Cravenroad7

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#2 Color Fest
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MessaggioInviato: ven ago 29, 2008 9:51 pm 
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Iscritto il: ven ago 25, 2006 4:45 am
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Località: vasto (ch)
finalmente simone :) eppure ero sicuro che dopo i nostri discorsi in fumetteria non avresti aprezzato la prima storia :) sono contento che ti sia piaciuta


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MessaggioInviato: ven ago 29, 2008 10:44 pm 
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Iscritto il: lun apr 23, 2007 1:18 pm
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Bilotta é stato bravissimo a rispettare Dylan Dog e se proprio me lo devo immaginare proiettato nel futuro, quello descritto dall'autore ci potrebbe stare benissimo.

C'azzecca :-)


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MessaggioInviato: ven ago 29, 2008 11:49 pm 
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Iscritto il: ven ago 25, 2006 4:45 am
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Località: vasto (ch)
guarda con me caschi sicuro :) mi è così tanto piaciuto che la notte mi sogno uno spinoff in miniserie di dylan proiettato in quel futuro, magari dalla "nascita" del paziente 0


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MessaggioInviato: lun set 01, 2008 8:49 pm 
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Iscritto il: dom ago 31, 2008 3:44 pm
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Vi odio!
Ho fatto l'errore di non comprarlo subito... cioè, errore un cavolo, se uno non ha soldi non li ha e basta... insomma, ora l'ho cercato in tutte le edicole grosse ed è sparito. Me l'avete esaurito, maledetti! :)
Non che sia grave saltare qualche numero, oltretutto la Barbato non mi piace... però c'è la copertina di Tanino! :)


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MessaggioInviato: lun set 01, 2008 10:23 pm 
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Iscritto il: sab ott 02, 2004 7:32 pm
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Località: Napoli
Ora che ho il pc a portata di mano, posso finalmente esprimere il mio giudizio:
SPOILER SU TUTTO IL POST

Il pianeta dei morti
Testo:8
Disegni:8
Il pregio maggiore di questa storia è che l'autore finalmente dimostra di aver letto bene la serie... riferimenti continui al passato di Dylan fanno sì che il protagonista di questa storia sia realmente Dylan e che nessuno possa esserlo aldifuori di lui.
L'atmosfera crepuscolare della vicenda è stupenda, non si può non simpatizzare col Dylan stanco e disilluso che Bilotta ci propone.
Bellissime le autocritiche del nostro (quando dice a "Bree" quanto le sue dichiarazioni fossero sempre state stupidaggini), carina l'idea dell'uniforme, ottimo il finale.
I disegni li trovo molto adatti al tono della storia... i colori sono un pò accesi, ma cmq adatti.
Qualche difetto?
1)L'identità del paziente zero era fin troppo chiara, inutile mostrane l'identità solo alla fine
2)La redenzione di "Bree" è un pò inverosimile... come assassina non è per niente credibile. Per fortuna la storia vira verso l'onirico per cui non ci si fa troppo caso.
3)Dylan ha sempre ammazzato senza problemi gli zombie... la sua azione a protezione degli zombie lo fa sembrare un pò troppo buonista.

Dubbio: il primo ministro è il Lord di "Ti ho visto morire" e "caccia alle streghe"?


Videokiller
Testi 7.5
Disegni 8
Un divertissiment cattivo e inquietante al punto giusto, ottimo lavoro nel far capire quello che succede con pochissimo testo e senza spiegoni inutili a rovinare il ritmo. Solo la sequenza al negozio mi è sembrata un pò inutile, ma cmq non fastidiosa.
Molto buoni i disegni di Stano (per la prima volta sui testi di Paola Barbato), in particolare mi piace l'effetto disturbo che colpisce le immagini riprese.
PS: adoro i cerchi che si chiudono

Il mago degli affari
Testo:6- (soggetto 5, sceneggiatura 6+)
Disegni:7.5
Il color fest dovrebbe servire a mostrare lati inesplorati del nostro Dylan, dovrebbe dare maggiori margini di libertà agli autori. Non capisco cosa ci faccia questa storia, che, pur decente è decisamente normale.
E fa un pò piangere il fatto che Ruju non riesca a fare di meglio, se davvero son stati concessi maggiori margini alla sua fantasia. Peccato, finora sulle storie brevi avevafatto un ottimo lavoro.
Cmq, commentando più dettagliatamente la storia, direi che un soggetto prevedibile e poco originale è stato parzialmente salvato da una sceneggiatura frizzante ma certo non eccelsa.
Buono il lavoro di Mari, divertente vederlo senza i consueti toni cupi che gli sono soliti.


L'inferno in terra
Testo 7
Disegni 8
Storia molto classica nei contenuti, ma scritta molto bene, in modo da evitare eccessi di melensaggine e retorica.
Interessante lo spaesamento di Dylan nel trovarsi la guerra in piena Londra.
Ottimo lavoro della guest star De Angelis.


In totale verrebbe poco meno di 8, ma ho deciso di arrotondare per eccesso (eccellente) per premiare l'ottimo lavoro dei disegnatori e coloristi.
Augh.


