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<b>Premessa</b>
Un po? di delusione c?è, ma è inevitabile: da ?Il modulo A38? ci si aspettava molto, forse troppo.
Ciò non toglie che, nonostante gli insoddisfatti cronici siano ancora molti (anch?io a volte ho fatto parte della categoria, lo ammetto), Dylan Dog negli ultimi due mesi ha dimostrato di aver ritrovato smalto e vitalità: Recchioni, proprio come il Di Gregorio di ?Cose dell?altro mondo?, sembra aver studiato le sceneggiature di Sclavi ed è riuscito a riprodurre piuttosto fedelmente quell?atmosfera dylaniata che non si respirava da tempo. Tutto questo fa ben sperare per il futuro di Dylan, fermo restando che la fedeltà a Sclavi è solo una delle possibili strade per risollevare la testata (ci sono anche altre vie, Medda e la Barbato lo testimoniano).
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
<b>Cosa non va bene?</b>
- I personaggi de ?Il modulo A38? sono anonimi. L?assassino iniziale e la donzella di turno servono solo ad introdurre la storia, tant?è che da metà albo in poi si perdono le loro tracce. L?addetta all?assistenza dei clienti e il dottor Falken parlano come degli automi: forse si tratta di una scelta dell?autore (del resto si vuole dimostrare quanto siano ?poco umani? i meccanismi burocratici che regolano i contratti predisposti dalle grandi società), ma il risultato è che tanto loro due, quanto gli altri dipendenti della Iperuranium restano delle comparse e non lasciano il segno. Il solo Noah Wright ha una personalità ben definita, ma in fin dei conti è lo stereotipo dell?imprenditore senza scrupoli: se alla fine lascia che Dylan vada via non lo fa certo per riscattarsi moralmente, lo fa solo perché è ossessionato dal rispetto delle cavillose formalità giuridiche stabilite dalla sua stessa azienda.
- La storia ha poco pathos e Dylan non si scompone mai più di tanto, neppure di fronte alla scomparsa di Groucho e alle assurdità che si trova ad affrontare. Ne ?La casa degli uomini perduti? (Sclavi) o ne ?Lo specchio dell?anima? (Barbato) l?Indagatore dell?incubo sfiorava la pazzia, qui il mal di testa non gli impedisce di restare lucido e relativamente calmo.
- I tempi potevano essere calibrati meglio. La trama inizia a svilupparsi davvero solo quando Dylan entra nell?edificio della Iperuranium (pagina 35): prima c?è una lunga introduzione che strizza l?occhio al giallo e non incide né sul plot, né sul messaggio sottostante (che emerge solo a partire da pagina 62). I discorsi di Wright durano troppo e appesantiscono la narrazione.
- Surreali e ironici sono solo alcuni passaggi (gli incubi di Dylan, il dialogo a testa in giù con Bob, l?erotismo di pagina?69!), ma nel complesso la storia resta piuttosto coerente e lineare. Ne deriva un ibrido che non convince: come albo surreale ?Il modulo A38? si prende troppo sul serio; come albo ?ordinario?, invece, è poco credibile e non riesce a coinvolgere.
<b>Cosa va bene?</b>
- Recchioni ha le idee chiare ed è già padrone del personaggio: il suo modo di sceneggiare ricorda quello di Sclavi, le battute e la filosofia del suo Dylan Dog sono azzeccate. Ironia e citazioni sono utilizzate con sapienza ed equilibrio.
- Ne ?Il modulo A38? vengono criticati l?ottuso rigore della burocrazia, le fregature che le grandi imprese preparano per i consumatori indifesi (tramite contratti ai quali si aderisce senza consapevolezza, ma dai quali è quasi impossibile venir fuori), gli imprenditori che trasformano il mondo a cuor leggero e senza remore morali (o meglio con una morale distorta e disumana: non a caso per RRobe nella Iperuranium lavorano degli alieni). Insomma, Recchioni (proprio come Medda e Sclavi) non mira solo ad intrattenere, ma anche a trasmettere idee e punti di vista.
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<b>Tirando le somme (fra moduli e cose dell?altro mondo)</b>
?Il modulo A38? lascia un po? a desiderare, ma tutto sommato resta un Dylan Dog ispirato e complessivamente accettabile. La prova di Recchioni, comunque, esce sconfitta nel confronto con ?Cose dell?altro mondo?: lì i personaggi erano più ?vivi?, i dialoghi più brillanti, c?era molta più ironia e la storia scorreva meglio. In entrambi gli albi c?è una spiegazione che normalizza il surreale, ma se in ?Cose dell?altro mondo? si tornava con i piedi per terra solo nelle ultimissime pagine, ne ?Il modulo A38?, invece, la follia è costantemente stemperata da una narrazione troppo fredda e coerente_
V.M. (vietato ai minori)
V.M. -dal 1986-
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