<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by elcruzado</i>
I suoi detrattori contestano l?eccentricità e non apprezzano le storie dal tono più leggero, come nel caso de ?I professionisti?, e la quasi totale mancanza di splatter. Sono gli stessi che si lamentano se Dylan Dog resta sempre lo stesso, mi chiedo?<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Ti ha già risposto Rimatt: se c'è un personaggio ormai irriconoscibile, se c'è una serie che non sembra neanche lontana parente di quella che era una volta, quel personaggio e quella serie sono Dylan Dog. La serie ha bisogno di autori che tornino alla "basi" - come pare voglia fare Recchioni - altro che di "trasgressioni" a buon mercato.
Sul tono "leggero" delle storie di De Nardo: sarei il primo a gradire se finalmente si decidesse a dare un impronta decisa alle sue storie! Invece non sono mai veramente leggere, mai veramente drammatiche, mai veramente fantastiche, mai veramente realistiche... non sono mai niente di preciso.
O certo è imprevedibile, ma dell'imprevedivilità fine a se stessa personalmente non so che farmene. Preferisco autori "monotoni" ma che mi garantiscano la tenuta qualitativa delle storie.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by elcruzado</i>
De Nardo non tradisce mai lo spirito autentico del personaggio, ma lo porta su terreni a lui inusuali. Bene.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
No: male.
Perché non è nemmeno una cosa originale. Lo fa anche Ruju con i suoi gialletti e le sue trasferte immotivate, lo fa Faraci con i suoi fantasy pulp, lo fa Mignacco con le sue avvilenti commediole ("L'uomo nero", "Il cristallo arcobaleno", "Metereopatia"). E neanche altri autori si distinguno per particolare ortodossia.
Un "originale" in mezzo ai "tradizionalisti" può andare, ma quando tutti vogliono fare gli originali e fare a modo loro, noia e squallore sono assicurati.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by elcruzado</i>
Il suo Dylan non è uno spettatore passivo. è vivo, si mette in discussione. Sbaglia, magari, ma si da fare. E nel rapporto con l?altro sesso non è mai stucchevole.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Su questo posso darti in parte ragione. Non che il suo Dylan sia particolarmente brillante, ma tutto sommato è meno stucchevole che in mano ad altri sceneggiatori. Il problema di De Nardo sono le trame senza carattere.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by elcruzado</i>
Troppo diverse le personalità dei suoi sceneggiatori rispetto a quella di Sclavi. Proprio per questo è un bene che si cerchino nuove soluzioni narrative.
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Questo discorso mi pare una scusa.
Suvvia, parliamo di una serie a fumetti con delle determinate caratteristiche, mica di poesia ermetica.
Nessuno chiede a De Nardo di scrivere come Sclavi, ma di rispettare determinate carratteristiche della serie, che invece lui ignora costantemente, senza però dare in cambio nulla di sostanzioso. Okey "L'incendiario " è piaciuta a tutti tranne che a me, ma comunque parliamo di UNA storia che a suscitato gli entusiasmi dopo anni di storie che sono (giustamente) scivolate via lasciando poche tracce del loro passaggio.
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