Buongiorno, Paola.
Sono un fan di Tex che, occasionalmente, acquista e legge alcuni albi di DD e che ti considera un'autrice valida e molto dotata.
Se Marcheselli, che sta per diventarne il curatore e che sicuramente ti conosce molto bene, ti proponesse di cimentarti su Tex Willer tu come reagiresti?
E' un'ipotesi totalmente fantascientifica?
L'idea di scrivere una storia western ti disgusta al punto che piuttosto preferiresti sceneggiare le finte storielle strappalacrime della D'Eusanio?
La considereresti una sfida stimolante?
E' il sogno della tua vita, al punto che soffri da morire quando non puoi far lottare Dylan contro una tribù di Apaches inferociti?
Come Garibaldi, risponderesti "Obbedisco"?
Domanda bis.
Diversi anni addietro l'attuale autore di Tex, il discusso (oggi) Claudio Nizzi fu "costretto" a vedere le sue storie (tra l'altro, storie assai valide, tra le migliori che abbia mai realizzato) firmate dal "mito" Gian Luigi Bonelli.
Al giorno d'oggi una situazione del genere, di sicuro spiacevole e frustrante (anche se sanata da un tardivo quanto doveroso riconoscimento "postumo" della vera paternità di quei soggetti e di quelle sceneggiature) potrebbe riproporsi?
Come reagioresti (leggi anche: come avresti reagito) di fronte ad una simile situazione?
Domanda ter.
Oggi lavori con soddisfazione su DD, subendo tuttavia i noti ed in parte comprensibili vincoli dovuti alla circostanza di scrivere un personaggio che non è proprio e che gode di grande successo e seguito.
Ma fino a che punto le scelte "editoriali" e "redazionali" possono essere tollerate?
Di Dylan, se non ho letto male quanto hai scritto su questa sezione, non puoi modificare praticamente nulla, e magari ciò a volte ti impedirà di realizzare le storie che avresti in mente. E' anzi plausibile che una parte delle critiche che a volte ricevi siano in realtà dovute a scelte di sceneggiatura che ti sono "caldamente consigliate" (per usare un bell'eufemismo) dai vertici della testata, quando invece la soluzione che tu avevi in mente avrebbe funzionato meglio (non mi riferisco in senso stretto alla "bellezza" di un albo quanto alla sua coerenza logica e stilistica).
Capisco bene che ognuno di noi, nel suo lavoro e non solo, sia costretto a sopportare facendo buon viso una serie di costrizioni più o meno gravose ma, per una professione "creativa" come la tua, l'imbarazzo potrebbe essere ancora più accentuato e maggiore la fatica per sopportare tutta una serie di lacci, lacciuoli e catene.
Come si sopporta tutto ciò?
Inoltre, e proprio per tutto quanto detto (troppo, sono più logorroico di Groucho ma non altrettanto spiritoso): se Paola Barbato dovesse realizzare una storia (non dico una serie "eterna" nel classico Bonelli-style, ma anche un albo unico o un breve ciclo di storie; insomma, un prodotto "alla francese"), cosa scriverebbe?
Quali personaggi hai in mente? Quali ambientazioni?
Ultima domanda.
Scriveresti (se già non l'hai fatto, ed in tal caso ti chiedo di scusarmi per la scarsa conoscenza della tua biografia artistica) un fumetto erotico?
Qualcosa tipo "Le 110 pillole" di Magnus, intendo.
Te lo domando in quanto considero, magari per una mia impostazione mentale sin troppo rigida, le donne generalmente assai più capaci degli uomini di esprimere nei loro racconti un mondo di sensazioni tanto "esteriori" eppure, evidentemente, intime.
Gli uomini, tranne le ovvie eccezioni, tendono ad esasperare gli aspetti puramente meccanici del sesso o, all'opposto, a perdersi in un mare di elucubrazioni farraginose e spesso noiose. Le donne, al contrario, sanno di solito raccontare con più naturalezza e minore artificiosità.
Ti ringrazio per le risposte (se ci saranno, ma sono abbastanza ottimista) e mi scuso per la lunghezza di questo post pieno zeppo di parole.
Ciaooooooo!
)
Eat my socks
Gino