Dylan Dog n. 107 , mensile
Il paese delle ombre colorateSoggetto e sceneggiatura:
Luigi MignaccoDisegni:
Luigi PiccattoCopertina:
Angelo Stano Peter Pencil si è perso. Si è perso dentro i suoi disegni, il suo lavoro, il suo mondo. Un paese popolato da ombre e colori senza spessore, ma capaci di uccidere! Mentre Peter dorme e vive la sua avventura lungo strade di cartone, l'inafferrabile Pink Rabbit torna a colpire nella realtà. Soltanto la bellissima Betty Bloom sa come rimettere tutto a posto e Dylan Dog dovrà seguirla oltre i confini della fantasia!Scheda wikidyd dell'albo:
link----------------------------------------------------------------------
Ci sono seguiti che sono stati accolti positivamente dal pubblico dylaniato perchè hanno la decenza di non mettere in discussione quei capoavori dei predecessori: ricordiamo per esempio Il cuore di Johnny (#127) sequel dell'eccezionale Johnny Freak (#81) e Ritorno al crepuscolo (#57) anticipato dallo storico La zona del crepuscolo (#7).
Ci sono poi altri seguiti che infangano la memoria dei predecessori, negando tesi esposte in questi albi storici e ricostruendo la storia da capo; se poi il risultato appare un delirio senza capo nè coda, non basta nemmeno un inizio al fulmicotone che ricorda da lontano quello del numero ventiquattro, un personaggio interessante sia come design che come battute (la mitica "Accidenti e accidentiere!") come Peter Pencil, una bellona che neanche Jessica Rabbit e un finale (che dovrebbe essere) strappalacrime per negare l'insufficienza secca a questo seguito sgradito; stiamo parlando infatti de Il paese delle ombre colorate che non riesce a competere nemmeno per un secondo con la genialità del prequel I conigli rosa uccidono (#24).
Eppure l'autore e il disegnatore sono gli stessi, la premiata ditta Mignacco&Piccatto, ma allora cos'è che non va? Non funziona proprio il soggetto, un copione sbagliato in partenza che osa mettere in discussione i meriti del suo predecessore e il suo finale sensazionale, un copione che potrebbe essere stato scritto per Topolino invece che per Dylan Dog e poco sarebbe cambato.
Le note positive non mancano ?come detto sopra? ma non bastano affatto per far raggiungere la sufficienza a questa storia.
soggetto 4
sceneggiatura 5
disegni 7
TOTALE 5