Cravenroad7

Forum dylaniato
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MessaggioInviato: dom dic 21, 2008 2:18 pm 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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Credo che il problema della "vecchiaia" non riguardi tanto il personaggio Dylan, ma il mondo in cui vive.

Il mondo in cui vive Tex va bene così, perchè è il western del "Mito", non quello reale ma quello nato dalla leggenda e dalle suggestioni di John Ford e Howard Hawks. Il Mito è per definizione al di là del tempo, quindi non invecchia mai.

Il mondo in cui si muoveva il primo Dylan sa di vecchio, in quanto gli anni '80 non appartengono al Mito né alla Storia, ma casomai alla cronaca (neanche recente).

Che vuol dire che il mondo è "invecchiato"?

Tante cose. Per esempio, oggi non è più convincente l'idea che un detective può tranquillamente surclassare la polizia solo grazie al proprio genio. Un detective, per quanto geniale, non avrà mai a disposizione i laboratori della scientifica della polizia, quindi partirà troppo svantaggiato in partenza. Potrà ugualmente trovare il colpevole grazie alle abilità personali, ma solo se sarà in qualche modo anch'egli a conoscenza dei "risultati" che la polizia ha ottenuto scientificamente.

Storie gialle come quelle di Ruju, dove Dylan trova la soluzione grazie a un informatore saputone o semplicemente perchè i poliziotti di turno sono una manica di idioti erano molto diffuse negli anni '70 e '80, ma oggi <i>non sono accettabili</i>.

Storie come <i>La collina dei conigli</i>, dove su una dozzina di personaggi nemmeno uno ha un cellulare e la storia ricalca i film di assedio degli anni '70 e '80, <i>non sono accettabili</i>.

Storie come <i>Memorie dal sottosuolo</i>, dove in una famiglia campagnola si sposano tutti tra di loro e le autorità, pur sapendo, non fanno niente, beh... non sono esattamente il massimo della credbilità.

Dylan può restare benissimo così com'è, anzi DEVE restare com'è. Ma il mondo in cui vive non può continuare a restare un ricalco degli anni '70 e '80.


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MessaggioInviato: dom dic 21, 2008 3:02 pm 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
Messaggi: 3868
beh Cyber Dylan ci sarebbero tanti esempi che ti contraddirrebbero , ad esempio Garlasco , tutte le analisi della scientifica non hanno portato a niente dopo un anno , è bastato un perito che studiasse le impronte che non avrebbero potuto non sporcarsi di sangue , che avrebbe potuto farlo un detective qualsiasi.
Oppure un altro esempio è quel austriaco che ha tenuto segregate le figlie per anni abusandone ecc.. in un paesino e con i vicini , e non ci sono cellulari che tengano , nessuno sapeva niente.
Cioè la scientifica non serve molto , ormai si è capito , serve ad allungare le indagini.
Per quanto riguardo l'uso delle modernità attorno a Dylan sono d'accordo , ma sull'eficacia del nostro indagatore non ho dubbi.


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 9:20 am 
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Iscritto il: gio dic 18, 2008 2:36 pm
Messaggi: 57
non credo che il mondo di DYD sia un ricalco anni 70-80...anzi...credo il contrario...che lui sia un ricalco anni 70-80 in un mondo che cambia. Ed essendo io un ricalco dei 70-80 trovo non credibile Dyd come ricalco dei 70-80;-)
EH!


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 10:42 am 
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Iscritto il: gio mag 08, 2008 7:37 pm
Messaggi: 392
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by KhA`ronT</i>
un esempio che avevo citato tempo fa, da qualche parte nel forum, è quello della prostituzione.
negli anni si è passato da:
le donne ricche che lo facevano per noia (jack lo squartatore)
la donna in carriera indipendente ( bree)
la donna sfigurata in un ambiente povero e sporco ( il marchio rosso)
la ragazza con una casa sua e con un diploma in lingue che lo fa per mantenere il fratello ma ha un protettore ( hook)
le ragazze povere e sfruttate che sognano di poter sfuggire ( il pozzo degli inganni e anima d'acciaio)
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Discorso interessante, anche se la vera differenza non sta nella rappresentazione della prostutuzione ma nella qualità delle storie. Si passa da tre storie bellissime (tra cui un capolavoro assoluto) a due storie modeste e una vera ciofeca (Il pozzo degli inganni).
Il problema non sta nel personaggio o nella mancanza di continuty, ma nella mediocrità della maggior parte delle sceneggiature e nello scoglionamento della casa editrice.

