Cravenroad7

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by MisterRaven</i>
<br />

Mi rendo conto che questo sarebbe un po' limitativo quindi voglio argomentare un pochino. Il soggetto mi sa di già visto: ragazza giovane e carina sente le voci, vede le facce, è convinta che ci sia qualcosa che non va, ha una psicologa che la segue e blablabla...<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">


La conosco! La conosco!!!

Ma chi ha votato capolavoro? [xx(]

Comunque MEDIOCRE!
Ho sempre difeso le sensazioni che un albo può suscitarmi più che la trama in sè eppure ho dovuto sforzarmi parecchio per capire quale fosse la vignetta o la frase che può "valere il prezzo dell'albo" in questo caso.
Brutto segno![B)]
non aggiungo altro...

storia belluccia

storia sufficiente con una parte iniziale che ricorda molto i vecchi albi. dylan ad un certo punto non riesce trovare la ragazza, ok, lui non ha un cellulare ma gli altri si, perchè non si è fatto dare il numero visto che la frequntava da alcuni giorni?. forzata la parte finale dove dylan in bilioteca dice al barbone nome e cognome della psichiatra. roi discontinuo, spettacolare negli omicidi, svogliato e impreciso nelle parti "parlate".

Comunque mi ha fatto piacere vedere che qualcuno tiri nuovamente in ballo Stephen King, infilando i suoi libri nella storia. L'ultima volta che è successo sinceramente non me lo ricordo!

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Uomo in Bombetta</i>
<br />Storia old style, semplice ma che incute angoscia e un pò di sani brividi (le apparizioni dell'infermiera sono davvero inquetanti).
La copertina non da giustizia ai tre maniaci, che in mano a Roi sono tutt'altra cosa.
Ottimi, come già detto, i disegni di Roi che conferiscono alla sceneggiatura uno stato d'inquetudine cronica.

Una cosa non mi quadra:

SPOILER SPOILER SPOILER

Sheena si è rivolta alla dottoressa Talbot dopo avere avuto delle allucinazioni terrificanti; se è stata la psicologa a indurre le allucinazione durante le sedute di psicoanalisi, resta oscuro il motivo del loro primo contatto.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

a parte che la storia non mi è piaciuta e che non è difficile intuire chi sia il colpevole quando:
- la principale sospettata non può esserlo perché troppo sgamata
- non è introdotto nessun personaggio a parte la strizzacervelli
- invece che un fumetto horror stiamo leggendo un giallo.

cmq a quell'appunto di cui sopra ho la giustificazione pronta (inciso: chi ha mai visto Cabal di Barker?): la tipa era già in cura da una strizzacervelli, e la strizzacervelli ha pescato nel proprio vivaio di assistiti una che avesse grosso modo la psiche abbastanza malconcia da poterla manipolare come creta (o didò, se preferite).

cmq, tanto per accodarmi alle critiche: groucho totalmente fuori personaggio (almeno Medda lo sa trattare in modo diverso da "barzellettiere zombie"), bloch... boh, non lo ricordo nemmeno. la sciacquetta che si fa dylan è - come le gag sul tè e lo splatter <b>ma accennato appena</b> (cfr la stessa siringata nell'occhio in Il Buio di chiaverotti) - un tentativo di ritorno alle origini. non fossero stati fatti, il risultato sarebbe stato meno pietoso, almeno si poteva pensare ad una ucronia.
i mostri, gli assassini, gli spiriti... chi sono? a parte i nomi, l'aspetto fisico e il vezzo di uccidere, chi cavolo sono? sembrano usciti da un film horror adolescenziale americano tipo "so cosa hai fatto" o "final destination" (che almeno aveva delle buone trovate, seppur recitato alla buona la prima). approfondimento pissicologico zero.
poi, la prova provata che spinge verso la strizzacervelli: è lei la discendente degli assassini, quindi è lei l'assassina. geniale, certamente. come quei medici medievali che per curare le ferite da taglio cospargevano di unguento le lame che le avevano provocate. e almeno avevano la giustificazione del non avere le nozioni adatte.
by the way: non so come si facciano le ricerche genealogiche in inghilterra, ma credo che andando in avanti nel tempo il numero di discendenti tenda ad aumentare o mantenersi stabile, non a ridursi a una persona. cioè, capita, ma mi puzza.
ah, quasi dimenticavo: la strizzacervelli, per depistare, pilota il cervello di una sua paziente inducendola a credere di essere posseduta da tre assassini realmente esistiti e che sono esattamente gli stessi assassini che effettivamente esistono. e che pseudonimi prendono questi assassini nella testa della ragazza? esattamente gli stessi che avevano davvero!

