Cravenroad7

Mi hai rubato le parole di bocca, ma quoto soprattutto quanto segue...[:p]

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by vace</i>
Vivi travestita da prostituta (ragazzi, ma che figona è?[:p]..[:D])<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Seguono massicci spoiler

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La terza storia di Dix è sicuramente la più vivace. Mentre i primi due albi avevano un ritmo lento ed erano appesantiti da un'eccessiva seriosità che rendeva la lettura torpida e sonnambolica, stavolta il ritmo è concitato e pervaso da un gradevole tono "leggero", nonostante la crudezza di certi argomenti (mutilazioni, tortura...).

Sfortunatamente questo terzo albo è anche il meno originale del lotto. [B)] Qui Ambrosini rinuncia del tutto ai risvolti soprannaturali (il delirio del pazzo assassino in punto di morte non fa testo visto che il personaggio è, appunto, un pazzo delirante). Ora nulla distingue Dix da un qualsiasi fumetto poliziesco/investigativo di media fattura. C'è solo l'argomento "arte", che però non è approfondito. Non in quest'albo, perlomeno. Il pittore poteva essere un qualsiasi amico/amante senza velleità artistiche e la storia avrebbe funzionato ugualmente.

Altro difetto: la componente poliziesca è terribilmente facilona, piena di falle logiche e forzature narrative.
Si pensi al matto assassino che riceve una telefonata che lo spinge a urlare di 'protesi' <i>proprio nell'istante in cui</i> Dix si trova nel suo negozio! Quando si dicono le coincidenze... [V]
I poliziotti, oltre a fare la figura dei fessi tipica dei gialli investigativi di serie B, si trovano coinvolti in eventi inspiegabili. Come ha fatto il matto a intuire che la "prostituta" era una poliziotta travestita? (il rapimento delle pagine iniziali fa chiaramente capire che lui le donne NON le rapisce, le abborda) Siccome la rissa nel bar avviene per caso, significa che il matto ha deciso di rapirla così sui due piedi, senza nessuna preparazione? E come ha potuto sopraffare una poliziotta addestrata in pochi secondi (l'altro ispettore distoglie lo sguardo per pochissimo tempo)? E come ha potuto trascinarla via di peso senza che nessuno lo vedesse e lo notasse, nemmeno i passanti per strada? E poi come mai il matto, talmente ossessionato dai ritratti della moglie da arrivare a STRAPPARE GLI OCCHI di chi li ha visti, a un certo punto cambia idea di botto e decide che i quadri 'non sono importanti'?
Troppi buchi, troppe forzature... Secca dirlo, ma dal punto di vista poliziesco -che in quest'albo è preponderante- la logica è andata proprio in vacanza.

Ambrosini non è ancora a suo agio con le quasi 130 pagine. Dedica una ventina di tavole al personaggio del barbone beone per costruire una caratterizzazione magari simpatica, ma INUTILE. Il barbone infatti serve solo come 'espediente narrativo' per trovare il secondo cadavere; poco dopo esce di scena e di lui non sapremo più nulla. Nemmeno un accenno nelle ultime pagine.

Il personaggio di Dix, in sè, continua a non incidere.

Il suo comportamento con le donne è schizofrenico. Dice di amare solo Annika, ma poi non perde tempo a provarci col primo bel paio di gambe che vede.
Anche la sua faccia cambia di continuo. Bacilieri lo raffigura come un Brad Barron più smagrito (almeno a me ha dato quest'impressione). Bene, peccato che non ci azzecchi niente con la faccia visibile in copertina. E non ci azzecca neppure con la prossima copertina e l'anticipazione del prossimo numero.

Settore disegni: Bacilieri è fenomenale! [8D] Soltanto lui poteva dare un tale appeal a una sceneggiatura che, presa in sè, era parecchio modesta.

