Cravenroad7

Forum dylaniato
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# 262 - L'incendiario
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MessaggioInviato: sab lug 05, 2008 10:42 am 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Andrea</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Andrea</i>
<br />Voto 6.
Tolgo mezzo punto perchè nel monologo finale non mi si può usare il pronome "gli" per un femminile plurale.
E non mi interessa se ormai oggi la grammatica italiana lo permette. Io sono reazionario come la Rostler.[:D]<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Ridai il mezzo punto:
http://forum.accademiadellacrusca.it/fo ... /825.shtml

La grammatica non è un'opinione. [;)]
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Ti confondi con la matematica, Dario[;)].
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">No no, non mi confondo. [:)]
La grammatica è normativa e non è opinabile, che poi la norma venga applicata o meno all'effettivo uso linguistico è un altro conto (e con questo non dico che quando l'uso linguistico non si adegua alla grammatica è errato, anzi!).

E poi non si tratta del signor tizio dei tizi Vittorio Mascherpa, ma delle fonti da lui citate! Cioè, vuoi mettere in campo Berruto contro Serianni, l'enciclopedia Treccani e Battaglia?! [;)]

Inoltre è ovvio che, <i>stricto sensu</i>, il registro del diario non è "colloquiale" (in assenza di un interlocutore diverso dallo scrivente stesso), ma ciò non toglie che il registro sia egualmente "informale" e in quel caso allora una scrittura più libera e meno imbrigliata non è fuori luogo.

Ridai il mezzo punto, ahahahahah. [;)]


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MessaggioInviato: sab lug 05, 2008 11:06 am 
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Iscritto il: lun nov 20, 2006 10:46 pm
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Non sono d'accordo Dario.
Qui non si parla di norme insindacabili della grammatica (come possono essere -ad esempio- accenti o apostrofi che se trascurati generano equivoci a livello semantico).
Qui si parla di degenerazione (e non intendo il termine in senso negativo) di alcune regole dell'Italiano in virtù di un consolidato uso, nel parlato, di forme teoricamente, originariamente, scorrette.

La Lingua Italiana è "biologicamente" in evoluzione (confronta la grammatica di Fortunio con quella di Serianni!).
E come in tutte le situazioni culturali che mutano, c'è chi è più aperto e chi meno al cambiamento stesso.
Soprattutto nei primi tempi (e qui, ripeto, sono passati soltanto una decina d'anni). Poi, socialmente, il cambiamento diventa regola.

Oh. Io sul Berruto ho dato un paio di esami (glottologia e storia della lingua italiana), come ti permetti?[:D]

A.

P.S. Stiamo veramente andando OT però sarebbe anche interessante approfondire le differenze che dovrebbero esserci tra colloquiale in senso stretto (ovvero di parlato reale) e colloquiale riportato nel raccontato...
_____
http://dallacantina.blogspot.com


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MessaggioInviato: sab lug 05, 2008 11:53 am 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
Messaggi: 4831
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Andrea</i>
<br />Non sono d'accordo Dario.

[...]

Qui si parla di degenerazione (e non intendo il termine in senso negativo) di alcune regole dell'Italiano in virtù di un consolidato uso, nel parlato, di forme teoricamente, originariamente, scorrette.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Ti faccio un esempio semplicissimo. Quando usi il pronome personale soggetto dici "lui"/"lei" o "egli"/"ella" (ti prego, non dirmi la seconda...). E' pressappoco lo stesso caso di "gli" complemento indiretto femminile plurale.
Poi tu hai citato un "gusto" di Berruto, mica una norma! Inoltre nell'articolo che ti ho riportato dell'Accademia della Crusca ci sono esempi rispettabilissimi dell'uso di "gli" anche in autori certamente non recenti come Della Casa e Manzoni, quindi è "trascurabile" appellarsi alla "degenerazione/evoluzione biologica" della lingua.