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">- invece che un fumetto horror stiamo leggendo un giallo.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Beh, su dylan sono stati scritti gialli bellissimi (<i>la dama in nero</i> primo fra tutti)[8)].
Questo rientra fra quelli bruttissimi[8]

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by votarxy</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Uomo in Bombetta</i>
<br />Storia old style, semplice ma che incute angoscia e un pò di sani brividi (le apparizioni dell'infermiera sono davvero inquetanti).
La copertina non da giustizia ai tre maniaci, che in mano a Roi sono tutt'altra cosa.
Ottimi, come già detto, i disegni di Roi che conferiscono alla sceneggiatura uno stato d'inquetudine cronica.

Una cosa non mi quadra:

SPOILER SPOILER SPOILER

Sheena si è rivolta alla dottoressa Talbot dopo avere avuto delle allucinazioni terrificanti; se è stata la psicologa a indurre le allucinazione durante le sedute di psicoanalisi, resta oscuro il motivo del loro primo contatto.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

cmq a quell'appunto di cui sopra ho la giustificazione pronta (inciso: chi ha mai visto Cabal di Barker?): la tipa era già in cura da una strizzacervelli, e la strizzacervelli ha pescato nel proprio vivaio di assistiti una che avesse grosso modo la psiche abbastanza malconcia da poterla manipolare come creta (o didò, se preferite).

<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Prima di scrivere il mio intervento, ho riguardato attentamente la parte interessata per non scrivere stupidaggini. Avevo pensato anch'io a quell'eventualità, ma nell'albo non vi è nessun riferimento ad un contatto pre-allucinazioni tra le due. Quindi il punto oscuro rimane.

Noticina positiva:

Lo splatter--- Ma io preferisco definirlo splatter<font size="1">ino</font id="size1">... intendiamoci questa storia è minimamente violenta, l'ultima storia veramente FORTE è ,IMO, <i>i mostri di sullivan</i>

Ps:
.
.
.
Torna la siringa nell'occhio! (vedere <i>Il buio</i> e <i>Un fantasma a Scotland Yard </i>)

Ma il fatto che ci sia lo splatter non è necessariamente un qualcosa che fa aumentare la qualità del fumetto.
Se lo splatter è scialbo e trasuda di "già visto", la componente che dovrebbe aumentare il valore della storia si riduce a zero. Altrimenti osanniamo tutta la seria di "Venerdi 13", che ha di sicuro introdotto un mostro dei film Horror di una ficaggine estrema, ma che a (quasi) ogni episodio è stato costretto a girovagare senza alcuno scopo particolare tra campeggiatori e adolescenti innamorati da fare a pezzi. Lì di splatter ce n'è un bel po', ma la qualità di alcuni episodi è pessima.
Secondo me lo splatter è positivo se è innovativo e coglie di sorpresa chi guarda, altrimenti è fine a se stesso.
Il fatto stesso che la siringa nell'occhio sia stata già usata in questo contesto (secondo me, è stata un po' abusata in tutto l'ambiente horror), come ci ricorda il sempre attento Larry_Varedo, dovrebbe abbassare la qualità dell'albo, non alzarla.
Ovviamente tutto rigorosamente secondo l'opinione del sottoscritto, che sarà pure clamorosamente bello, ma non è che ci capisce un granché.

La recensione de "Lo spazio bianco":

http://www.lospaziobianco.it/5008

h.21:27
Dopo aver commentato ?Gli artigli del drago? dedico qualche rigo anche a ?Reincarnazioni?.

SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

Donna che scappa, arriva l?assassino. Omicidio. Uomo legato ad un letto, arriva l?infermiera. Siringa nell?occhio [déjà vu: ?Il buio?]. Due teppisti in prigione, sbirro con manganello. Omicidio. Dylan riceve una cliente. E? carina, è in psicoanalisi: crede di avere in corpo tre assassini. Dylan è scettico, ma indaga. La segue sul posto di lavoro, si fa raccontare le allucinazioni e decide di far visita alla strizzacervelli presso la quale la cliente è in cura. Dato che a pagina 50 i personaggi presentati sono solo questi (ci sono anche alcuni barboni, ma hanno l?aria delle comparse) e dato che è proprio la dottoressa a tirar fuori la storia delle reincarnazioni, il lettore attento (e imbottito di caffeina: non è facile trattenere il sonno dopo tanta banalità) ha già indovinato il finale.
Successivamente Dylan si porta a letto la cliente. Un barbone aiuta i nostri eroi nella ricerca della verità. Scopre qualcosa. Viene ammazzato. La situazione si complica, ma arriva il deus ex machina: il barbone aveva lasciato un biglietto per Dylan. Visita dall?assassina (cioè la dottoressa: non lo si era capito?). Spiegazione finale da parte della stessa assassina (con un movente come al solito bizzarro e pretestuoso: qui viene fuori presino l?albero genealogico). Combattimento conclusivo. Fine dell?episodio.

FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER

Quanti Dylan Dog hanno un soggetto che segue uno schema simile a quello appena descritto? Moltissimi. E lo stesso schema può essere utilizzato (e sarà utilizzato) per scrivere altre decine e decine di albi. Basta cambiare qualche aspetto marginale -il numero degli omicidi, la patologia del cliente, il movente dell?assassino- e il gioco è fatto. Con il minimo sforzo creativo.
L?autore potrebbe persino affermare di aver scritto una ?tipica? storia di Dylan Dog: per anni la serie è stata portata avanti con soggetti simili tra loro, basti pensare alla fortunatissima e rimpianta era-Chiaverotti. Tuttavia ciò che rende inaccettabile una tesi del genere è che molti classici dylaniati compensavano la banalità della trama con l?eccellenza della sceneggiatura, con l?atmosfera e con tanti altri importantissimi elementi di contorno.
In ?Reincarnazioni?, invece, di dylaniato c?è solo il mero plot, vale a dire lo scheletro dell?albo: per il resto i dialoghi sono noiosi, i protagonisti non hanno alcuna personalità, gli omicidi sembrano messi lì tanto per riempire pagine, lo splatter è solo accennato, l?ironia è del tutto assente (battute di Groucho a parte), non c?è surrealtà, non c?è voglia di stupire.
Potrà sembrare un controsenso, ma certe volte il peggior difetto di Ruju sembra proprio la paura degli eccessi, la ricerca della perfetta mediocrità: se ?Reincarnazioni? fosse stato un albo ancor più brutto, quanto meno i lettori avrebbero avuto un buon motivo per ricordarlo_


V.M. (vietato ai minori)
V.M. -dal 1986-

non male....

Roi è il più grande disegnatore italiano. Dev'essere veramente al verde per aver accettato di disegnare una cretinata del genere. Propongo di fare una colletta per stipendiarlo nei mesi in cui gli propongono sceneggiature come questa.

Nonostante la storia parta da un'idea estremamente infantile, nessuno avrebbe potuto svilupparla peggio di così. Mi stupisco: Ruju non è mai stato tra i miei sceneggiatori preferiti ma una volta era un bravo professionista. Forse ultimamente ci sta prendendo in giro.

N.265 REINCARNAZIONI

S
P
O
I
L
E
R

Questa storia, se a qualcosa servirà, sarà per diventare l'esempio tipico di un andazzo, come riempire l'albo quando non si ha l'ombra di un'idea: pilota automatico per Ruju che rifà un plot già esplorato e definitivo (l'Horror Club confessa: "la possessione paranormale è uno dei suoi temi preferiti"), è svogliato, azzarda l'intreccio giallo ma consegna il colpevole a pag.49, appena entra in scena. Dopo le prime 15 pagine che fanno ben sperare (la moltiplicazione per tre del concetto di serial killer: uno spunto filologico, che diventa riflessione metatestuale sul topos, a suo modo interessante), ecco una galleria di stinte figurine che dicono banalità, la liaison Dylan/Sheena è telefonata, i mostri sono mostruosi. Trasparenti Groucho e Bloch, accademici i momenti di suspence, spiegazione-sbrodolone finale (con "svolta" nel ridicolo involontario: il barbone che consegna il pizzino con la soluzione a Dylan!). Roi è ormai un caso umano prima che artistico (per tutte le ultime due tavole di pag.50) e ci strappa un invito: non è obbligatorio illustrare Dyd quando non se ne ha più il tempo nè la voglia. Stano afferra la mestizia generale e si adegua, restando comunque la copertina il miglior disegno dell'albo.
Un tragico esempio.

Voto: 4