Si potrebbe giudicare Dylan come personaggio più o meno "datato" solo se venisse scritto e descritto come negli anni '80.
Solo che Dylan <u>non</u> è scritto e descritto come negli anni '80!
Del Dylan originale si sono mantenuti solo gli aspetti più superficiali e stupidi: la trombata facile, la birra con Bloch, il giuda ballerino, la pistola dimenticata, eccetra, ma svuotandolo di tutte le caratteristiche più profonde: il pessimismo, lo splatter (quello vero e disturbante), l'impossibilità di distinguere la realtà dal sogno, l'incubo come dimensione esistenziale, per non dire della profonda vena <u>politica</u> di Dylan.
Ecco, se Dylan avesse ancora quelle caratteristiche e non funzionasse più, allora sì che si potrebbe parlare di personaggio inadatto ai tempi che cambiano. Il problema è che non potremo mai saperlo, perché quel Dylan lì è stato messo da parte e fatto fuori ben prima che potesse "invecchiare".
Anche se io credo che non sarebbe "invecchiato" per niente, anzi il Dylan di Sclavi sarebbe ancora oggi di enorme modernità. Lo provano la riuscita di alcune delle poche storie dei pochissimi autori (Medda e Barbato) che provano a riesumare con la loro sensibilità alcune di quelle caratteristiche <i>di base</i> del personaggio.
Poi certo, che il manichino senz'anima che l'ha sostituito nelle storie degli altri autori non riesca reggere il peso del tempo che passa, mi pare anche troppo ovvio ed inevitabile.


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 11:56 am 
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Iscritto il: mer nov 05, 2008 9:53 am
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quoto Waits!
<font size="1">Si potrebbe giudicare Dylan come personaggio più o meno "datato" solo se venisse scritto e descritto come negli anni '80.
Solo che Dylan <u>non</u> è scritto e descritto come negli anni '80!
Del Dylan originale si sono mantenuti solo gli aspetti più superficiali e stupidi: la trombata facile, la birra con Bloch, il giuda ballerino, la pistola dimenticata, eccetra, ma svuotandolo di tutte le caratteristiche più profonde: <u>il pessimismo, lo splatter (quello vero e disturbante), l'impossibilità di distinguere la realtà dal sogno, l'incubo come dimensione esistenziale, per non dire della profonda vena politica di Dylan.</u>Ecco, se Dylan avesse ancora quelle caratteristiche e non funzionasse più, allora sì che si potrebbe parlare di personaggio inadatto ai tempi che cambiano. Poi certo, che il manichino senz'anima che l'ha sostituito nelle storie degli altri autori non riesca reggere il peso del tempo che passa, mi pare anche troppo ovvio ed inevitabile.</font id="size1">

quoto quoto e straquoto!

nella parte sottolineata hai trovato con poche parole i tratti distintivi/belli/originali del personaggio dylan dog!!
adesso quei tratti particolari non ci sono più! il personaggio perde fascino ed interesse, le storie non lo aiutano x niente!







[/quote]


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 12:42 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Letto questo bel topic, mi allineo con Samurale e con Waits, e quindi non sto a ripetere quanto già scritto da loro; l'ultimo post di Waits, in particolar modo, esprime al meglio anche il mio pensiero.

