<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by vongoletta.84</i>
<br />SPOILER
salve a tutti... ho letto l'albo stamattina, tutto d'un fiato.
fin dalle prime pagine ho capito che la trama avrebbe avuto un'impronta animalista, avevo immaginato che si trattasse di torture e mi sono preparata al pianto di rabbia che mi travolge ogni volta che leggo queste cose. per me non è importante il fatto che questa trama non sia il massimo dell'originalità perchè in questa storia non è il colpo di scena ma il messaggio ad essere importante.
io non ho trovato incongruenze: per quelle che ad una lettura superficiale sembrano contraddizioni o stranezze può essere di volta in volta facilmente immaginata una spiegazione non particolarmente forzata.
l'esplicitazione nelle ultime pagine sembra eccessiva perchè serve a sensibilizzare (si spera) i lettori che non hanno idea dell'argomento o che non ci hanno mai riflettuto...
è questo uno dei casi in cui dylan non è solo arte, riflessione e intrattenimento ma anche denuncia! è il dylan che amo...
il raccapricciante sogno rivelatore di dylan dice tutto, lo chiamerei con una sola parola: EMPATIA, una dote che noi esseri "cosiddetti umani" non conosciamo... ci siamo mai messi nei panni di un animale che soffre atrocemente pensando che, essendo fatti delle stesse cellule, degli stessi atomi, la sofferenza che prova è la stessa che sentiamo noi e che è ugualmente degna di considerazione? e, parlando di vivisezione, è giusto che una specie che si considera presuntuosamente superiore rispetto alle altre si macchi senza alcuno scrupolo di simili atrocità? che assoggetti e sfrutti senza pietà creature SENZIENTI che filogeneticamente sono sue sorelle ("la guerra dei mondi" a me è piaciuto perchè l'ho letto in questa prospettiva)?
una compagna del mio ex corso di laurea mi aveva prestato un albo degli x-men (io tra l'altro le prestai goblin) in cui i torturatori rivivevano la stessa sofferenza inflitta agli animali, il tema del fumetto era che il dolore - loro o nostro - è lo stesso (?Verrà il giorno in cui il resto degli esseri animali potrà acquisire quei diritti che non gli sono mai stati negati se non dalla mano della tirannia. I francesi hanno già scoperto che il colore nero della pelle non è un motivo per cui un essere umano debba essere abbandonato senza riparazione ai capricci di un torturatore. Si potrà un giorno giungere a riconoscere che il numero delle gambe, la villosità della pelle, o la terminazione dell'osso sacro sono motivi egualmente insufficienti per abbandonare un essere sensibile allo stesso fato. Che altro dovrebbe tracciare la linea invalicabile? La facoltà di ragionare o forse quella del linguaggio? Ma un cavallo o un cane adulti sono senza paragone animali più razionali, e più comunicativi, di un bambino di un giorno, o di una settimana, o persino di un mese. Ma anche ammesso che fosse altrimenti, cosa importerebbe? Il problema non è "Possono ragionare?", né "Possono parlare?", ma "Possono soffrire?". Jeremy Bentham)... in più consiglio a tutti il passo del romanzo "la pelle" di curzio malaparte che parla di vivisezione...
certe pratiche sono crudeli e (molto più di quanto si possa pensare) inutili e, questa è per me la cosa peggiore, si svolgono, vigliaccamente, su esseri inermi e senza colpa come può esserlo un morbido coniglio bianco, il cui pelo è candido come lo sarebbe l'innocenza se fosse un colore... la vivisezione è uno dei motivi per cui l'umanità spesso mi fa schifo e le storie di dylan come goblin, alfa e omega, la rivolta delle macchine sono le mie preferite, anche se mi fanno star male... questa forse non sarà riuscita come le altre citate ma rimane da brivido... e stavolta non è horror-intrattenimento e neanche horror-metafora (come quello che tanto mi piace e che è imparentato col fantasy-metafora e con la fantascienza-metafora), si tratta orrore vero, che ti attanaglia le viscere al sol pensiero che determinate cose accadano tutti i giorni e che tanti neanche se ne pongano il problema...
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"è questo il Nietzsche che amo, così come amo Tereza sulle cui ginocchia riposa la testa di un cane mortalmente malato. Li vedo l?uno accanto all?altra: entrambi si allontanano dalla strada sulla quale l?umanità, ?signora e padrona della natura?, prosegue la sua marcia in avanti." L'insostenibile leggerezza dell'essere
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