<i>Dedicato @Dario</i>
h.21:53
Ad esser sinceri non intendevo analizzare l?albo del mese.
In primo luogo per svogliatezza. E poi perché oggi pomeriggio ho notato che Ema mi aveva tolto le parole di bocca con una recensione che utilizzava tutte le argomentazioni che avrei addotto in un mio ipotetico commento.
A farmi cambiare idea è la discussione della quale è possibile trovare traccia nei post precedenti: più che lanciarmi in uno sforzo retorico per difendere le affermazioni ?incriminate? preferisco entrare nel merito de ?La furia dell?Upyr?.
Due premesse: 1. Tutto quanto segue è strettamente IMO; 2. Per le ragioni sopra esposte il mio commento mancherà di originalità; l?attenuante è che si tratta, appunto, di un commento e non di un?opera creativa.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
<b>Dal ?MANUALE DELLO SCENEGGIATORE DYLANIATO?</b>
<b>Come catturare fin dall?inizio l?attenzione del lettore?</b>
Ovvio, mostrandogli già nelle primissime pagine il modus operandi e il volto del terribile mostro di turno (un vampiro-stregone russo col dono dell?immortaliotà) con il quale l?infaticabile Indagatore dell?incubo avrà a che fare. Il tutto evitando accuratamente qualunque concessione allo splatter: il lettore medio (di età compresa fra i sei e i dodici anni), già sconvolto dalla visione del bestione, potrebbe subire un arresto cardiaco e giungere all?exitus.
<b>Come mantenere alta l?attenzione del lettore fino a metà albo?</b>
Il lettore è un gran curiosone, ama il soprannaturale, le antiche leggende, i riferimenti a luoghi esotici (l?ex-Urss) e fatti storici (Chernobyll). Impossibile non appassionarsi ad una storia in cui si parla, ad esempio, di disastri nucleari, di cavalieri suicidi del XVII secolo, di creature che possono essere uccise solo con un paletto nel cuore. Ancora: impossibile non appassionarsi ad una storia in cui fino alla cinquantesima pagina (su cento circa) si viene travolti da fiumi e fiumi di balloons nei quali si racconta l?accaduto senza alcuna sosta. E? bene evitare come la peste flash-back, narrazioni per immagini e altre simili diavolerie moderne: il lettore (sempre quello medio: dodicenne, cardiopatico, ecc.) potrebbe confondersi e non riuscire a seguire lo svolgersi dei fatti. Molto meglio affidarsi ad un paio di interminabili dialoghi fra Dylan e il cliente, o fra Dylan e gli abitanti del paesino che fa da location all?albo.
Se poi a pagina 50 si riesce anche a svelare il finale della storia (ad esempio che la bella prigioniera da salvare è in realtà ben felice di restare con il mostro-carceriere), beh, allora come sceneggiatori si è proprio dei vecchi volponi: il lettore di certo apprezzerà, perché una simile soluzione gli regalerà tranquillità e sicurezza.
<b>Come accrescere l?ormai acquisita attenzione del lettore nelle restanti pagine?</b>
Semplice: introducendo alcuni elementi tipici del genere di riferimento -l?horror, nel nostro caso- in mancanza dei quali il fruitore resterebbe irrimediabilmente con l?amaro in bocca. E così, ad esempio, si può immaginare un assalto da parte dei ?buoni? alla tenebrosa base del nemico, qualche trabocchetto (scambi di persona, tradimenti di alleati, ecc.), patti di sangue, fughe da orde di zombie contaminati da radiazioni (quello fra fantascienza e horror è un cocktail da urlo, lo si ricordi sempre!), stirpi maledette, ecc.
<b>Come conquistare il cuore del lettore con un finale memorabile?</b>
Con un messaggio, una morale della favola. Ma attenzione: sia una morale chiara, del tutto condivisibile e politicamente corretta (magari, tanto per dirne una, la classica critica alla scienza irrispettosa dell?ambiente)! Niente anticonformismi, ci potrebbero essere proteste. Niente finali aperti, il lettore medio potrebbe non capire che l?albo finisce a pagina 98 e poi lamentarsi il mese successivo per la mancata pubblicazione del seguito.
Nell? ultima vignetta è indispensabile che Dylan pronunci una frase celebre e profonda, che renda giustizia alla sua natura di icona del fumetto italiano (perfetta sarebbe un?esclamazione del tipo: ?Ci sono promesse che è meglio non mantenere! E veleni che vanno sepolti per sempre!?).
<b>Come non far rimpiangere papà-Sclavi e il Dylan che fu?</b>
Non è possibile mettere a tacere i soliti nostalgici, ma fortunatamente è inutile curarsene: si tratta di gente che pur continuando a lamentarsi non avrà mai il coraggio di interrompere la collezione.
Piuttosto si eviti qualunque tipo di sperimentazione, qualunque idea anche solo potenzialmente ?rischiosa?: la testata nelle edicole se la cava discretamente, perché darle scossoni? Meglio cercare di avvicinare i lettori più giovani con plot semplici e lineari. Il risultato sarà garantito!
FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER
<b>Conclusione</b>
Se lo sceneggiatore dylaniato rispetterà le poche ma rigide regole sopra elencate, lavorerà con dedizione e rispetterà le date di consegna, allora non tarderà a diventare una colonna portante della serie. Le sue storie si moltiplicheranno a vista d?occhio e a quel punto l?editore, chissà, potrebbe anche concedergli il lusso di realizzare un?intera miniserie, o persino di servirsi di un certo Angelo Stano alle matite, prima scomodato esclusivamente per le grandi occasioni.
Difficile? Ovviamente sì, non a caso di Pasquale Ruju ce n?è uno solo. Gli altri (De Nardo, Faraci, Marzano, Enna, Masiero, Mignacco, ecc.) si sono arresi o si arrenderanno dopo pochi numeri_
V.M. (vietato ai minori)
V.M. -dal 1986-
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