Tra l'altro, non sono nemmeno d'accordo con l'affermazione secondo la quale Dylan non si potrebbe evolvere, in quanto personaggio "iconico": secondo me si può evolvere eccome, a patto che le sue caratteristiche fondanti rimangano immutate (ma forse ci si dovrebbe prima chiarire sul significato che ognuno di noi dà alla parola "evoluzione"). Il che vuol dire che, per come vedo io Dylan, non avrei nulla in contrario a leggere storie più radicate nella realtà contemporanea, in cui l'indagatore dell'incubo affronta tematiche attuali, utilizza Internet (magari brontolando) o si serve senza troppi problemi di un telefono cellulare.

Per capirci, era così fuori dai canoni il Dylan futuristico di Bilotta, protagonista della storia d'apertura dell'ultimo <i>Color Fest</i>?

Ma, ripeto, ci si deve intendere su cosa significhi davvero "evoluzione".


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 1:34 pm 
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Iscritto il: gio dic 18, 2008 2:36 pm
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IN PARTE DO RAGIONE A TUTTI!
Per me DYD non e' anacronistico in cio' che fa. E' semplicemente fuoriluogo e sta diventando un'ostacolo nel creare nuove storie.

Nel senso che come diceva qualcuno i tormentoni banali si ripetono...cosa che rende fuori posto dyd in tutte le storie se pur buone o meno......
Si puo' girare il tema horror come lo si vuole..ma conoscendo gia' come la pensa DYD, quale morale ne trarra' indipendentemente dal mostro di turno, automaticamente alle prime pagine si smorza l'entusiasmo. Puoi far crepare Groucho o Bloch che sai gia' che saltera' fuori un incubo o una dimensione alternativa perche' Groucho non puo' morire.

Un po' la causa di questo per quel che mi riguarda e' stato l'anticipare la storia di DYD a colori (quella che parla di suo padre del galeone ecc...)..l'ipotetico ultimo numero.

Sai gia' a prescindere che se nel prossimo numero crepa groucho (presente invece in quella storia) cmq. in qualche modo risorgera'.(questo trucco usato anche per DYD nei primi numeri invece funzionava)
Sai gia' che ogni albo contenente Xabaras non sara' risolutivo nell'eterna lotta fra i due e cmq. non apportera' sostanziali modifiche (se non con forzature tipo saga del clone di SPidey).
Sai gia' che cmq. la bella di turno (buona o cattiva che sia) finira' a concedere le sue grazie ma soprattutto non sara' mai un amore importante per l'eroe (che cmq. ha nel cuore Morgana).
Sai gia' che Dyd non morira' almeno fino a quel numero.

Poi non so se e' stato fatto un passo oltre dal 174 in poi...

In piu':
Penso al film "la notte dei morti viventi."
Se fosse un albo di DYD il nero del film sarebbe vittima o cmq. personaggio positivo (in linea di massima).

Romero cosa ha fatto invece:
A l'omone di colore e' si l'eroe (positivo, senza macchia, forte anche caratterialmente) ma per ogni scelta che fa ci scappa un morto dei "buoni" fino alla rivelazione finale dove si ufficializza' il totale fallimento del personaggio.
B Il padre di famiglia (insulso all'inverosimile, vigliacco, egoista) si rivela poi l'unico ad aver avuto ragione su tutto!

Questo ribaltamento dei ruoli enfatizza la metafora della societa' consumistica gia' cmq. evidente nei personaggi degli Zombi. Senza cadere in retorica o idealismi che come dicevo nei post della mia presentazione E QUESTO E' IL PUNTO PER ME CRUCIALE hanno un che di scontato e di fuori luogo per un personaggio che ha 34 anni (soprattutto dopo aver vissuto situazioni come quelle di DYD).


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 2:23 pm 
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Iscritto il: gio dic 18, 2008 2:36 pm
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Io continuo a buttare benz sul fuoco:

Caro Dylan aka I mostri siamo noi....MA BAAAAAAAAASTA!!!!!!!!!!!

Lo abbiamo capito questo concetto, come sappiamo che c'e' la fame nel mondo, la guerra e' ingiusta, la societa' che si basa su falsi valori......Sembri un candidato per Miss Italia!

