Eccomi qua a dire la mia dopo le prime due puntate.
Punto di forza in Dexter, ma ormai lo sappiamo tutti che deve essere così perché il prodotto funzioni, è la caratterizzazione del protagonista, la cui morbosa attrazione per il sangue lo accompagna al lavoro, nel quotidiano e nel ruolo di serial killer di criminali recidivi che il padre gli ha cucito addosso per incanalare il suo istinto omicida.
Ciò che affascina è la freddezza e trasparenza con cui applica la sua deviata idea di giustizia che spinge lo spettatore ad un'empatia che sfocia nel giustificazionalismo.
Molta ironia nera, un ottimo uso della voce fuori campo e un Michael Hall che sembra nato con la faccia per il ruolo.
Il lato oscuro del protagonista non sembra essere la sua seconda vita come serial killer, ma l'efficacia della maschera che indossa nel quotidiano. Vengono presentati i comprimari: la sorella (e il peculiare rapporto che li lega), i colleghi, il padre (la cui ingombrante figura ricopre un ruolo fondamentale in quello che Dexter è diventato), la fidanzata (vittima in passato di violenze, perfetta per chi come il protagonista sembra turbato dai contatti fisici con i simili).
Inizia anche la partita a scacchi con il Serial Killer delle prostitute che, presumo, si protrarrà per tutta la durata di questa prima serie nella reciproca stima. Interessante notare come la nemesi del protagonista dissangui completamente le sue vittime spiazzando dunque completamente l'ematologo.
I flashback accompagnano lo spettatore in un percorso verso la definizione delle motivazioni che costruiscono la sua sete perversa di giustizia omicida.
Ottime anche le musiche e gli incipit dei singoli episodi.
A.
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