Soggetto: 5,5
Sceneggiatura: 5,5
Disegni: 10

spoiler

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Cyber Dylan</i>
<br />Seguono massicci spoiler

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Altro difetto: la componente poliziesca è terribilmente facilona, piena di falle logiche e forzature narrative.
<b>Si pensi al matto assassino che riceve una telefonata che lo spinge a urlare di 'protesi' <i>proprio nell'istante in cui</i> Dix si trova nel suo negozio! Quando si dicono le coincidenze</b>... [V]
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E' proprio quello a cui mi riferisco quando parlo di soluzione del giallo <i>debole</i> (Pag. 96/97)
Preceduta dall'ormai originalissimo: "C'è qualcosa che mi sfugge...o qualcosa che non ho registrato...qualcosa che ho visto etc." non e' che vi ricorda qualcuno?
Giuro che questo schema c'è anche nel MisterNo di Sclavi L'Oro del fiume, ve lo giuro

Causa un mal di testa di dimensioni bibliche ho letto solo una quarantina di pagine dell'albo ma volevo subito esternare la mia felicità nel rivedere il lavoro di Paolo Bacilieri -paesano di Rimatt- (non vedevo un suo lavoro da quasi due anni e mezzo [:0] )

http://www.sergiobonellieditore.it/auto ... 53&subnum=

Piccola curiosità: l'albo di Dix é stato disegnato (come si vede in alcune vignette) nel 2006, nello stesso anno in cui Napoleone terminava la sua avventura editoriale [:0])

Piccola chicca: bello il suo autoritratto (Padre Kolbert) [^]

E' un "giallo debole" semplicemente perché non è un giallo.
Se proprio vogliamo catalogarlo è un mystery, dove contano le atmosfere e le suggestioni.

Una risposta simile era stata data a chi contestava le enormi falle logiche nel <i>Cimitero dei freaks</i> (Dylan Dog) della Barbato. E' un'obiezione che non mi convinse allora e non mi convince ora. Proprio non posso accettare tanti buchi solo perchè sarebbe un "effetto voluto" dell'autore che ha privilegiato la componente 'mystery' a discapito di quella 'gialla'.

Secondo questo ragionamento, io potrei girare il mio Star Wars personale dove, al posto delle spade laser, espongo il mio pisello infilato in un profilattico fluorescente gridando: "Ohè! E' un effetto voluto a favore della componente ironica! Quindi non vi azzardate a criticare!" [:o)]
Effetto voluto o meno, non sarebbe di certo un bel vedere... [:D]

Che sia un giallo, un noir o un mystery, tante falle e tante forzature da parte di Ambrosini non si possono ignorare.

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Cyber Dylan</i>
Che sia un giallo, un noir o un mystery, tante falle e tante forzature da parte di Ambrosini non si possono ignorare.
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Ragionamento che però si può tranquillamente ribaltare proprio con la storia editoriale di Dylan. Le storie di Scalvi, per non dire quelle di Chiaverotti, erano il tripudio dei buchi logici e dei passaggi narrativi forzati. Vogliamo andare a vedere quanti snodi narrativi anche solo sensati ci sono in "Memorie dall'invisibile"?Poi sono arrivati mentre i vari Manfredi, Ruju, De Nardo, Faraci, che hanno sicuramente scritto storie con architetture più solide, dove alla fine bene o male tutto torna ed è spiegato in modo razionale. Sinceramente, non mi è parso un gran miglioramento.

Infatti a me le falle logiche di Chiaverotti non sono mai andate giù. Chiaverotti può essere venerato da parecchi lettori, ma io non sono tra questi.

Il discorso di Sclavi è diverso. <i>Memorie dall'invisibile</i> non è un giallo, nè un mystery, nè un noir. Il fatto che ci sia un assassino da scoprire, non basta a renderlo un "giallo". Lo dimostra la continua (e geometrica) rottura degli stereotipi, tipo l'assassino che si costituisce a META' ALBO senza nessuna ragione, come ugualmente senza nessuna ragione aveva ucciso quasi venti donne.

Se la storia di Ambrosini avesse risvolti soprannaturali o anche solo surreali, potrei accettare i buchi (infatti li ho accettati nei primi due albi di Dix). Ma non è così. Qui abbiamo una storia terra-terra dove omicidi e investigazione seguono i canoni del giallo standard. Il fatto che l'assassino sia fuori come un balcone non basta a rendere la storia 'surreale' (non è più matto di certi tizi visti in Nick Raider, per esempio, che di surreale non ha nulla).
Chiamalo mystery se vuoi, ma una storia <i>oggettivamente</i> impostata come un giallo ha BISOGNO di un minimo di logica. Se a te il fumetto piace ugualmente, bene. Sono felice per te.

Per me non sta in piedi.