...inutile ripeterlo continuamente...e coglione se la pensi cosi' ma non hai le palle per cercare di cambiare le cose a priori. Conosci un Lord, un capo della polizia, ogni tanto ti trombi qualche milionaria (che poi almeno non crepa o si ritrova un'assassina), ha dalla tua parte gente con poteri straordinari, esseri ultraterreni, qualche alieno ecc....e Se ci provi e' solo perche' ti ci trovi in mezzo...Egoista!

Bell'esempio che dai ai giovani che ti leggono...Gli ignavi danteschi almeno corrono.....mostri, inferni, ufo, demoni, assassini non ti schiodano dalla sedia e ti perdi in hobbies da adolescente menefreghista o a scrivere un diario come una ragazzina di 13 anni.

Tutti abbiamo un mutuo, debiti o rate su cui ironizzare ma mica stiamo li' a lamentarci, a 34 anni oggi chi ha i controcazzi si fa un mazzo tanto e magari e' laureato e va in fabbrica a fare turni per una miseria e poi di notte studia o combatte zombies assecondando la propria vocazione!

E che caz...zo poi per forza definiscono la mia generazione dei Bamboccioni! Guarda che eroi ci siamo costruiti...personaggi che subiscono il proprio destino senza nemmeno porsi il problema, senza avere un obiettivo concreto nella vita, un sogno (anche impossibile) da realizzare. Nascondendoti dietro a frasi come: non ci credo ma ci spero senza mai prendere una posizione. E fallo magari sbagli, magari ti fai dei nemici o risulti piu' antipatico a qualche tuo amico o lettore...ma almeno saresti vero.

Cordiali saluti
Alessandro;-)

si fa per ridere eh?!...ma anche no!.....


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 3:00 pm 
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Ma Dylan è caratterizzato da questa ambivalenza del personaggio: da una parte, come ogni paladino che si rispetti, è una persona sensibile, conscia degli orrori di questo mondo e del fatto che nessuno è esente da colpe, sempre disponibile in difesa del debole, eccetera eccetera; dall' altra ha tante debolezze o lati oscuri fra cui l' incapacità di amare davvero una donna e di pianificare una vita, la difficoltà di inserirsi nei meccanismi ipocriti e tornacontisti del moderno mondo del lavoro, la necessità di mangiare e sbarcare il lunario a fronte di una condizione finanziaria quasi sempre in rosso perchè il lavoro è poco e quando lavora finisce col farlo gratis per la bellona di turno. Senza contare le patologie varie e la paura, elementi che lo rendono vulnerabile se non debole o impotente davanti a certe situazioni. Idealista e romantico, Dylan Dog è l' esatto contrario del giovane medio della nostra generazione divorato dall' edonismo, dall' apparenza, dall' ambizione di riuscire in ogni campo quale che sia il costo morale da pagare purchè si abbia una affermazione sociale e non si passi per sfigati. Scale di valori opposte. Magari Dylan Dog fosse preso a modello dai giovani d' oggi; si prospetterebbe un futuro senz' altro idealisticamente più vivibile.

Non è che negli '80 tutto ciò non ci fosse, ma era anche molto più intensa la denuncia sociale, oggi scaduta in una triste passività; proprio come è accaduto in Dylan Dog, in cui questo aspetto ha decisamente perso mordente e la riflessione è diventata quasi sempre qualunquistica e stereotipata, con la conseguenza di far scadere il personaggio in un irritante buonismo.


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 3:26 pm 
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appunto a livello di ideologia! Ma la sua e' una ideologia di un 15enne (al massimo 20enne).

Il riuscire in un campo non e' un ideale sbagliato se non lo si rapporta al confronto (io sono bravo e tu no...io prendo X e tu no)...la positivita' sta nel fatto che tu per te stesso ti poni degli obiettivi e ti metti in gioco per raggiungerli...per soddisfazione personale e autostima "sono in grado di fare questo".
Il subire apaticamente le situazioni e' un male a 20anni come a 34 (ancor piu' grave). Ad un certo punto della propria vita deve scattare il desiderio di prendere in mano la cosa. In Dyd pur avendo valori positivi non c'e' come non c'e' un cinismo vero e proprio (se non in qualche battuta ma messa li' non con convinzione ma solo per ricordare che lui e' quello).