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MessaggioInviato: lun set 01, 2008 10:28 pm 
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Iscritto il: mar ott 19, 2004 2:43 pm
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Località: Sardegna
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Dubbio: il primo ministro è il Lord di "Ti ho visto morire" e "caccia alle streghe"?

<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Avevo pensato anch'io la stessa cosa...ma non ho trovato,nonostante una ricerca vignetta per vignetta, riferimenti al personaggio.


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MessaggioInviato: mar set 02, 2008 10:56 am 
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stessa considerazione mia :) anzi io avevo dato per "scontato" che non fosse lui e obbiettavo il fatto che, invece, ci sarebbe stato azzeccatissimo


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MessaggioInviato: gio set 04, 2008 11:52 am 
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Località: Giuliano Teatino (Chieti)
Vediamo cosa ne pensa il Barone Triss

http://trascorsi.splinder.com/post/1822 ... +FEST+N.+2.


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MessaggioInviato: gio set 04, 2008 2:33 pm 
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Iscritto il: mer ago 20, 2003 5:14 pm
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Per essere perfetto, il Color, deve gettarsi nel vuoto.


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MessaggioInviato: gio set 04, 2008 4:42 pm 
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Iscritto il: dom mag 13, 2007 3:52 pm
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secondo me imp il primo ministro richiama johnny dark..fai caso al suo viso..


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MessaggioInviato: gio set 04, 2008 5:18 pm 
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Iscritto il: sab ott 02, 2004 7:32 pm
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Località: Napoli
Non so... fisicamente c'è somiglianza, ma a parte che dovrebbe essere morto, non mi sembra che il ruolo di primo ministro si addica a un serial killer... ah, scusate c'è il lodo alfano, dimenticavo... ;) :D


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MessaggioInviato: ven set 05, 2008 8:00 am 
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Iscritto il: dom mag 13, 2007 3:52 pm
Messaggi: 1041
si infatti, nella distopia tutto si rimescola.e anche un giovane dal grazioso viso che riachiama un tagliagole può diventare ministro, am i wrong?
poi ho fatto caso ad un'altra cosa..questa storia,disegnatae colorata così com'è, se animata e doppiata potrebbe diventare un corto-cartoon


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MessaggioInviato: ven set 05, 2008 9:24 pm 
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Iscritto il: sab set 10, 2005 1:11 am
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Località: Napoli
Intervista a Stano su XL di Luca Raffaelli, in cui spiega anche il motivo per cui ha fatto il copia/incolla di foto (che cmq non gli perdono)

Angelo Stano, quante foto hai usato per questo fumetto?

Per il Big Ben e le strade di Londra certo che le ho usate, per i personaggi invece mi è bastato lo specchio. Mi guardo e poi disegno a memoria

E per il negozio dell'orologiaio della puntata scorsa?

Lì la Barbato mi indicava di mettere centinaia di orologi a forma di Big Ben. E allora ho benedetto l'uso del computer, grazie al quale ho trovato gli oggetti e li ho moltiplicati. Altrimenti sarei impazzito io, mica Dylan Dog.

Una sfida disegnare Dylan?

Non sempre. Qualche volta c'è anche il mestiere, ovviamente. Sicuramente lo è stato all'inizio, quando Bonelli e Sclavi me l'hanno proposto. Per il loro coraggio, per la qualità delle storie e anche perché ho voluto usare la tempera per i grigi in maniera sicuramente non convenzionale, rifacendomi alle pitture di Egon Schiele.

Ti immedesimi in Dylan?

Un disegnatore non ha paura, perché deve avere tutto sotto controllo. So di essere un burattinaio e di tenere i fili. Piuttosto sono stato assorbito da Dylan. E dopo vent'anni vorrei forse mettere in luce la parte meno ombrosa di me. Solare no, ma malinconica, crepuscolare, quella sì. Vorre un personaggio che come Dylan avesse l'anima, ma priva di incubi.

Tu non ne hai?

Io dormo bene la notte. Non ho paura della morte da quando mia madre a sette anni mi ha detto che quello è l'umano destino. La stupidità dilagante, quella sì che mi terrorizza.

Esiste una malattia professionale del disegnatore di fumetti?

La solitudine. E non c'è modo di superarla, musica a parte. Se provo a lavorare con colleghi, parlo, gioco, faccio tutto tranne lavorare. E allora, eccomi ancora qui da solo con Dylan Dog.


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MessaggioInviato: ven set 05, 2008 10:58 pm 
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Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm
Messaggi: 2493
h.21:25
Il secondo Color Fest -proprio come il primo- si mantiene in perfetto equilibrio fra tradizione e innovazione: due storie puramente dylaniate (?Videokiller? e ?Il mago degli affari?) e due sperimentali (?Il pianeta dei morti? e ?L?inferno in terra?); quattro autori esordienti (o quasi: Gualdoni e Bilotta avevano già firmato una storia breve a testa) e quattro veterani.
All?edizione 2008 manca una perla come ?Fuori tempo massimo?, ma in compenso la qualità media si attesta su un livello leggermente più alto rispetto a quello raggiunto nel 2007.
L?anno scorso ci si chiedeva se la nascita del Color Fest avrebbe portato freschezza e dato uno scossone al mondo dylaniato: la freschezza in parte è arrivata, ma lo scossone per il resto della serie non c?è stato. Gli episodi più estremi (?Fuori tempo massimo? e ?Il pianeta dei morti?) restano infatti esperimenti isolati e difficilmente avranno ripercussioni sulla continuity del nostro fumetto.

SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

<b>IL PIANETA DEI MORTI</b>
Bilotta ipotizza un Dylan Dog invecchiato, nuovamente alcolizzato e tormentato da sensi di colpa. La storia si svolge in un futuro nel quale umani e non-morti si contendono il controllo del pianeta. Il contesto fantascientifico e apocalittico rende la storia poco credibile e lontana dalle atmosfere tipiche della serie, per cui i lettori più ?conservatori? potrebbero averla digerita a fatica. Eppure Bilotta, nonostante l?ardito esperimento, riesce a rendere l?(ex-) indagatore dell?incubo perfettamente riconoscibile: il profondo rispetto per i deboli e i ?diversi? (in questo caso i non-morti), il sarcasmo e la malinconia sono caratteristiche che il Dylan futuristico non solo non ha perso, ma sembra aver addirittura accentuato. La sua cupa rassegnazione colpisce, ma soprattutto colpiscono i richiami al mondo del Dylan che fu: il Maggiolone distrutto, il galeone, la vecchia casa di Craven Road, i riferimenti all?ormai defunto Wells, la pseudo-Bree, il poetico finale con Dylan e Marina che rivivono da non-morti e in chiave post-apocalittica il celeberrimo momento del ritrovamento della pistola.

<b>VIDEOKILLER</b>
Siamo agli antipodi rispetto a ?Il pianeta dei morti?: la Barbato e Stano offrono un Dylan che più Dylan non si può con una storia (forse la migliore del Color Fest) che avrebbe potuto tranquillamente scrivere Sclavi. Paola mostra una totale padronanza del personaggio, tant?è che a lettura terminata è facile constatare quanto ?Videokiller? sia lontana dalla verbosità, dagli psicologismi e dalle lunghe spiegazioni delle prime prove dell?autrice. ?Videokiller? è infatti una storia veloce, dal soggetto semplicissimo e dalla sceneggiatura meticolosa, costruita soprattutto sulle splendide immagini di Stano (menzione speciale per le schermate di Youtube alle pagine 64 e 65). Il finale, aperto e surreale, confonde le carte in tavola e sembra suggerire che Dylan, il suo avversario e il lettore sono tutti assieme vittime di una sorta di ?scherzo? dell?autrice. Insomma, una bella storia vecchio stile che conferma quanto la testata abbia ancora bisogno della Barbato.

<b>IL MAGO DEGLI AFFARI</b>
Sono solo 32 pagine, eppure Ruju riesce ugualmente ad annoiare. L?incipit è incoraggiante, ma a partire dalla decima pagina si assiste ad un lungo e ripetitivo flash-back sull?infanzia che Ethan (il ?mago degli affari?) ha trascorso fra druidi e sacrifici umani. Ci vuol poco a capire che il successo riscosso dal protagonista nel mondo della finanza è collegato proprio a quel misterioso passato.
La scelta di affidare la narrazione a didascalie nelle quali a parlare è lo stesso Ethan sembra piuttosto efficace e rende più scorrevole la lettura, ma il limite della storia resta la superficialità del soggetto. Riguardo ai disegni, la colorazione nulla aggiunge né toglie alle tavole di Mari [per il quale faccio rinvio a quanto da me scritto a proposito de ?La collina dei conigli?].

<b>L?INFERNO IN TERRA</b>
L?eterno scontro fra pace e guerra è il tema della storia che conclude il Color Fest: una caduta nella retorica era prevedibile, peccato che si tratti di una caduta rovinosa e peccato che lo stesso Gualdoni sia già incorso nello stesso errore anche con ?Dylan in Wonderland?, la sua unica altra prova dylaniata. La Londra devastata da una guerra è fin dall?inizio poco credibile, quindi è facile prevedere che si possa trattare di una sorta di sogno o di allucinazione del protagonista. Il fatto che la figlia della donna di colore sia la Pace è un facile pretesto per giustificare la ?visione? di Dylan e per rifilare al lettore un po? di considerazioni condivisibili ma scontate sull?inutilità dei conflitti armati e sull?impossibilità di evitarli. Per il resto la sceneggiatura è coinvolgente, il clima di precarietà e di sospetto che accompagna la guerra è reso molto bene e l?ultima pagina (dedicata a Groucho) ha la funzione di sdrammatizzare il resto della storia, il cui valore complessivo è accresciuto dall?ottima realizzazione grafica di De Angelis e dello Studio Rudoni_


V.M. (vietato ai minori)
V.M. -dal 1986-


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Iscritto il: dom giu 29, 2008 4:06 pm
Messaggi: 23
L'inferno in terra l'ho letto con gli occhi lucidi di lacrime


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