Non ho difficoltà ad ammettere che mi sono accinta alla lettura di <i>Appuntamento con il destino</i> doppiamente prevenuta, vuoi per l?abusato tema di fondo della premonizione di morti violente (per inciso, ho letto di recente <i>Ti ho visto morire</i>, albo assai esile a livello di trama, ma scritto magnificamente) vuoi per l?altro, inflazionato <i>cliché</i> della morte di un ?forte? protagonista seriale, su cui mi sono già espressa quando ancora ero un?implume dylaniata dormiente? E invece questo duplice pregiudizio è stato prontamente rispedito al mittente da una storia avvincente e interessante quanto basta, specie nello scioglimento della vicenda. Ma vorrei scendere ? ahivoi ? un po? più nel dettaglio, per cui, da qua in poi,
CONTIENE SPOILER.
La vicenda si regge su un impianto semplice, senza troppi fronzoli, ma solido, basato sulla circolarità: c?è una situazione iniziale cui segue un determinato svolgimento, che riconduce a sua volta ? attraverso l?arzigogolato piano della Morte (lo ammetto: sono sempre contenta di vedere in azione l?Oscura Signora, anche per una manciata di vignette) ? al punto di partenza, <i>conditio sine qua non</i> per determinare un diverso andamento dei fatti e dare all?insieme una conclusione per me più che accettabile; magari un po? retorica ? la dicotomia (manichea?) tra <i>Eros</i> e <i>Thanatos</i>; ?forse tu sei la donna che più lo ha amato?? ? e ?laboriosa?, oltreché parzialmente intuibile, ma nient?affatto disdicevole.
In mezzo, una nutrita sequela di premonizioni, molto precise e circostanziate, anche fin troppo (un po? di visionarietà in più non avrebbe guastato?), e altrettanti salvataggi <i>in extremis</i>, fino all?ultimo attentato, che risulterà fatale per Dylan e per il folle senza nome (a proposito, il suo abbigliamento lo rende molto simile al killer di <i>Giorno maledetto</i>, altro albo incentrato sul tema delle morti previste). Dalla supposta dipartita del titolare di testata al rovesciamento finale passano soltanto due pagine, in cui, in maniera molto sobria, possiamo cogliere per un attimo le reazioni dei personaggi all?evento: piuttosto banali l?invito di Bloch a esser fieri del sacrificio di Dylan e la sua riflessione sulla solitudine (ma la battuta ?? e causando la morte dell?attentatore ha impedito che molte altre [persone] fossero uccise in futuro?? è prefigurazione del ?colpo di coda? finale, quando Johanna ? di cui, piccolo inciso, non riusciamo a sapere il cognome ?, con la sua scelta apparentemente immatura, sacrifica se stessa per le vittime che l?attentatore avrebbe mietuto, incluso il suo amato), più desolante l?immagine di un Groucho tutto solo intento a sfamare i piccioni e a sfornare mestamente battute (l?ultima delle quali, ?persino gli amici più inseparabili non possono partecipare uno al funerale dell?altro?, mi ha sinceramente intristito). Ho apprezzato che tutto questo si sia protratto veramente per poco: la prosecuzione dell'inevitabile <i>fictio</i> mi avrebbe piuttosto infastidito.
Essenziale, a mio modo di vedere, anche la caratterizzazione dei personaggi, funzionali alle azioni che devono compiere più che dotati di forte spessore e autonomia dal contesto narrativo di loro stretta pertinenza, ma non sgradevoli e/o sopra le righe. Dylan, in particolar modo, mi sembra abbastanza <i>in character</i>, e se la facilità con cui crede alle premonizioni di Johanna già durante il primo colloquio con lei (p. 45) e va alla ricerca del negozio di giocattoli può sembrare eccessiva, pur non restando convinta proprio al cento per cento, la prendo ?con beneficio d?inventario? come volontà di non lasciar cadere nel vuoto l?allarme lanciato dalla ragazza, non potendo, oltretutto, contare su Bloch (ultima vignetta di p. 46). Qualche fronzolo in più, per riprendere l?espressione usata all?inizio, Mignacco se lo concede nelle didascalie simil-sclaviane sulle vite future dei personaggi, quale più riuscita quale meno.
Sul comparto grafico, infine, appropriandomi nuovamente di un?espressione di Dario, dico soltanto che anche per me i disegni di Freghieri (che anche qui non ritrovo ispirato come ne <i>Il guardiano del faro</i>) sono ?bellissimi ma come al solito noiosissimi?: le facce, soprattutto, sembrano maschere di cera, prive come sono, quasi del tutto, di espressività e caratterizzazione epidermica (non so se ho usato l?espressione giusta, qui). Un applauso, però, per la rappresentazione dell?Oscura Signora nella penultima tavola.
Volendo cercare di quantificare con un voto le mie impressioni (cosa che mi risulta sempre più difficile e a cui, credo, rinuncerò), <i>Appuntamento con il destino</i> arriva per me agevolmente alla sufficienza; forse meriterebbe anche qualcosina in più, ma devo metabolizzare meglio?
Ciao,
Federica
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Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare.
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