Ripeto non trovo sbagliato che dyd sia cosi'...altrimenti perderebbe nuovi potenziali lettori giovani.

I sentimenti o i cliche' che citi sono talmente tanti che sembrano proverbi popolari e diventano poco credibili... distaccati dal realismo che deve avere un personaggio. Troppi luoghi comuni dell'anti eroe insieme lo rendono poco profondo caratterialmente. Un robot che va avanti a comandi limitati quando invece l'animo umano e' ben piu' incasinato e fatto di contraddizioni. Ci sta in tex che deve rappresentare uno stereotipo ma in Dyd che dichiaratamente vuole essere il contrario e' ridicolo.

Esempio astratto e fuori contesto:

La guerra...e' sbagliata e ci sta..... e da studente si scende in piazza con i bandieroni. COn l'avanzare dell'eta' ti rendi conto che il mondo non funziona in bianco e nero, buono e cattivo ma ha un milione di sfumature che lo fanno girare.
Dire che la guerra e' sbagliata (il valore) e fare di tutto per evitarla e' giusto ma bisogna anche riconoscere che fa parte dell'animo umano..nella natura dell'uomo..e a volte scatta per meccanismi naturali al di sopra della volonta'.

Sfumature che Dyd come figura non ha e se a volte le usa lo fa in quanto diventate stereotipo.

Non ha mai una pecca se non politicamente corretta nel suo modo di comportarsi...e se ce l'ha strizza l'occhio al lettore sempre..mai gli va contro! Cerca continuamente il consenso del potenziale lettore.

In piu' Il pensare bene e male ben distinti e' una sorta di salvagente mentale perche' piu' comodo giocare a guardie e ladri che essere continuamente su un filo sottile. Nemmeno gli americani con i supereroi (molto piu' surreali) si sono fossilizzati al di la' della qualita' delle storie.


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 3:30 pm 
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Iscritto il: gio mag 08, 2008 7:37 pm
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Sì ma vedi, SAMURALE, mi pare che tu come molti appassionati di fumetti, e purtroppo anche molti degli attuali autori di Dylan, fai un errore di fondo: voler considerare il protagonista di una serie a fumetti come una persona reale, che dovrebbe crescere e svilupparsi indipedentemente dalle storie.
Ma non è così che "cresce" una serie a fumetti. Il personaggio deve sempre rimanere uguale a se stesso, fedele alle proprie caratteristiche, sono le storie che devono cambiare, è il linguaggio degli autori che si deve saper adattare, non il protagonista!

Vedi un po' l'ultimo numero di De Gregorio, dove quello che c'è di buono è venuto dall'andare a ripescare l'atmosfera surreale di alcune vecchie storie (a qualcuno è sembrata una cosa "datata"?), e quello che c'è di pessimo è proprio l'aggancio, forzato e moralista, con l'attualità rappresentata dei vari Second Life & Co.

MAGARI Dylan scrivesse "un diario come una ragazzina di 13 anni", ridarebbe un senso a quel diario, restituirebbe urgenza e freschezza a quanto vien scritto e sarebbe una cosa in linea con il personaggio. PURTROPPO quando Dylan scrive ancora sul diario si sente che è solo un luogo comune come un altro, che la maggior parte degli sceneggiatori adottano solo perché Dylan l'ha sempre fatto e deve rifarlo, punto e basta.
Sì, preferirei proprio sentir cosa ha da "dire" la ragazzina di 13 anni, piuttosto che beccarmi le banalità da sceneggiatori di mezza età che finiscono svogliati il loro compitino.


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 4:57 pm 
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Iscritto il: gio dic 18, 2008 2:36 pm
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Ora scatta Samurale:
A parte il fatto che chi pensa cosi' ha ragione e sono la maggioranza tra autori, sceneggiatori, editori ecc...
I cliche' come detto possono/devono rimanere gli stessi e' il modo di esprimerli che deve assolutamente adeguarsi ai tempi!

