<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Loro prendono il fumetto, leggono, alle brutte dicono "Si, carino"...buttano via il giornaletto e non ci pensano più fino al mese dopo (ammesso che lo comprano e non decidono di saltare un numero). Cioè non voglio dire che gli altri sono dei decerebrati, sia ben chiaro, è per dire che forse quelli-a-cui-va-sempre-(mediamente)-bene tutto è il "vero" popolo di Dyd che noi non rappresentiamo che in parte micro-micro scopica.
<b>Qui dentro alla fine sempre contento al 100% non è mai nessuno...</b>
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Caro Gp ( che piacere riparlarti![:)]),
in realtà, il "vero" popolo di Dylan è anche quello che si sgretola anno dopo anno. Purtroppo. è vero che noi discutiamo, e magari altri non fanno neppure quello ( chiudono il fumetto e arrivederci ). è anche vero che noi, prima di abbandonare Dylan, ci riflettiamo ( ma credo che questo lo facciano pure "loro"). E dunque: siamo poi così diversi? O ci siamo sovrapposti nel tempo?
Tuttavia, un dato di fatto resta: il "popolo" è in fuga ( sia chi ha discusso che chi no).
C'è da chiedersi: perché?
A me, oggi come oggi, sembra una scelta addirittura razionale lasciare la testata e non chiedersi più nulla: né A, né B, né C. Anzi, lo è. Perché, detto in confidenza, al di là del piacere di interagire con voi io non vedo altro.
I commenti sulla storia del mese sono interessanti. Li seguo. E apprezzo chi li fa.
Ma la verità è che l'affermazione di Tyler, se non ha riscontro d'immediata ragione proprio per il fatto che la storia del mese ha sempre i suoi apprezzatori e i suoi denigratori, ce l'ha invece a monte. Ogni discussione è magari accesa, sentita, ma manca totalmente l'oggetto di essa. Voglio dire: al di là del piacere di dialogare fra noi che cosa c'è ancora da dire su Dylan? Dylan è finito da un pezzo. Continua perché *deve* continuare; perché è un seriale e vende ancora parecchio. Giudizi positivi e negativi *talvolta* si equivalgono più di quanto sembri, perché la stasi comatosa del personaggio NON permette ( in termini di motivazioni oggettive ) tanta libertà critica e analitica. Soprattutto, allorché sono già stati sviscerati decine e decine di volte i punti focali del problema. Ripetuti fino alla nausea. Posti e riposti, centrifugati e assodati.
Ciò non toglie che ogni tanto ( molto di rado ) vi sia davvero una storia che meriti attenzione, che valga un'analisi approfondita come dio comanda.
Ma a ben vedere, oggi, comprare Dylan assomiglia quasi ad un rituale, per il veterano. Un rituale religioso formalistico. E questo è in parte il nocciolo della questione che pongo: il problema è a monte.
Saluti Scricchiolo! [;)]
|