N.259 DA UNA LONTANA GALASSIA
S
P
O
I
L
E
R
La copertina è molto bella ma non c'entra con la storia; trasfigura infatti il personaggio di Luc Faraday, proiettandolo <i>dentro</i> Dylan, per fargli rivivere la scena iniziale dell'albo (e non quella finale). Il lavoro di Stano migliora negli anni in maniera direttamente proporzionale alle libertà che si prende: non più raccogliere una istanza narrativa, dunque, ma inventarne una nuova, stando sì all'ambientazione e suggestione generale della tematica, ma rileggendola con mezzi propri. E' così che nella sua nudità (non più di 3 elementi) la prima tavola di questo numero, vista da vicino, supera tutto il Roi del mese (M/R è ormai uno iato inquietante) ma anche la storia, dal punto di vista <i>proprio narrativo</i>. Ovvero: l'invenzione stanesca si beve 93 pagine di Mignacco. La capacità di sintesi di questo "affresco" - continua a sembrarmi il modo migliore per chiamare le sue cover - è lungamente più interessante di tutto il numero; all'esterno si crea aspettativa (cos'è quella palla di luce? dov'è diretta? perchè?), all'interno ogni sequenza prelude alla successiva, il proseguo è sgamato e l'interesse si azzera (anche una scimmia penserebbe alla soluzione-complotto). Mi sto dilungando su particolari secondari, per chi non l'avesse capito, perchè sulla storia in sè non trovo nulla da dire: continua l'anno nero di Dyd e Mignacco ne è un ottimo esempio. Dopo I RICORDI SEPOLTI, ecco un'altra "cosa delle sue": nessun interesse per ciò che si va narrando, riciclo preistorico di temi e situazioni (e sottolineo <u>preistorico</u>: pag.95, l'arrivo degli alieni - irruzione nella realtà della figura di fantasia - esattamente come il finale del n.2 JACK LO SQUARTATORE - ripeto: il numero due -), corsa zoppa a caratterizzare i personaggi, impasto di iconografie pop sputtanate già 10 anni fa (si va da HALLOWEEN a FUNNY GAMES), ancora dialoghi circensi (tutte le escandescenze di Luc, i vari "sono tra noi!", "fermo, maledetto!", giuda ballerino! un dardo soporifero!", "datemi un aulin!"), spiegazione finale e pistolotto: "Gli Alien Warriors più pericolosi sono qui, sulla Terra!".
Preme sottolineare come l'autore, quando tenti un'ombra di parodia (pag.63-66), rotoli totalmente nel ridicolo, non respingendo lo stereotipo della donna del mese ma anzi ridendoci crassamente sopra (certe cose lasciamole a Medda e Barbato, please); e come l'autore, infine, abbia palesemente sballato il numero di pagine, per poi dovervi rientrare a forza e dunque tirare le fila (pag.97-98) in modo imbarazzante.
Mignacco è la crisi della serie alla sua quintessenza.
Mignacco ci riprova ma il voto è sempre lo stesso.
Che altro? Ah sì: bella copertina.
Voto: 3
|