Cravenroad7

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MessaggioInviato: lun lug 14, 2008 12:21 am 
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Iscritto il: dom ott 02, 2005 2:00 am
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Località: ancona
Però Manfredi dice che fino all'ultimo numero non verrà svelato il mistero che si cela sotto la maschera di Volto Nascosto.
Quindi di pathos ce ne sarà ancora in abbondanza.


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MessaggioInviato: lun lug 14, 2008 2:58 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Ho come l'impressione che nel mistero che ruota attorno alla figura di Volto Nascosto centri qualcosa anche Vittorio... Comunque, un decimo numero IMO bellissimo, tra i migliori nonostante la poca azione che lo caratterizza (ed è un peccato, perché Burak, con il suo tratto sporco e dinamico, rende al meglio proprio nelle scene movimentate). A differenza di the Imp, ho trovato il finale realmente emozionante. Molto buoni i disegni: Burak mi ricorda un po' Moebius e un po' Alessandrini, e continuo a gradirlo molto (sebbene le sue fisionomie non siano sempre impeccabili). A differenza di Simone, sono felicissimo di ritrovarlo tra solo un mese.


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MessaggioInviato: lun lug 14, 2008 7:38 pm 
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Iscritto il: mar giu 12, 2007 12:09 am
Messaggi: 937
Letto. E non ho altro da aggiungere.
Un ottimo albo che varrebbe anche solo per le ultime tre pagine. Unica cosa: sono solidale a Simone nei confronti di Burak.

piccolo spoiler
mi è piaciuto troppo la pagina del risveglio dell'ufficiale folle legato e sotto i ferri del dottore[8)]


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MessaggioInviato: mar lug 15, 2008 9:22 am 
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Iscritto il: lun apr 23, 2007 1:18 pm
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Finalmente un utente che la pensa come me [^]
Alla faccia dell'amico Rimatt [:D][:)]


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MessaggioInviato: lun ago 04, 2008 9:42 am 
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Iscritto il: lun apr 23, 2007 1:18 pm
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Vi copio integralmente la recensione di <u><i><b>Triss</b></i></u>:

Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Ersin Burak

<i>"La notevole miniserie di Manfredi giunge al suo decimo appuntamento in forma a dir poco smagliante, con una trama precisa, rigorosa e coinvolgente. Non che vi fossero dei dubbi, ma ad ogni nuova uscita ci si stupisce della capacità dello sceneggiatore di intrecciare e miscelare elementi fantastici con altri storici. Un grande romanzo storico. Classico, sì. Ma ottima traccia da seguire per sviluppare *seriamente* il concetto narrativo di miniserie in modo adeguato, degno, senza ibridazioni tra serialità pura e continuity.
Dicevamo di questo numero.
Si può tranquillamente incominciare dai sublimi disegni di Burak, dotato di un tratto vigoroso e potente, in grado di ?catturare? letteralmente lo scenario esotico etiope con tutto il suo retroterra culturale e sociale. Burak ha un tratto ricchissimo, realisticamente forte, appassionato nell?evocare le emozioni dei personaggi, le espressioni dei volti, le fisionomie ( si guardi ad es. la splendida sensualità di Yaja a pag. 25; mentre a pag. 42 la bellezza della regina Taitù ), nonché gli ambienti (pag. 41, i fasti della regalità; pag. 20, la degenza militare ).
E la storia non è da meno.
Ugo Pastore si ritrova in un presidio italiano nell?attesa che Volto Nascosto interceda per lui nella liberazione di Vittorio De Cesari.
Ugo è un personaggio molto sfaccettato, con dei valori molto radicati e solidi, ed è soprattutto la sua intelligenza a spiccare su tutto. è sorprendente come Manfredi riesca a far interagire il giovane in un luogo così insidioso, pericoloso, sostanzialmente ostile alla sua etica ( è un pacifista! ), senza mai oscurare la sua personalità, sempre pronta a fulminare il lettore con una domanda, una riflessione, al momento giusto.
Nel presidio italiano, si respira la condizione psicologica e materiale della miseria della guerra, con i soldati feriti, mutilati, riuniti in un unico stanzone ( pag. 20 ); mentre gli ascari vengono lasciati all?esterno, tra tende e ripari improvvisati ( sintomatico il dialogo tra il sergente e Ugo, ultima vignetta pag. 23:?Al coperto non c?era spazio per tutti?; ? Ma anche se ce ne fosse stato i feriti indigeni li avreste lasciati fuori lo stesso.? ). Ogni angolo dell?avamposto militare sembra sporco, degradato.
I feriti in modo grave vengono trattati barbaramente, subendo amputazioni con metodi rozzi e disumani dal tenente Robbiati. Presto il povero Ugo si ritroverà immischiato in una ribellione contro il macellaio in divisa. Inoltre, dovrà scontrarsi contro la follia di un comandante geloso della sua madama. Infatti, le donne etiopi così chiamate, che vivono nel presidio, si offrono come concubine agli ufficiali. Il giovane non ne ha voluta una e il comandante lo tiene sott?occhio, temendo che la sua Yaja abbia un debole per lui.
Il sergente rivela a Ugo i retroscena della spedizione di Vittorio finita nel sangue, e alla fine commenta così la reazione di disgusto del giovane per il cinismo con il quale è stata gestita tutta l?operazione: ? è la guerra ? i nostri, i loro ? gli amici, i nemici ? arriva sempre un momento in cui tutto si confonde e nulla sembra avere più senso?. Riflessione che va ben al di là del contesto della narrazione, descrivendo le complesse e brutali contraddizioni di ogni guerra.
La storia si conclude con il colpo di scena che tanti attendevano: Volto Nascosto rivela la sua identità al suo amico italiano: è un lebbroso. Ma il sospetto che ad indossare quella maschera vi sia stato anche qualcun altro ormai s?insinua nel lettore e nel protagonista ( vedi il sogno alle pagg. 27-28-29 ).
Così, lo sceneggiatore, abilmente, lascia alla nostra immaginazione il compito di divagare sulle possibili identità del grande condottiero. Il mistero è rilanciato all?ennesima potenza."</i>


