<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br />Prima di tutto, mi autoquoto. Ho aperto il mio primo intervento con queste parole: "Si potrà discutere a lungo sulla bontà della storia in sé (del soggetto, in particolar modo, perché mi pare che alla sceneggiatura non si possano muovere grossi appunti), ma su una cosa dovremmo essere tutti d'accordo: <i>La collina dei conigli</i> è un albo di Dylan Dog". Non posso non notare, infatti, che gli appunti di Dario sono principalmente rivolti al modo in cui Medda scrive e sceneggia l'albo in questione, e non all'approccio nei confronti del personaggio (che è quello che mi fa stare con Joe Montero, quando dice che ormai a Dylan è rimasto solo Medda).<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Certo, perché noi due partiamo da presupposti diversi sul modo di intendere il personaggio di Dylan Dog: per te esiste un archetipo, che è quello di Sclavi, cui più o meno gli altri autori dovrebbero o meno adeguarsi per dire di scrivere Dylan Dog. Per me invece l'archetipo non esiste e i vari autori possono scrivere soltanto il loro Dylan Dog, soddisfacendo coordinate più o meno precise riguardanti il personaggio e con esiti più o meno felici (ed a volte certi autori riescono ad essere più dilandogiani quanto più contravvengono al modello di riferimento). Per questo a me non importa nulla di dire se questo è o non è il vero Dylan Dog, o se è o non è quello di Sclavi (e, ammesso che lo fosse, sarebbe comunque quello del peggior Sclavi, ribadisco): per me questo è UN Dylan Dog. La caratterizzazione del personaggio nella storia in questione è "corretta" (sempre appellandosi ad alcuni parametri predefiniti del personaggio), di questo te ne do atto, ma di certo non basta per fare di questo "dylan dog" IL Dylan Dog di Sclavi. Questo per quanto riguarda il personaggio. Per quanto riguarda Dylan Dog inteso come "questa è una storia alla Dylan Dog", anche di questo ti do atto, ma ancora, non mi importa, perchè resta comunque una (per me) brutta storia e pure scritta non proprio talentuosamente...<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Medda è l'unico ad aver compreso il "meccanismo" che sta alla base del Dylan sclaviano, e lo usa allo stesso modo in cui l'usava il creatore: come (cito un intervento di Juan Galvez apparso in un altro forum) "<b>filtro della propria visione del mondo, come cassa di risonanza delle proprie ubbie, fisime, obiettivi, bagaglio culturale. Che naturalmente sono ben diversi da quelli di Sclavi, ed è per questo che il suo DD appare ed è diverso. Ma ne condivide la natura di "strumento" per rapportarsi alla realtà.</b>" E ancora: "<b>Medda per contro non scrive, è ovvio, Dylan Dog come Sclavi, ma ha compreso e metabolizzato la lezione di Sclavi, e la usa per scrivere proprie storie. Storie più ciniche e "fredde" di quelle di Sclavi, e ovviamente meno dylaniane. Ma che non solo rispettano il personaggio, ma lo aggiornano. A volte migliori e altre peggiori, questo mi sembra naturale.</b>"<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Sulla prima parte dell'intervento di Juan Galvez allora posso dirti che Barbato è molto più dylaniana di Medda, ma non di poco, anni-luce più dylaniana. Sulla seconda parte: sai qual è la differenza fondamentale fra Sclavi e Medda, quella che rende inconciliabile la loro interpretazione del personaggio e della testata?
Sclavi è empatico, ha un occhio lucido sulla realtà, disincantato ma partecipe. Medda invece è un censore, ha occhio altrettanto lucido e disincantato, ma non partecipe, di chi prende le distanze da quello che scrive, volendosi ergere (certe volte, non dico sempre) su un piano superiore a ciò che racconta: Medda ti dice ?eh già, quanto fa schifo il mondo in cui viviamo? e per questo può permettersi di farsi beffe dei personaggi ai margini, come il lettore di manga del Takurr o come gli attori ?corrotti? de ?La famiglia Milford?; Sclavi invece ti dice ?eh già, quanto fa schifo il mondo in cui viviamo, ma ogni giorno ci barcameniamo in tutti i modi possibili per non andare a fondo, perché in un modo o nell?altro siamo TUTTI sulla stessa barca?.<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Discorso fatto e affrontato più volte, di cui puntualmente non si tiene conto quando ci si trova a parlare di una nuova storia (magari anche bella e ben scritta, per carità). Ora, alla luce di quanto scritto sopra (e che io condivido senza riserve, virgole comprese), mi sembra evidente che <i>La collina dei conigli</i> <b>è</b> una storia di Dylan.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">D?accordo, lo si è capito, ma non basta. E? una storia di Dylan (per me, di UN Dylan), ma tecnicamente non valida. Il Takurr dal punto di vista di sceneggiatura è un piccolo gioiello, qui invece ci sono buchi grossi come le fosse scavate dai conigli nella storia. Ti dico anche che, tecnicamente, ?L?incendiario? di De Nardo è scritta meglio, ma lì di ?atmosfera Dylan Dog? ne circolava davvero poca. Per questo bisogna sempre stare attenti ai due piani del rispetto del personaggio/testata Dylan Dog e a quello della buona scrittura: l?ultimo lavoro che secondo me ha gestito con saggezza entrambi i piani è stato la storia dell?almanacco di Mignacco, ?Appuntamento con il destino?.<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Come mi pare evidente che le storie della Barbato <b>non</b> lo sono, né tantomeno quelle di De Nardo, Di Gregorio, Marzano. Che scrivono storie che non sono altro che storie, appunto, e spesso lo fanno anche senza tener conto della caratterizzazione dell'indagatore dell'incubo (che, in quanto personaggio seriale, rimane pur sempre codificato).