignoto buttato lì giusto per dare uno spunto alla trama, per far muovere le cose in una data direzione, ma è un oggetto ben definito, con una storia. Il presunto MacGuffin ha un nome, si chiama Xiphenor, e non è un "prop" (un oggetto teatrale) ma un personaggio.

2)La natura dell'oggetto è fondamentale a livello di trama; il presunto MacGuffin è uno spirito diabolico che ha il compito di aprire le porte dell'Inferno mediante precisi omicidi rituali. Non sarebbe la stessa cosa se al posto del diavolo ci fosse, che so, la testa di uno stregone o una bacchetta magica; a livello di trama è fondamentale l'avvenimento della possessione diabolica, cioè di Xiphenor che prende possesso del corpo di un uomo e lo trasfigura a suo piacimento. Il fatto che Xiphenor sia un diavolo o un demone, fornisce il presupposto base affinché avvenga la possessione diabolica, elemento che trova riscontri in quello che è l'Universo fittizio della superstizione popolare, in cui è perfettamente sensato subire la possessione di un demone, ma non lo è subire la possessione di un altro oggetto. Un oggetto qualunque, quale una bacchetta magica, avrebbe dovuto agire in altro modo per intervenire nella trama o, qualora si volesse ancora basare il tutto sulla possessione diabolica, arricchire l'oggetto in questione con delle proprietà particolari, che giustificano, sempre secondo la sospensione dell'incredulità del lettore, la possessione diabolica in questione.

Riassumendo, non credo che Xiphenor sia un MacGuffin, perché ha un'identità (un nome, una storia, delle caratteristiche ben delineate) e perché molti punti della trama dipendono dalla sua natura (gli omicidi rituali e la possessione diabolica sono perfettamente giustificati dal fatto che Xiphenor sia un demone). Non credo sia possibile cambiare Xiphenor con un elemento di altra natura e ottenere la stessa storia.

Se invece con quello che hai scritto (come sto rileggendo adesso) intendi dire che la trama è un MacGuffin perché ci sono elementi intercambiabili...beh, in tutte le storie ci sono elementi intercambiabili, che possono cambiare perché non hanno peso a livello narrativo. Chi siano le vittime non fa alcuna differenza, su questo hai ragione, ma semplicemente perché non è realmente importante chi siano le vittime. Quelli che avvengono sono omicidi rituali e possono colpire chiunque, quindi no, non c'è differenza. E non c'è nemmeno differenza se si cambia il ragazzo che scappa di casa con qualcun altro. Ma anche questo mi sembra faccia parte della normalità, visto che non sono le vittime, né il ragazzo ad essere al centro della storia, ma Xiphenor e il modo in cui Dylan si rapporta con il suo caso.

E nemmeno la storia dell'Almanacco è un MacGuffin, perché se cambi tutto quello che hai detto tu, ottieni un'altra storia, completamente diversa dalla prima, che ne condivide soltanto la matrice, cioè un susseguirsi di omicidi e indagini. Che poi la storia, anche secondo me, valga poco, è un discorso a parte.


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MessaggioInviato: ven apr 03, 2009 12:37 pm 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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Insisto sulla faccenda del Mac Guffin.

Se al posto di Xiphenor ci fosse stato Iblis e la storia parlasse di demonologia musulmana, non cambierebbe nulla (anzi, la storia al limite ci guadagnerebbe grazie a un po' di folclore). Come non cambierebbe se ci fosse l'anima di Attila che uccide perchè satana gli ha promesso di resuscitarlo se esegue il rito per lui.

E' tutto un Mac Guffin. Puoi cambiare quel che ti pare, ma il succo è che la storia resta quella di un "rito demoniaco" come se ne sono visti migliaia al cinema o nei fumetti. Anzi, milioni.

In Hitchcock se cambia la trama di Notorius hai DAVVERO una storia completamente diversa.
In Dylan Dog no. Puoi cambiare tutto quel che vuoi e hai solo variazioni sui soliti due-tre canovacci di base. La storia di un rito... la storia di un killer... E' sempre la solita ricetta a base di minestra riscaldata.


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MessaggioInviato: ven apr 03, 2009 12:44 pm 
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Iscritto il: mer apr 02, 2008 5:37 pm
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Ah, guarda sulla poca originalità ti do ragione. Assolutamente.
E' una storia già vista, non ci sono dubbi.


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MessaggioInviato: ven apr 03, 2009 12:48 pm 
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Iscritto il: mer ott 04, 2006 11:52 pm
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io penso che se seguissimo l'analisi di Cyber Dylan del MacGuffin apportata ad una tale storia, quale che sia la trama e quali che siano gli elementi che la compongono, non esisterebbe una sola storia narrata che non sia un MacGuffin!!!


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