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MessaggioInviato: lun ago 04, 2008 11:00 am 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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Ma che onore! Grazie, Simo. [;)]

<hr noshade size="1">
http://trascorsi.splinder.com/


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MessaggioInviato: lun ago 04, 2008 11:25 am 
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Località: Giuliano Teatino (Chieti)
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Triss</i>

<br />Ma che onore! Grazie, Simo. [;)]

<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Prima di ringraziarmi aspetta un pò ...

Non condivido il giudizio su Burak, secondo me il suo é un tratto troppo forte, troppo ricco, con tutte quei "trattini" che mi appesantiscono la tavola.

Per il resto concordo soprattutto che ormai é assodato che vi siano "due" Volto Nascosto.

Uno combattente e intraprendente e fisicamente energico, l'altro saggio, consigliere ma fisicamente debilitato.


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MessaggioInviato: lun ago 04, 2008 10:17 pm 
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Lo so che a te non piace il tratto di Burak. Ho letto le tue precedenti considerazioni sulla storia.
Ma questo non vuol dir nulla, no?[;)]
Mi chiedevo soltanto perché stavolta mi hai addirittura reso un servizio tanto completo![;)]
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Il mio Blog di Fumetti: http://trascorsi.splinder.com/


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MessaggioInviato: mar ago 05, 2008 10:26 am 
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Località: Giuliano Teatino (Chieti)
Non so come mai ma mi era scomparsa la barra degli indirizzi e non riuscivo a farla ricomparire (misteri dell'informatica) e quindi ho optato per il copia ed incolla dell'intero testo che per inciso fa più figo [:D]


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MessaggioInviato: sab ago 16, 2008 10:01 pm 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
Messaggi: 3868
questo è stato un numero di VN stupendo , per via dei personaggi utilizzati delle situazioni , delle situazioni di vita reale che succedono tutti i giorni , per i colpi di scena. E dopo aver letto la vostra teoria dei "due" volto nascosto, rilancio. Non è che siano il lebbroso e la regina... il sospetto mi viene quando ad un certo punto nel nujmero precedente all'attacco la regina stava per combattere quando VN (evidentemente quello lebbroso, la ferma e gli dice di stare al sicuro...)significa che la regina nasconde doti di combattente...


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MessaggioInviato: lun ott 06, 2008 3:24 pm 
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Località: Giuliano Teatino (Chieti)
La recensione di UBC su questo albo:

http://www.ubcfumetti.com/bonelli/?IT-VNASC-10


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 Oggetto del messaggio: Re: #10 VN - Il presidio
MessaggioInviato: mar gen 24, 2012 11:52 am 
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Iscritto il: lun ago 04, 2008 10:09 am
Messaggi: 5678
Località: Palermo in via dei dylaniati n.666
Non mi ha convinto. Manfredi scrive sempre bene ed è un piacere da leggere, ma la narrazione scorre lentamente con alcuni riempitivi che non riescono ad amalgamarsi con il contesto generale - sto parlando, soprattutto, della condizione delle donne etiopi all'interno del presidio, la folle gelosia del Generale, la vicenda che ruota attorno a Pino, il soldato napoletano -. Il finale riabilita in parte tutto quel poco che è successo prima, ma come è stato per il duello fra Vittorio e Volto Nascosto, anche qui, la rivelazione dell'identità di Volto Nascosto, pecca di epicità e pathos. Certo, questo pseudofinale fa sorgere qualche dubbio sulla vera identità di VN ed è un bene per il proseguimento della lettura, ma come spesso capita con Manfredi, il finale molte volte (anche in MV) è troppo sbrigativo.
Mi spiego meglio.
Quello che non mi piace, non è tanto come ci si arriva al finale con soluzione annessa della vicenda, ma come Manfredi gestisce proprio l'ultima pagina, che mi sembra, appunto sbrigativa, in qualche caso fine a se stessa.
Altro piccolo difetto.
I comprimari spesso sono molto stereotipati come il generale geloso, troppo esagerato.
Interessante invece come VN e Vittorio siano stati utilizzati come pedine dalle rispettive fazioni per i propri tornaconti.
Intelligente la scelta di Manfredi di svelare in parte il mistero di VN attraverso il sogno di Ugo.

_________________
Nobody talks about the pile (cit.)


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