Piccato non è nemmeno al suo peggio, secondo me. Anzi, indovina talune caratterizzazioni e numerose stilizzazioni, evitando di caricare le sue bozze "Milazziane" di quegli eccessivi neri che in prove recenti hanno declassato la sua sintesi in "pastrocchio". Un bel 7 per lui, senza volonta di fare il bastiancontrario, ci mancherebbe. Mi piace chi usa la linea chiara in modo schizoide. Tra Milazzo e Quentin Blake.
La storia di per sé, e con di per sé parlo della sua fabula, è una schifezza. Ma l'intreccio, da buon gentleman, salva la fabula mettendo in coda tutte le pruriginose - deliranti? - spiegazioni, sì che fino a pagina ottanta l'albo risulta godibile, riuscendo perlomeno nell'intento (merce rara in questi tempi grami) di descrivere dei personaggi e di farli interagire all'interno di un climax drammatico. Intendiamoci, robetta da Kriminal rimasticato da De Amicis, ma almeno l'insieme fila.
Ovviamente l'onesta nei confronti del lettore va a farsi benedire e la soluzione spunta fuori dal nulla senza che nel racconto fossero dati di essa indizi o presagi o quantaltro. Perè: Groucho abbastanza divertente - nella sua inutilità, Dylan abbastanza centrato - anche se il suo confronto con Skinner poteva fare più scintille, e skinner personaggio degno di nota (anche se la spiegazione sulle mosche poteva e doveva essere taciuta).
Nulla di che, ma coi tempi che corrono... voto 6
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