Se non ci fosse stato MIller con il DK a far crescere Batman oggi batman sarebbe finito!
Se non ci fosse stato L'arkham Asylum di MOrrison Batman avrebbe subito la stessa sorte.
Batman con i suoi trucchi, il suo costume, nonostante le imprese impossibili che compie e 1000 volte piu' credibile di DYD che spesso e' sempre piu' vicino a topolino come spessore caratteriale...

Se non ci fosse stato Watchmen oggi forse tutti i supereroi amerigheni sarebbero finiti.

Dyd questo passaggio non lo ha fatto!

Ma non era questo il mio discorso.
Ripeto per l'ennesima volta: NON SONO I CLICHE' CHE CONTESTO...

Ad un personaggio un autore puo' dare tutti i cliche' che vuole (a volte anche contrastanti) ma deve anche poterli esprimere nel modo giusto in base a dove inserisce il personaggio (spazio tempo).

Tu no stai facendo la differenza tra cliche' e linguaggio di comunicazione....io contesto il modo in cui li esprime che non e' credibile per l'eta' e le esperienze avute dal personaggio ma nemmeno nelle storie.

Qualsiasi storia tu scriva anche nel piu' fantasioso dei mondi se un personaggio (un super eroe, un elfo, un robot, un alieno, una ameba,un topo un umano...piange il modo in cui lo fa deve essere credibile e aggiornato con i tempi o la storia in cui si trova).
Dyd non e' cosi' oggi. E' costantemente decontestualizzato dalla storia. Ha la stessa comunicabilita' esagerata di un personaggio da telenovelas. Che negli 80 ci stava ora non piu' perche' le persone sono piu' disincantate.

E' come guardarsi un Horror della Hammer...per carita' un classicone, bellissimi li adoro...ma paura e emozioni per i personaggi non ne provo...forse un po' di nostalgia...Non certo coinvolgimento emotivo.
Con psicho e' arrivato l'uso del dettaglio, Con ROmero l'horror moderno di denuncia ecc......ogni epoca ha avuto le sue varianti e ha modellato i protagonisti sulla base di queste pur mantenendone i cliche'..

Dyd deve continuare ad avere i suoi cliche' e i suoi valori ma deve anche imparare a parlare e camminare come farebbe un 34enne di oggi. Ripeto se fosse un western questo potrebbe permetterselo ma nell'horror no...altrimenti non fa piu' paura e se non fa paura o non crea inquietudine e ansia che ....o di horror e'?

Altro esempio...c'e' chi dice che Argento dal 90 in poi fa meno paura...che non gira' piu' film come i primi ecc....Se studi il suo cinema (e io l'ho fatto) ti accorgerai che La terza Madre e Suspiria sono fatti, girati, montati senza calo di qualita'...prendi il cartaio o 4 mosche di velluto grigio e vedrai che e' la stessa cosa. Solo che oggi il pubblico e' piu' disinibito mentre allora vedevi una mezza coltellata e entravi in panico.

Argento come regista non e' calato nulla..ma non ha saputo (per me voluto) tenere il passo con la sensibilita' di pubblico che c'e' oggi.
Questo e' quello che porta il tuo ragionamento sul bisogna stare fermi su determinati stereotipi. Che e' anche "in parte" la causa della famosa crisi del fumetto che c'e' da 10 anni a questa parte.
I giovani lettori degli 80 crescono e si rompono i coglioni o vanno avanti per inerzia solo per avere la collezione completa.
Le nuove leve preferiscono media piu' veloci e facilmente usufruibili rispetto al vecchio e ripetitivo fumetto.
I manga spopolano tra i ragazzini..meno ciule esistenziali, meno testo, piu' azione! (queste ultime generazioni sono cosi' e non romantico-paranoide e insicura come la mia)