Poi trascuriamo anche un altro punto fondamentale: "gli" non è tanto scorretto in quanto utilizzato come femminile plurale, ma in linea di massima sarebbe scorretto anche per il maschile plurale! In entrambi i casi dovrebbe essere impiegato "loro", cosa che risulterebbe irrimediabilmente desueta al giorno d'oggi.<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">La Lingua Italiana è "biologicamente" in evoluzione (confronta la grammatica di Fortunio con quella di Serianni!).
E come in tutte le situazioni culturali che mutano, c'è chi è più aperto e chi meno al cambiamento stesso.
Soprattutto nei primi tempi (e qui, ripeto, sono passati soltanto una decina d'anni). Poi, socialmente, il cambiamento diventa regola.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Appunto! Non è che solo la lingua italiana è "biologicamente" in evoluzione (oddio, sul termine "biologico" ci sarebbe da aprire una disputa senza fine), ma tutte le lingue storiche lo sono. Per il resto d'accordo con ciò che scrivi. [;)]
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Oh. Io sul Berruto ho dato un paio di esami (glottologia e storia della lingua italiana), come ti permetti?[:D]<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Guarda, se pensi che io ho letto il Berruto e il Graffi-Scalise per linguistica generale e poi il D'Achille per Storia della Lingua Italiana... [|)]
Per me, salvo repliche, FINE OT.<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">P.S. Stiamo veramente andando OT però sarebbe anche interessante approfondire le differenze che dovrebbero esserci tra colloquiale in senso stretto (ovvero di parlato reale) e colloquiale riportato nel raccontato...<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">EDIT:
dimenticavo, un testo fondamentale al riguardo è "Di scritto e di parlato" di Giovanni Nencioni. Lettura istruttiva.


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MessaggioInviato: sab lug 05, 2008 12:05 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Block -a dieta dal 56-</i>
Come struttura mi ha ricordato "L'inquilino misterioso" di Masiero anche se questo mi pare migliore.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Concordo in pieno: un Dylan che assiste alla storia di un'altra persona. Anche se nella storia di Masiero Dylan è più presente.


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MessaggioInviato: sab lug 05, 2008 12:29 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
Poi tu hai citato un "gusto" di Berruto, mica una norma!
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Ehm. Ho sempre infatti parlato di gusto personale, specificando fin dal mio primo intervento che le regole della grammatica consentono l'uso fatto da De Nardo.

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
Poi trascuriamo anche un altro punto fondamentale: "gli" non è tanto scorretto in quanto utilizzato come femminile plurale, ma in linea di massima sarebbe scorretto anche per il maschile plurale! In entrambi i casi dovrebbe essere impiegato "loro", cosa che risulterebbe irrimediabilmente desueta al giorno d'oggi.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Ma non è vero che lo stiamo trascurando... la discussione, credo per entrambi, prescindeva dalla base ovvia che quel "gli" è "scorretto" (virgolette d'obbligo per rispetto delle tue considerazioni) tanto in termini di genere (vit<b>a</b> è femminile) che di numero (vit<b>e</b> è plurale).
Io uso "loro". Sempre, tanto nello scritto quanto nel parlato... sono desueto.... [:D]

A.

P.S. Il D'Achille è toccato anche a me....[:)]
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MessaggioInviato: sab lug 05, 2008 2:27 pm 
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Iscritto il: sab dic 28, 2002 8:08 pm
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Se continuate a sprecare spazio con le vostre dotte e inutili disquisizioni linguistiche sarò costretto a cancellare i messaggi[;)]


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MessaggioInviato: sab lug 05, 2008 2:34 pm 
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Iscritto il: lun dic 26, 2005 11:47 pm
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Località: Torino
Spero che quell'"inutili" fosse scherzoso altrimenti ora ti sei inguaiato con le tue stesse mani[:D]


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MessaggioInviato: sab lug 05, 2008 10:59 pm 
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Iscritto il: mar ott 19, 2004 2:43 pm
Messaggi: 10747
Località: Sardegna
Non avendo ancora letto il Dyd del mese per un attimo aprendo questo topic ho pensato che mi aspettava una lettura molto difficile questo mese!![:D]


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MessaggioInviato: dom lug 06, 2008 9:41 pm 
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Iscritto il: sab set 10, 2005 1:11 am
Messaggi: 29
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Votato buono.


