Quanto Di Gregorio sta ripetendo, in queste sue prime storie dylaniate, lo schema dell?incastonamento della vicenda entro una cornice surreale/virtuale, tanto De Nardo trova in genere la sua dimensione congegnale nel giallo/thriller più o meno impregnato di elementi sovrannaturali e horror. Nell?albo in oggetto non soltanto la patina sovrannaturale è abbastanza scialba, ma anche la <i>detection</i> vera e propria soffre a mio avviso di passaggi poco convincenti o comunque non del tutto chiari. Per entrare nel merito, avrò bisogno di molti SPOILER.
L?elemento sovrannaturale si riduce sostanzialmente alla natura demonica dei due killer e alle due apparizioni fantasmatiche. L?identità dei sicari, prima di essere chiaramente svelata da McCloud (p.82) e prima che si giunga all?anti-climax ? prendo l?espressione a prestito ? finale delle pp. 90ss. (il punto peggiore dell?albo, quasi una ?pezza? per ricordare che si sta leggendo una storia di <i>Dylan Dog</i>), è ampiamente anticipata da alcuni elementi.
a) Il meno immediato, ma più macroscopico, è dato dai nomi parlanti: Coke (distillato del carbon fossile) e Firebrand (?tizzone?) rimandano al contesto infernale.
b) ?Più farà caldo e più mi sembrerà di stare a casa!? dice mr. Coke a p. 23, penultima vignetta.
c) ?Ti senti tanto vecchio?? (Firebrand); ?Per niente. Ma l?entusiasmo non è più lo stesso di cento anni fa? (Coke), si legge in uno scambio di battute a p. 26, ultima vignetta, che pone l?accento sulla longevità delle due creature.
d) ?Ho avuto un corpo da bambino, una volta?, ricorda Firebrand (p. 30, prima vignetta), fornendo al lettore un ulteriore dettaglio: lui e Coke sono due entità capaci di incarnarsi.
e) A p. 72, prima vignetta, Coke parla di <i>evocatore</i>, tanto per mettere ulteriormente i puntini sulle i.
Le due apparizioni spettrali riguardano Lord Hugo Endicot (pp. 42-43) e Daniel Lambert (87-88), entrambe molto brevi e più funzionali alla trama che visionarie, coinvolgenti o suggestive. In particolare la prima può essere motivata soltanto, al di là delle esigenze della trama*, da un desiderio di vendetta verso Lambert: non vedo motivo, altrimenti, da parte di Lord Endicot, di rivelare alla nipote il piano per eliminarla e farla desistere, di fatto dai propositi suicidi (nonostante questi proclami di non aver nessuna intenzione di fermare Grace). La seconda è una scialba visione, accompagnata dal sottofondo di un programma televisivo che ci ripete la <i>vulgata</i> di prammatica sui fantasmi, preludente al rinvenimento del cadavere di Lambert.
Quanto all?impalcatura gialla, sottolineo i punti che meno mi hanno convinto.
a) Anzitutto, non comprendo perché Lady Endicot non abbia parlato a Dylan della comparsa dello spettro dello zio sin dal loro primo colloquio (pp. 16-20), rendendo più motivato il suo ingaggio, che invece lascia intendere come dettato da un semplice capriccio; solo a metà storia (pp.40-44) il nostro indagatore saprà tutto.
b) Eccessiva la serie di coincidenze delle pp. 23-25: Evelyn dà appuntamento a Dylan nello stesso bar dove si trovano i due killer <i>da lei assoldati</i> (anzi, evocati) per eliminare la sorellastra, che <i>casualmente</i> compongono il numero di Lady Endicot per accertarsi della sua presenza in casa ripetendolo ad alta voce e uditi da Dylan (che non realizza subito: ma a volte le intuizioni arrivano davvero a scoppio ritardato, e comunque è stato comprensibilmente distratto?).
c) Non capisco perché Evelyn racconti a Dylan una bugia sul suo lavoro di domestica presso Lambert (con il rischio di essere scoperta, come avverrà: p. 94, ultima vignetta) e gli fornisca le chiavi tanto dell?ufficio di Priestcoat quanto della sede della Delta Lambda (pp. 83ss.). Dalla storia non si evince che questo gesto ? altra casualità sospetta, tra l?altro** ? avesse un fine specifico.
d) La scena dell?ufficio (pp. 54-57) presenta più elementi stonati. Dylan si introduce nell?ufficio di Lambert (senza la minima precauzione), e vi trova Sir Edwin Carlton-Jones, ex-fidanzato di Lady Endicot (come si apprenderà dopo: cf. p. 70, terza vignetta), che si presenta sotto le mentite spoglie di Edward Carter, cliente che Lambert, sparendo dalla circolazione, avrebbe lasciato nei guai col fisco, mettendolo in condizione di dover reperire dei documenti che lo riguardano (di notte e di nascosto?). Carlton-Jones minaccia Dylan con la pistola, lo stordisce e si impadronisce dell?agenda di Lambert; quindi se ne va, senza preoccuparsi di eliminare un testimone comunque coinvolto nella vicenda, vista la sua intrusione notturna, e in grado di identificarlo (come puntualmente avverrà). Dylan, dal canto suo, tornerà all?albergo come se nulla fosse, senza porsi il problema che l?uomo sorpreso a frugare tra le carte di Lambert avrebbe potuto essere implicato negli attentati a Lady Endicot (farà il collegamento solo a p. 69, prima vignetta) o comunque impensierirsi più di tanto per il suo strano atteggiamento.
e) In stretta connessione con il punto precedente: non viene chiarito <i>che cosa</i> Carlton Jones volesse dallo scomparso Lambert (p. 75, prima vignetta).
La totale assenza dei comprimari di testata (con Groucho appena nominato nell?ultimo balloon), per quanto non un peccato capitale (anzi: come osservato da Nyarlathotep, si presta a una struttura che rinuncia ai soliti <i>cliché</i>, se si eccettua quello del tesserino, perlopiù riproposto in forma ?involuta?!), rende però il tutto ancor più incolore e spersonalizzato.
Come i disegni di Freghieri, sui quali il mio parere è ormai cosa nota.
Qualcosa si salva: Dylan è in discreta forma, complice la sua preponderante presenza in scena; Lady Endicot, così arcigna, approfittatrice, incapace e consapevole della sua cronica inettitudine, è personaggio che regge piuttosto bene (se non fosse così esagerato a bella posta nella sua antipatia); Coke e Firebrand strappano qualche sorriso con i loro modi e i loro discorsi sul mondo d?oggi sono molto interessanti (si spazia dall?obiettività e pluralità dell?informazione ai cambiamenti climatici alla condizione dei bambini*** al professionismo); De Nardo non scrive comunque male.
Anche se ha fatto di meglio.
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<font size="1">* Va a recuperare in analessi, completandola, la narrazione delle pp. 14-15, lasciata alla <i>Spannung</i>, e getta le basi per ulteriori sviluppi.
** Dirò di più: suona strano che Evelyn presti servizio a una persona così invisa alla sua datrice di lavoro, verso la quale ostenta grande devozione (pp. 21-22). Ma è questa una notazione molto marginale e nel complesso ininfluente.
*** Pp. 30-31: una delle scene che più ho apprezzato, anche per il ?filo rosso? del nascondino che abilmente le percorre).</font id="size1">
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