<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Scusa, ma prima citi l?intervento di Juan Galvez (prima parte) e poi nell?elenco degli ?scribacchini? (non lo dico offensivamente, ma nel senso di chi scrive storie punto e basta) ci metti Barbato? Vero che stravolge le caratterizzazioni, ma in quanto a filtro della realtà?<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Ora, vogliamo dire che quest'albo è un brutto albo di Dylan Dog? E sia (anche se non sono d'accordo, ovviamente)... Però si tratta pur sempre di un albo di Dylan, non del tizio in camicia rossa e giacca nera che negli ultimi tempi vediamo aggirarsi per Craven Road, 7.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">D?accordissimo.<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">SPOILER
Ora non ho l'albo sottomano (l'ho prestato, in quanto ritenevo che meritasse di essere letto), e quindi non posso rispondere con cognizione di causa alle osservazione sparse di Dario. Però su questo passaggio posso comunque obiettare:
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">arriva la spiegazione delle ultime pagine e ti accorgi (mi accorgo) che resta esattamente confinata nelle ultime pagine per ciò che è. Appunto, una SPIEGAZIONE: spiegazione del perché i conigli si comportano in un certo modo, ma dal punto di vista MORALE il tema della vivisezione è del tutto pretestuoso. E' lo scioglimento della vicenda, il modo in cui concludere la storia, non una riflessione sulla condizione umana, sulla società e sul mondo in cui viviamo<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Eh? Certo che è una riflessione sulla condizione umana, sulla società e sul mondo in cui viviamo. Cos'altro è, sennò? Mi sembra chiaro come il tema della vivisezione sia il nucleo attorno al quale viene costruita l'intera vicenda: Medda vuole parlare di quanto sia una pratica disumana e profondamente "contronatura" (e le ultime pagine servono proprio a mostrarci come dovrebbero andare le cose: la buona convivenza con gli "altri" abitanti del pianeta - non solo i conigli, certo - dovrebbe essere naturale, automatica, acquisita. E invece si tratta solo di un'utopia), e quindi ci mostra una situazione che più anormale non potrebbe essere. Simbolicamente, prende gli esseri più pacifici e innocui del mondo e li trasforma in mostri, in creature spietate che distruggono indiscriminatamente tutto quello con cui si trovano in contatto. E, con il consueto cinismo, permette loro di portare a termine la propria vendetta (infatti, non capisco dove stia il buonismo). Come si fa a dire che dal punto di vista morale il tema delle vivisezione è pretestuoso? Non è una soluzione come un'altra, bensì l'unica soluzione possibile per una storia del genere.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Appunto, è l?unica soluzione possibile per portare a termine una storia del genere. Se la ?morale? fosse veramente tale sarebbe universale e per parlare di vivisezione si potrebbe impiegare anche una scimmia impazzita di dolore e paura, o ancora per parlare di abusi, una scimmia lanciata nello spazio che viaggia fino ai limiti del cosmo e fa ritorno (le storie cui faccio riferimento potevano tranquillamente anche fare a meno della spiegazione vivisezionistica)? qui invece la soluzione era -obbligata-, per questo dico che la ?morale? è scorretta: era l?unica strada percorribile per giustificare con un minimo di dignità la (scialba) storia, non un tema universale. Inoltre dov?è la riflessione sul mondo? Dopo il sogno si apprende cosa facevano i quattro uomini alla ditta farmaceutica e si capisce perché i conigli si coalizzano, perché Winston fa ritorno, che lui era il capo? ma dov?è la RIFLESSIONE sull?ORRORE della vivisezione? E la COMPARTECIPAZIONE? E la SOFFERENZA? Nelle quattro parole dette da Groucho: ?Non ho più battute, capo, altrimenti gliene darei una. Di quelle memorabili.?? O da Liz: ?Daniel? giuro che non ne sapevo niente di tutta questa storia!??
O magari mi dirai che è giusto nelle ultime tre pagine, dove si vede Dylan che mima gli effetti delle vivisezioni, con metalliche didascalie del tipo: ?Altre volte mi fanno così??, ?Altre volte mi fanno colì??, ?In un altro sogno invece??. O magari tiriamoci in ballo il sogno utopico di un mondo migliore con Dylan che balla con i coniglietti buoni dell?ultima pagina (alla Snoopy), perché lui si sente ?sempre più uguale a un animale e sempre meno simile a un uomo?, un sogno ?lontano dalla paura e dal dolore, dalla crudeltà senza senso di quegli esseri che si dicono ?umani? ?. Beh, non bastano queste quattro parole per dire: la ?morale? della storia è una critica mossa verso la vivisezione.<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">E poi, scusate, ma la tiritera del "difendi quest'albo solo perché è di Medda" è noiosa e lascia il tempo che trova. Ci manca solo che inizi a leggere frasi del tipo: "Se quest'albo l'avesse scritto Ruju..."<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote"> Non è né noiosa né lascia il tempo che trova, perché si sa che l?utente ragiona anche in base alle proprie simpatie. Non eri tu ad ammettere di essere stato prevenuto nei confronti de ?La collina dei conigli? fino a quando non si è saputo che la storia era di Medda? Sulla seconda cosa che scrivi ("Se quest'albo l'avesse scritto Ruju..."), beh, questa lascia davvero il tempo che trova?
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