SPOILER
De Nardo scrive sempre delle sceneggiature scorrevoli, e il suo merito in questo caso è stato proprio di mantenere la scorrevolezza giocando sul paranormale. Non è facile.
Il soggetto è soddisfacente... non c'è coerenza estrema, le tesi sull'identità di Chance come si legge da questo forum possono essere addirittura contraddittorie, ma meglio una storia che non si spiega che il classico pistolotto finale. E di voli pindarici che usano dimostrazioni sempre più fantasiose pur di giungere a un'armonia di fondo ne ho piene le scatole.
La storia dei liceali è trita, ma funziona, perché De Nardo evita di caricare troppo i personaggi delle aspettative tipiche che gravano su questi stereotipi: intendiamoci, ognuno fa la sua parte: (lo sfigato fa lo sfigato -- ma di sfigati incendiari ne ho visti pochi), il finto amico traditore è infame ma non troppo, il cattivo inziale si pente ma non diventa un eroe principale (come accadeva in una storia del Maxi dello scorso anno), la ragazza è un po' zoccola ma dio ci scampi da scene di lacrime e di scuse. Bisogna avere equilibrio per affrontare in quelle poche pagine un argomento da Mtv, senza trasformalo in OC on in Greek... De Nardo lo fa. Bravo.

In questa storia Dylan non c'è, ma non mi meraviglia... lo ha fatto anche Sclavi. Se poi si vuole parlare di coerenza in Dylan Dog (e l'argomento a una trentina di numero 300 mi fa un po' ridere), allora ricordo di aver letto delle storie di Robin Wood che mi hanno fatto accapponare la pelle (forse, visto il caldo, qualche brivido farebbe bene), con il Dylan più insulso del mondo. Ma neanche l'ultimo Dylan Sclaviano, a mio avviso, è coerente.

Sui disegni non c'è molto da dire. Brindisi è Brindisi. Ciò che non mi è piaciuto tanto è che l'ho trovato un po' Bigliardiano nel modo di gestire le sfumature... e dire che ho sempre considerato Bigliardo Brindisiano. Sono un po' confuso. Smetto.

Soggetto: 7-
Sceneggiatura: 7
Disegni: 7


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MessaggioInviato: lun lug 07, 2008 10:51 am 
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Iscritto il: ven lug 28, 2006 5:53 pm
Messaggi: 15
Votato buono, ma tende ad eccellente. La storia è proprio bella, ben scritta e ben disegnata, e tiene alta la tensione fino alla fine. Il finale è la nota stonata, perchè sembra un pò troppo affrettato: dopo avere raccontato la storia di Nil Nobody si sarebbe dovuto chiarire meglio il ruolo di Dylan, e rendere così questo albo un pò più aderente al protagonista della saga, e invece niente, si lascia tutto sospeso e irrisolto, e, per carità, magari è pure voluto, però c'è davvero troppo poco Dylan Dog...


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MessaggioInviato: lun lug 07, 2008 11:06 am 
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Iscritto il: sab lug 05, 2008 12:11 pm
Messaggi: 14
Immagine

Edita il tuo post mymo CI SONO DENTRO DEGLI SPOILER.

Mi unisco alla massa, votato buono soprattutto per la sceneggiatura molto scorrevole.
Per il resto è una storia carina, ma non adatta a questo fumetto[spoiler] dylan appare in 10 pagine circa[/spoiler].
SPOILER


Non capisco perchè tanti dubbi sull'identità di chance----NIL


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MessaggioInviato: lun lug 07, 2008 11:17 am 
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Iscritto il: lun apr 23, 2007 1:18 pm
Messaggi: 10477
Località: Giuliano Teatino (Chieti)
Dylan Dog é una maschera e non un personaggio perché le caratterizzazioni sono forti, precise e non mutabili a differenza di altri personaggi fumettistici.

