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Nel 1996 Pasquale Ruju firmava il suo primo Dylan di 94 pagine,?Il canto della sirena?. Si trattava di una bella prova: aveva atmosfera, personaggi che lasciavano il segno, ritmo e una trama avvincente. Qualche anno dopo lo stesso autore (divenuto nel frattempo uno dei più prolifici sceneggiatori della testata) provò a scriverne un seguito, ?Il dio prigioniero?, ma i risultati non furono all?altezza delle aspettative. Oggi, a dodici anni da ?Il canto della sirena?, nulla sembra essere veramente cambiato e contemporaneamente tutto sembra esserlo.
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Nulla è cambiato.
I personaggi sono gli stessi: Jacques LeDuc muore, ma già ne ?Il canto della sirena? si lamentava per la propria vecchiaia. Sua figlia Charlotte è ancora sessualmente disponibile (nel ?96 dopo essere stata a letto con Dylan gli confessava di avere 31 anni e un matrimonio alle spalle; nel 2000 lo salutava con un bacio sulle labbra). Le sirene continuano a lottare per la sopravvivenza con il solito modus operandi: se sono a corto di cibo si consolano con la carne umana, ma in caso di innamoramento utilizzano le prede di sesso maschile per portare avanti la specie, minacciata ancora una volta dai rifiuti tossici che qualche sciagurata industria scarica nel ?profondo blu?.
Dodici anni dopo l?ambientazione della storia è la stessa: una nave. Le spiegazioni e la retorica sono le stesse, le sequenze alle quali si assiste sono le stesse. L?incontro fra Dylan e una sirena c?è ancora, così come la grotta-rifugio, i suicidi collettivi, le antiche leggende.
Tutto è cambiato.
Quel che una volta era nuovo oggi dà di già visto. Nel ?96 vedere l?Indagatore dell?incubo su una nave faceva un certo effetto. Una storia dylaniata d?azione, basata più sull?avventura che sulle indagini, più sulle leggende e meno sugli orrori quotidiani, poteva sembrare (e lo era) un esperimento interessante. Dal ?95 in poi, invece, una buona metà dei Dylan Dog pubblicati hanno imboccato quella strada. Se a ciò si aggiunge che da ?Il canto della sirena? ad oggi Ruju ha scritto più o meno un Dylan Dog su tre diventando per molti lettori il capro espiatorio del decadimento della testata, diventa allora facile capire perché ?Profondo blu? rimane un albo mediocre.
Ciò che manca all?ultimo speciale è la capacità di incuriosire chi legge, la quale era invece un punto di forza de ?Il canto della sirena?. Lì si seguiva con attenzione ogni evento narrato da Le Duc o dal vecchio marinaio che aveva allevato la sirena; qui le narrazioni dei vari personaggi sono lunghe, noiose e raccontano avvenimenti che il lettore già sa. Lì dominava l?azione, qui l?azione è confinata alle prime e alle ultime pagine: nel mezzo non c?è un bel niente (il rapporto fra Elke, Dylan e Charlotte aiuta a tenersi svegli, ma poteva essere approfondito meglio).
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I disegni di Freghieri, piacevoli ma lontani dall?eccellenza sfiorata con ?Saluti da Moonlight?, fanno rimpiangere il Bigliardo de ?Il canto della sirena? e de ?Il dio prigioniero?_
V.M. (vietato ai minori)
V.M. -dal 1986-
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