Quello proposto da Rimatt è uno spunto a mio parere interessante.
L' empatia è la capacità di comprendere in maniera istintiva e profonda i sentimenti, le azioni e le motivazioni di una persona.
Il termine è quanto mai appropriato nella scrittura proprio perché nato in tale contesto come rapporto di partecipazione emotiva al raccontato del narratore.
Manfredi non scrive personaggi con cui entrare in empatia.
Più che altro, credo (dico credo perché con Magico Vento sono spaventosamente indietro con la lettura) dipenda dal fatto che l'autore esplicita davvero poco le reazioni/emozioni che suscitano determinate situazioni.
Motivo in più per vederlo quanto prima all'opera su Tex. Personaggio in sintonia con questo tipo di caratterizzazione.
Ben diverso, dunque, da un John Doe con cui non entro in empatia perché personaggio scritto e costruito su parametri che non mi corrispondono.
Ovviamente non è valida l'equazione personaggio con cui non entro in empatia=serie che non mi piace.
A.
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