A differenza di questi il nostro indagatore ha sempre lo stesso abito con qualsiasi clima, si innamora ogni volta come se fosse la prima volta , non gli passa neanche per l'anticamera del cervello di sposarsi (Lillie a parte), l'automobile é sempre distrutta ma allo stesso tempo é indistruttibile, é sempre scettico ma alla fine l'assurdo lo circonda, nessun tipo di avventura gli é preclusa, é pauroso ma si butta subito a capofitto in situazioni pericolose.

E' per questo che gradisco maggiormente gli autori che non snaturano Dylan Dog (tipo Michele Medda, Paola Barbato-batoste amorose a parte-, Pasquale Ruju) .
Questi autori tenendo fede ad un un loro filone narrativo prediletto (thriller, onirico, investigativo, horror ecc.) scrivono Dylan Dog e NON il loro Dylan Dog.

Teniamo in conto che Dylan Dog ha sì dei paletti impiantati da Tiziano Sclavi nel primo numero ma a differenza di altri protagonisti di fumetti dà tantissimo spazio a sfaccettature che quest'ultimi non hanno.

Cerco di spiegarmi meglio: in Dylan Dog tutto può succedere, niente é improponibile ma il tutto deve restare comunque ancorato alle sue caratterizzazioni.

Vi immaginate Dampyr bloccato dalle fobie di Dylan Dog, Demian che dimentica la pistola a casa, Brendon che ha paura di topi e ragni ecc.

Quello che penso io é che in questi ultimi tempi non tutti gli autori hanno scritto Dylan Dog, hanno scritto sì delle belle storie ma su Dylan Dog e non di Dylan Dog.

Quella di questo mese é una bella bella storia (che io tra l'altro ho giudicato positivamente) ma rientra nel filone descritto sopra.

Io personalmente non ho niente contro questi autori, anzi leggo con piacere le storie ben scritte.

Ma allo stesso tempo tengo ben presente che il Dylan Dog di Tiziano Sclavi non esiste più e quindi cerco di non fare confronti.


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MessaggioInviato: lun lug 07, 2008 12:28 pm 
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Iscritto il: sab lug 09, 2005 12:11 pm
Messaggi: 2730
Non mi è piaciuto per nulla, ho votato insufficente...
ok la sceneggiatura è fatta bene, è scorrevole è buona, i disegni di Brindisi sono come al solito fantastici, però il soggetto? Non mi è piaciuto, non ne ho visto la finalità, non ho visto nulla...questo è il problema,è questione di gusti suppongo boh, quindi insufficente....per non parlare poi della copertina...


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MessaggioInviato: lun lug 07, 2008 2:26 pm 
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Iscritto il: ven set 23, 2005 2:31 pm
Messaggi: 3053
Località: Palermo
Dai... la Barbato snatura parecchio Dylan Dog. Su Medda e Ruju condivido (aggiungendo anche Enna, Masiero e Di Gregorio ma col beneficio del dubbio date le poche storie scritte) ma sulla Barbato proprio no. Fermo restando che ha scritto una lunga serie di capolavori.
Poca ironia, poco amore, poco Groucho, pochi clichè.
Viceversa ha valorizzato ancor di più figure come Bloch e Xabaras.
Il suo Dylan, invece, è sempre lì a tormentarsi (che è una caratteristica di Dylan, ma non LA caratteristica vera e propria stile Nathan Never) e i suoi comprimari fanno sempre qualcosa che esce dai canoni classici che li contraddistingue. Per dirla in breve... la Barbato scrive capolavori che rompono gli schemi. Come storie in se' ma anche come caratteristiche dei personaggi. E non è proprio da Dylan Dog (serial).
De Nardo, invece, a parte qualche felice eccezione, in linea di massima scrive storie per altri personaggi piuttosto che per Dylan Dog. E non è che la cosa sia un bene.

PS Anche se c'è da dire che sta tentando di virare verso i canoni della serie...


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MessaggioInviato: lun lug 07, 2008 4:43 pm 
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Iscritto il: lun nov 21, 2005 1:08 pm
Messaggi: 8740
Località: Eternia
sono d'accordo con lord sul discorso barbato.


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