Cravenroad7

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<center>AVVERTENZA: DEDICO QUESTO POST AD UNA PERSONA SPECIALE E QUELLA PERSONA SA CHE QUESTO POST E' PER LEI.</center>
Dedico a questa persona...un fiore raro.


Jorge Luis Borges - La rosa di Paracelso.

Nel suo laboratorio, che occupava le due stanze del seminterrato, Paracelso chiese al suo Dio, al suo Dio indefinito, a qualunque Dio, di inviargli un discepolo. Cadeva la sera. Il fuoco languiva nel camino gettando intorno ombre irregolari. Alzarsi per accendere la lampada di ferro era troppo faticoso. Distratto dalla stanchezza, Paracelso dimenticò la sua preghiera. La notte aveva cancellato i polverosi alambicchi e il fornello da alchimista quando bussarono alla porta. Assonnato, l?uomo si alzò, salì la breve scala a chiocciola e aprì un battenete. Entrò uno sconosciuto. Era anche lui molto stanco. Paracelso gli indicò una panca; l?altro si sedette e attese. Per un po? non scambiarono parola.
Il primo a parlare fu il maestro.
<Ricordo volti dell?Occidente e volti dell?Oriente> disse non senza una certa enfasi. <Ma non ricordo il tuo. Chi sei e cosa vuoi da me?>
<Il mio nome non importa> replicò l?altro. <Tre giorni e tre notti ho camminato per entrare nella tua casa. Voglio essere tuo discepolo. Ti porto tutti i miei averi>.
Tirò fuori una borsa e la rovesciò sul tavolo. Le monete erano molte, e d?oro. Lo fece con la mano destra. Paracelso gli aveva voltato le spalle per accendere la lampada. Quando tornò a girarsi, notò che nella mano sinistra l?altro teneva una rosa. La rosa lo inquietò.
Si mise seduto, unì le punte delle dita e disse:
<Mi credi capace di produrre la pietra che muta in oro tutti gli elementi e mi offri oro. Ma io non cerco l?oro e, se è quello che ti interessa, non sarai mai mio discepolo>.
<L?oro non mi interessa> rispose il giovane. <Queste monete sono solo un piccolo segno del mio desiderio di lavorare. Voglio che mi insegni l?Arte. Voglio percorrere con te il cammino che conduce alla Pietra>.
Paracelso dichiarò lentamente:
<Il cammino è la Pietra. Il punto di partenza è la Pietra. Se non capisci queste parole, non hai ancora iniziato a capire. Ogni passo che farai è la meta>.
L?altro lo guardò con sospetto. Chiese con voce diversa:
<Ma c?è una meta?>
Paracelso rise.
<I miei detrattori, che sono tanto numerosi quanto stupidi, dicono di no e mi chiamano impostore. Non credo che abbiano ragione, ma non è impossibile che sia un illuso. Tuttavia so che c?è un Cammino>.
Seguì un attimo di silenzio, poi l?altro disse:
<Sono pronto a percorrerlo con te, anche se dovessimo camminare anni e anni. Lasciami attraversare il deserto. Lasciami scorgere almeno da lontano la terra promessa, anche se gli astri non dovessero concedermi di mettervi piede. Prima di intraprendere il cammino, però, voglio una prova>.
<Quando?> domandò inquieto Paracelso.
<Subito> rispose con brusca decisione il discepolo.
Avevano iniziato a parlare in latino; adesso erano passati al tedesco.
Il giovane sollevò in aria la rosa.
<Corre voce> disse <che puoi bruciare una rosa e farla risorgere dalle ceneri grazie alla tua arte. Lasciami essere testimone di questo prodigio. Non ti chiedo altro, poi ti darò tutta la mia vita>.
<Sei molto credulo> disse il maestro. <Ma non so che farmene della credulità; esigo la fede>.
L?altro volle insistere.
<Proprio perché non sono credulo, voglio vedere con i miei occhi l?annientamento e la resurrezione della rosa>.
Paracelso l?aveva presa in mano e ci giocherellava parlando.
<Sei credulo> ripetè. <Dici che sono capace di distruggerla?>.
<Chiunque è capace di distruggerla> replicò il discepolo.
<Sei in errore. Credi forse che qualcosa possa essere riportato al nulla? Credi che il primo Adamo, in Paradiso, possa aver distrutto un solo fiore o un filo d?erba?>.
<Non siamo in Paradiso;> ribattè testardo il giovane <qui, sotto la luna, tutto è mortale>.
Paracelso si era alzato in piedi.
<E in quale altro posto ci troviamo? Credi che la divinità possa creare un luogo che non sia il Paradiso? Credi che la Caduta sia qualcosa di diverso dal non sapere che siamo in Paradiso?>.
<Una rosa si può bruciare> dichiarò in tono di sfida il discepolo.
