Guarda rimatt, gli unici difetti strutturali (o in alcuni casi, presunti tali) che io ho letto nella recensione di V.M. sono:
1) "impossibile non appassionarsi ad una storia in cui fino alla cinquantesima pagina (su cento circa) si viene travolti da fiumi e fiumi di balloons nei quali si racconta l?accaduto senza alcuna sosta."
"Molto meglio affidarsi ad un paio di interminabili dialoghi fra Dylan e il cliente, o fra Dylan e gli abitanti del paesino che fa da location all?albo."
2) "Qualche trabocchetto (scambi di persona, tradimenti di alleati, ecc.), patti di sangue[...]"
Il resto mi è sembrato solo un risentito lamento di ciò che V.M. avrebbe voluto trovare e non ha trovato (o pensa di non aver trovato) nella storia. Ovviamente il lamento è tanto più risentito in quanto è inammissibile che a qualcuno questa "roba" possa essere piaciuta e addirittura ne parli bene! Cioè, ASSURDO!
Alcune postille al post di V.M., visto che ormai ci siamo:
1) "Ovvio, mostrandogli già nelle primissime pagine il modus operandi e il volto del terribile mostro di turno (un vampiro-stregone russo col dono dell?immortaliotà) con il quale l?infaticabile Indagatore dell?incubo avrà a che fare. Il tutto evitando accuratamente qualunque concessione allo splatter".
L'upyr non è immortale, viene spiegato da Sonja. Se V.M. avesse "argutamente" letto l'albo, così come pretenderebbe "argutamente" di commentarlo, lo saprebbe. Inoltre non vedo perché si debba essere obbligati all'impiego dello splatter (ricordo inoltre incidentalmente che è stato Ruju, con "I mostri di Sullivan", a riportare parzialmente in auge la categoria dello splatter sulla testata, dopo una latitanza che altri autori non si sono minimamente curati di indagare).
2) "E? bene evitare come la peste flash-back, narrazioni per immagini e altre simili diavolerie moderne: il lettore (sempre quello medio: dodicenne, cardiopatico, ecc.) potrebbe confondersi e non riuscire a seguire lo svolgersi dei fatti."
Altra distrazione dell'arguzia di V.M.: davvero vengono evitate le analessi? Davvero nella storia non ci sono ottimi esempi di narrazione per immagini, vignette eloquentissime in cui non si spiccica mezza parola? (ma a dirla tutta secondo me questo è, in gran parte, merito dell'arte di Stano).
3) "Se poi a pagina 50 si riesce anche a svelare il finale della storia (ad esempio che la bella prigioniera da salvare è in realtà ben felice di restare con il mostro-carceriere), beh, allora come sceneggiatori si è proprio dei vecchi volponi".
Beh, è così solo se si pensa che l'aver svelato che la prigioniera è d'accordo col rapitore è il finale della storia. Se poi il cardiopatico lettore dodicenne compisse un ulteriore sforzo potrebbe domandarsi il perché di questa concordia, interrogandosi, in modo da tenere desta la curiosità fino alla fine dell'albo. Tuttavia è vero che certe persone si limitano alla mera successione dei fatti senza andare alla ricerca delle cause. Ah, a proposito, il Nuovo Testamento è la storia di un tizio che poi muore.
4) "Con un messaggio, una morale della favola. Ma attenzione: sia una morale chiara, del tutto condivisibile e politicamente corretta (magari, tanto per dirne una, la classica critica alla scienza irrispettosa dell?ambiente)!"
Esatto! La stessa morale della favola sclaviana per cui i militari sono cattivi e gli emarginati/deformi sono buoni!
"Niente anticonformismi, ci potrebbero essere proteste."
Certo, la moglie che piuttosto è disposta a far accoppare il marito che ama per un atavico legame che la lega al mostro sterminatore è la cosa più conformistica che si possa leggere. O Dylan che apre una camera stagna a potenziale rischio e contaminazione radioattivi.
"Niente finali aperti, il lettore medio potrebbe non capire che l?albo finisce a pagina 98 e poi lamentarsi il mese successivo per la mancata pubblicazione del seguito."
Allora io mi lamenterò del fatto che le storie di Barbato non sono oniriche. E mi lamenterò del fatto che Chiaverotti non riesce a scrivere storie che vadano al di là della "semplice tecnica adolescenziale". E mi lamenterò del fatto che Sclavi in 20 anni non è rimasto la stessa persona e, di conseguenza, non scrive più storie allo stesso modo. E mi lamenterò del fatto che Medda se la prende con i nerd. Se vuoi vado avanti.
"Nell? ultima vignetta è indispensabile che Dylan pronunci una frase celebre e profonda, che renda giustizia alla sua natura di icona del fumetto italiano (perfetta sarebbe un?esclamazione del tipo: ?Ci sono promesse che è meglio non mantenere! E veleni che vanno sepolti per sempre!?)."
Cito (male): "PAPA', PAPA', TI VOGLIO BENE!"
Cito (male): "E chi può dire chi sono i veri mostri. Forse l'impiegato di banca che ti chiude lo sportello in faccia, o forse le persone che nel mondo fanno ancora la guerra, o forse..."
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Dagli occhi vermigli grondano oramai
lacrime sanguigne, per tetri calamai.
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