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 5:13 pm 
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Iscritto il: gio dic 18, 2008 2:36 pm
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ops..provo a sintetizzare: il problema e' l'esatto contrario
il problema sugli autori bonelli e' che hanno molta fantasia epochi elementi vincolanti a disposizione..
Se tu hai dieci ingredienti puoi cambiare le dosi ma arriverai ad un limite di combinazioni possibili. All'esaurimento della fantasia...... e sempre piu' il prodotto sembrera' qualcosa di riscaldato.
Basterebbe un ingrediente nuovo ogni tanto per fare la differenza e uno non va mai a compromettere la base del menu'. Anzi..uno oggi, uno fra un anno e cosi' via pian piano porti il cliente verso un gusto diverso e chi si stanca della solita minestra appena vede la novita' riprende a mangiare allo stesso ristorante (che se faceva bene prima lo fa anche oggi con qualcosa di diverso).

Qualita' autori Ottima e' che il padrone del ristorante mette a loro disposizione pochi ingredienti vincolanti.


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 5:31 pm 
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Sono d' accordo sul fatto che, al di là del calo qualitativo delle storie, è anche vero che il lettore oggi è cambiato e recepisce diversamente ciò che gli viene comunicato; però, e lo dico non certo da esperto ma da semplice amante del cinema di Dario Argento, "Il cartaio" fà veramente schifo [:D] (al contrario de "La terza madre" che ho apprezzato molto)! Non dico da un punto di vista registico, ma proprio al livello di idea e sceneggiatura. La trovata del video-poker è imbarazzante e fà venire un pò di tristezza l' idea di un Dario Argento impacciato che cerca di introdurre un elemento di modernità in modo così forzato e a discapito della credibilità stessa della storia. Ci sono belle sequenze in cui spicca il genio del regista, come quella claustrofobica che si conclude con l' uccisione di Muccino (che soddisfazione [^]), ma il film si regge troppo su un auto-citazionismo sconclusionato: si sa che i moventi nelle trame di Argento sono sempre pretestuosi, ma qui si scade nel ridicolo! Si sa che la recitazione nei film di Argento è spesso (più o meno volontariamente) approssimativa (col risultato di creare certe atmosfere malate), ma qui si esagera! E a quel senso di disagio che si trova in altri film, si sostituisce disappunto nell' ascoltare un doppiaggio da cani! Si sa che il buon Dario Argento ama piazzare nei suoi film le macchiette, ma quel coroner è veramente imbarazzante! Alla fine, nel complesso, tutti questi elementi, che erano caratterizzanti di questo autore, finiscono col penalizzare il film perchè messi lì in modo disorganico. Dylan Dog, qualcuno lo ha già detto, ha lo stesso problema; ogni mese ritroviamo i soliti, stanchi clichè che, se prima erano la linfa del personaggio, oggi sono riproposti solo perchè devono esserci, ma sono decontestualizzati e sembrano messi lì a caso, spesso esageratamente calcati, come se l' autore volesse sottolineare che quello è Dylan Dog. E si torna al problema di partenza, ovvero quanto questo sia dovuto al demerito dello sceneggiatore e quanto a una impossibilità di recuperare certe atmosfere per via di inesorabili fattori esterni.


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MessaggioInviato: lun dic 22, 2008 5:37 pm 
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Iscritto il: gio mag 08, 2008 7:37 pm
Messaggi: 392
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by SAMURALE</i>
Basterebbe un ingrediente nuovo ogni tanto per fare la differenza e uno non va mai a compromettere la base del menu'. <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Ma quell'ingrediente deve essere un ingrediente di linguaggio e di stile (come per il Batman di Miller, dove il linguaggio rivoluzionario adottato da Miller era mille volte più importante del fatto che Batman fosse un vecchio)! Un nuovo elemento narrativo in mano ai soliti sceneggiatori loffi darà solo altre storie loffie, con un ingriedente in più del tutto ininfluente.

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by SAMURALE</i>
Argento come regista non e' calato nulla..<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Già, l'unica differenza tra "Profondo rosso" e "La terza madre" è la data di produzione! [:o)]


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