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Con ?I professionisti? De Nardo dimostra che anche da un lavoro di routine può nascere un <b>buon</b> Dylan Dog. L?albo del mese è un giallo del tutto ?ordinario?, l?horror resta ai margini e la soluzione dell?intreccio può essere indovinata piuttosto facilmente. Però, grazie alla sceneggiatura accurata e all?ottima caratterizzazione dei personaggi, ?I professionisti? non solo si fa leggere con piacere, ma offre anche una serie di spunti di riflessione.
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De Nardo finalmente riesce a rappresentare un <b>Dylan che pensa e agisce da Dylan</b>: quinto senso e mezzo e tesserini scaduti a parte, l?Indagatore è sensibile al fascino femminile, ma non tanto da lasciare da parte i propri princìpi morali. Ci mette un solo istante a rifiutare le avances della ricca Grace (?Non mi piace fare sesso a comando?), così come gli è sufficiente un rapido scambio di battute per invitare Evelyn a cena (?Ehi! Vai dritto alla sostanza, tu? dice lei). Non perde occasione per mostrare la propria disapprovazione verso i comportamenti di Grace (la chiama per nome, la accusa di sciacallaggio quando lei prende delle banconote dal cadavere dell?ex), ma il suo punto di vista non deve necessariamente coincidere con quello di chi legge, tant?è che la storia non scivola mai nella retorica. Così quella ?vendetta? che Dylan compie nella pagina conclusiva è perfettamente coerente con il personaggio, ma il lettore è libero di interpretarla come un inutile accanimento contro Grace.
La stessa <b>Grace</b>, nobile decaduta, non è un personaggio completamente negativo: in apparenza fa di tutto per farsi odiare, ma a ben vedere è ?vittima? delle proprie abitudini e del proprio status sociale. Lo zio, l?ex fidanzato e il tutore le hanno sottratto ogni proprietà. Vive nel lusso, ma è costretta ad offrire a Dylan un pagamento in natura e, in seguito, ad accettare il pernottamento in una bettola qualunque. Si comporta da spaccona, ma non manca di autocritica: a pagina 15, prima di tentare il suicidio, dimostra una grande consapevolezza di sé (?Non mi sento tagliata per la povertà. Guadagnarmi da vivere? E Come? Non so fare niente.?); a pagina 60 ammette di essere stata ?intrattabile, arrogante, prepotente e dispotica?.
La bella <b>Evelyn</b>, invece, entra subito nelle grazie dell?Indagatore dell?incubo: come non innamorarsi di una giovane e umile domestica che ?poverina? asseconda ogni capriccio e subisce ogni rimprovero della padrona (Grace)? E invece nel finale si scopre che la mente criminale e calcolatrice è proprio quella di Evelyn. Non sarà una sorpresa, ma quanto meno De Nardo evita i facili parallelismi ricco/cattivo, povero/buono.
Si parlava di <b>routine</b>. La routine sta nel fatto che ne ?I professionisti? <b>la trama</b> non ha ricevuto la stessa cura che l?autore ha impiegato nella sceneggiatura. Il colpo di scena è prevedibile, il giallo ha qualche incongruenza [e qui faccio rinvio al post dell?attentissima Fedylaniata] e l?evocazione delle entità demoniache sembra inserirsi a fatica nel ?clima? dell?albo. La telefonata all?occultista (McCloud) e il rituale finale sono trovate abusate e degne del peggior Ruju, due cadute di stile delle quali si doveva fare a meno.
Mr. Coke e Mr. Firebrand, in compenso, sono anche loro ben caratterizzati: i discorsi su informazione & democrazia, scoglimento dei ghiacciai ed educazione dei bambini sono interessanti, ma anche funzionali, perché sdrammatizzano la vicenda e le danno un pizzico di surrealtà.
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<b>De Nardo</b> è un autore dal quale è lecito aspettarsi molto. In 11 anni di carriera dylaniata ha ricevuto molte critiche (spesso fondate), ma le sue ultime prove hanno dimostrato una sempre maggiore dimestichezza con il personaggio. C?è da sperare che il trend positivo possa continuare_
V.M. (vietato ai minori)
V.M. -dal 1986-
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