Da tempo ho nel cassetto un'analisi del capolavoro di Ausonia.
Ognuno ha le sue perversioni: c'è chi colleziona farfalle e chi colleziona recensioni che ogni tanto rispolvera quando sente sincera l'esigenza di promuovere un'opera che merita stima, rispetto e attenzione.
S
P
O
I
L
E
R
"Pinocchio: storia di un bambino" è una graphic novel fortemente sovversiva, nel senso più etimologico del termine.
Ausonia "rovescia e ribalta" l'opera di Collodi (fortemente reazionaria, ad un'attenta lettura): Geppetto è un Burattino e vive in un mondo di Burattini dove verità (parola proibita) e giustizia sono due concetti paradossalmente scindibili. Dove l'omologazione è l'unica forma ammessa di espressione.
Pinocchio è un pezzo di carne a cui un Grillo Parlante ha donato una sorta di "luccicanza" (di coscienza di sé e delle proprie domande) e che l'amore per Lucy(gnolo) rende definitivamente libero.
In poco tempo, Pinocchio conosce lo stupro (ad opera di Mangifuoco), la prostituzione (la Fata Turchina gestisce un bordello e lo costringe a vendere la sua carne) e le percosse (il Gatto e la Volpe).
Eppure, la giustizia, lo considera insindacabilmente un colpevole, non una vittima. Perché è troppo ingenua e ostinata la sua ricerca della verità.
Poi c'è la Guerra. Quella che i Burattini combattono contro i Grilli Parlanti la cui resistenza è arroccata in un Paese Dei Balocchi e che rifiuta un medioevo dominato dalla bugia.
E alla fine?
Una resa: assoluta, dolorosa, disperata.
Un capolavoro.
Sconvolgente e destabilizzante.
A.
_______
http://dallacantina.blogspot.com