A parte le osservazioni sulla fisionomia di Jan Dix (che Bacilieri ha reso bene, IMO, specie nella somiglianza con Jeremy Irons), quoto Cyber Dylan in tutto e per tutto. Questo terzo numero è complessivamente ben scritto e piacevole, ma anche - dal punto di vista della componente poliziesca - piuttosto banalotto e traballante. Il legame con l'arte è pretestuoso, e, così com'è, <i>Nostra signora delle api</i> finisce per confondersi con un qualsiasi poliziesco a fumetti. L'<i>appeal</i> del protagonista è scarso, come al solito: a me 'sto Dix, per quanto non spiacevole, continua a sembrare poco più che mediocre. C'è poco da fare, il personaggio non mi prende proprio. [|)]

Meraviglioso Bacilieri, in compenso, anche per merito della libertà di cui ha goduto (mai come in quest'episodio ha scardinato la "gabbia" bonelliana). Tutto è incantevole, nelle sue tavole, ed è soprattutto grazie a lui che l'occhio del lettore rimane incollato all'albo fino a pagina 130, senza cedimenti né momenti di stanchezza. Menzione d'onore per Annika e Vivi, davvero splendide. [:X]

Segnalo che tra le pagine dell'albo, oltre ad Ambrosini, compare un anatomo patologo (già visto altrove... In Napoleone, forse?) con le fattezze di Magnus.

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Cyber Dylan</i>
<br />Seguono massicci spoiler

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[...]

I poliziotti, oltre a fare la figura dei fessi tipica dei gialli investigativi di serie B, si trovano coinvolti in eventi inspiegabili. Come ha fatto il matto a intuire che la "prostituta" era una poliziotta travestita? (il rapimento delle pagine iniziali fa chiaramente capire che lui le donne NON le rapisce, le abborda) Siccome la rissa nel bar avviene per caso, significa che il matto ha deciso di rapirla così sui due piedi, senza nessuna preparazione? E come ha potuto sopraffare una poliziotta addestrata in pochi secondi (l'altro ispettore distoglie lo sguardo per pochissimo tempo)? E come ha potuto trascinarla via di peso senza che nessuno lo vedesse e lo notasse, nemmeno i passanti per strada?<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Sono parzialmente d'accordo con te (questo numero mi è abbastanza piaciuto, anche se credo più per merito di Bacilieri, ma ancora non ho ben capito dove la serie voglia andare a "parare" e in cosa risieda la sua particolarità)... su questo punto però credo non ci siano incongruenze o errori marchiani. Da come l'ho capita io, Vivi va all'appuntamento in veste di prostituta e, credendosi coperta dall'altro poliziotto, verosimilmente accetta l'invito del cliente-Salinas a trasferirsi nel suo appartamento. Il poliziotto, dal canto suo, trovandosi nel bel mezzo della rissa, non fa in tempo a vedere i due che lasciano il locale...

Il mondo è bello perché è vario: su un altro forum che bazzico, più di un utente ha sostenuto che i disegni di Bacilieri gli piacciono talmente poco che farà fatica ad arrivare a fine albo. [:(]

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br />Il mondo è bello perché è vario: su un altro forum che bazzico, più di un utente ha sostenuto che i disegni di Bacilieri gli piacciono talmente poco che farà fatica ad arrivare a fine albo. [:(]
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ma c'è un'utente anche qui [8D]
i disegni non mi piacciono per niente! [:)]
quoto vace per quanto riguarda la ricchezza di particolari e la cura, ma i volti, in particolare la bombatura bovina degli occhi sono insopportabili.

ARGH! [:0][:0][:0]

[:(]

bello, bello, bello!!il migliore dei tre per ora usciti..bacilleri in gran spolvero..complimenti!!

Straordinariamente bello [^]

Molto più appassionante dei primi due e sicuramente più scorrevole ed intrigante.

Soggetto poliziesco semplice sì ma la sceneggiatura e tutto ciò che lo circonda é magico.

Gran merito però é di Paolo Bacilieri che ha reso emozionante un racconto forse semplice e con poche sfaccettature oniriche.

Ma a questo punto dovremmo smettere di fare i confronti con Napoleone: Jan Dix é un'altra cosa.

E' inutile cercare Napoleone in Dix: sono due cose diverse altrimenti Ambrosini avrebbe continuato a scrivere dell'albergatore/entomologo svizzero [;)]

Mamma mia che ambientazioni ha rappresentato Bacilieri [:0]

Forse Jan Dix non é empatico come Napoleone Di Carlo ma credo che il meglio deve venire.