Julia è una serie profondamente immobile.
Le motivazioni della scelta di Berardi possono essere le più disparate e, se vogliamo, le più giustificabili.
Ad esempio.
- Per anni si è dedicato, in passato, a un personaggio in continua evoluzione che incarnava il senso stesso dell'avventura, adulta e introspettiva.
- Personaggi che non si evolvono sono maggiormente gestibili (si porta avanti la realizzazione di più storie in contemporanea) in una produzione seriale mensile.
- Schemi di caratterizzazione fissi tra i vari protagonisti consentono una maggiore attenzione agli snodi narrativi specifici del genere (ppoggiarsi al nero per analizzare complessità umane e sociali) e permettono altrettanta cura per la scrittura delle motivazioni di comprimari e antagonisti.
- La staticità valorizza l'eventuale e programmato evento di rottura.
Oggi, che il fumetto italiano anche in Bonelli (finalmente, aggiungerei io) tende ad una continuity sempre più invadente, questa scelta appare desueta, ma, personalmente, sono altre, e tutte prevalentemente tecniche, le motivazioni che mi spingono alla lettura di Julia.
Non certo senza un senso di stanchezza, alle volte, ma comunque con la garanzia di una qualità medio-alta mensilmente assicurata.
A.
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