<C?è ancora fuoco nel camino> disse Paracelso. <Se tu gettassi questa rosa nelle braci, crederesti che si sia consumata e che la cenere è vera. Ma io ti dico che la rosa è eterna e che solo la tua apparenza può mutare. Mi basterebbe una parola per fartela rivedere>.
<Una parola?> esclamò sorpreso il discepolo. <Il fornello è spento e gli almbicchi sono pieni di polvere. Come potresti farla risorgere?>.
Paracelso lo guardò con tristezza.
<Il fornello è spento> ripetè <e gli alambicchi sono pieni di polvere. A questo punto della mia lunga giornata uso altri strumenti>.
<Non oso chiedere quali> disse l?altro con astuzia o con umiltà.
<Parlo di quello che usò la divinità per creare i cieli e la terra e l?invisibile Paradiso in cui ci troviamo e che il peccato originale ci nasconde. Parlo della Parola che ci insegna la scienza della Cabbala>.
Il discepolo ribadì con freddezza:
<Ti chiedo la grazia di mostrarmi la scomparsa e la ricomparsa della rosa. Non m?importa se operi con alambicchi o con il Verbo>.
Paracelso riflettè. Poi disse:
<Se lo facessi, diresti che si tratta di un?apparenza imposta ai tuoi occhi per magia. Il prodigio non ti darebbe la fede che cerchi: lascia dunque perdere la rosa>.
Il giovane lo guardò ancora con sospetto. Il maestro alzò la voce e gli disse:
<E poi, chi sei tu per entrare nella casa di un maestro ed esigere un prodigio? Che cosa hai fatto per meritare un simile dono?>.
L?altro, tremante, replicò:
<So bene che non ho fatto nulla. Ti chiedo, in nome dei molti anni che passerò studiando alla tua ombra, di mostrarmi la cenere e poi la rosa. Non ti chiederò altro. Crederò alla testimonianza dei miei occhi>.
Prese bruscamente la rosa rossa che Paracelso aveva posato sullo scrittoio e la gettò tra le fiamme. Il colore scomparve e rimase solo un po? di cenere. Per un istante infinito aspettò le parole e il miracolo.
Paracelso era rimasto impassibile. Poi disse in tono stranamente sincero:
<Tutti i medici e tutti gli speziali di Basilea affermano che sono un imbroglione. Forse sono nel vero. Ecco la cenere che era la rosa e che non lo sarà più>.
Il giovane provò vergogna. Paracelso era un ciarlatano o un semplice visionario e lui, un intruso, aveva varcato la sua soglia e ora l?obbligava a confessare che le sue famose arti magiche erano vane.
Si inginocchiò e disse:
<Mi sono comportato in modo imperdonabile. Mi è mancata la fede, che il Signore esigeva dai credenti. Lascia che continui a vedere la cenere. Tornerò quando sarò più forte e diventerò tuo discepolo e, al termine del Cammino, vedrò la rosa>.
Parlava con autentica passione, ma quella passione nasceva solo dalla pietà che gli ispirava il vecchio maestro, così venerato, così attaccato, così illustre e quindi così vuoto. Chi era lui, Johannes Grisebach, per scoprire con mano sacrilega che dietro la maschera non c?era nessuno?
Lasciargli le monete d?oro sarebbe stata un?elemosina. Mentre usciva, le riprese. Paracelso lo accompagnò ai piedi della scala e gli disse che in quella casa sarebbe stato sempre il benvenuto. Sapevano entrambi che non si sarebbero rivisti mai più.
Paracelso rimase solo. Prima di spegnere la lampada e di sedersi nella logora poltrona, raccolse il lieve pugno di cenere nel cavo della mano e sussurrò piano una parola. La rosa risorse.


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MessaggioInviato: ven nov 16, 2007 6:24 pm 
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grazie,dario!mi hai commosso![:I]


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MessaggioInviato: ven nov 16, 2007 6:49 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by harlan73</i>
<br />grazie,dario!mi hai commosso![:I]
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Infatti il dedicatario non eri tu. [:D]


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MessaggioInviato: ven nov 16, 2007 7:08 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by harlan73</i>
<br />[V]
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
auh[:D]auhau[:D]ahuahauah[:D]uaha[:D]uahaua[:D]hauahaua[:D]hauah[:D]

Il nostro universo è l'interno di un buco nero


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MessaggioInviato: ven nov 16, 2007 7:27 pm 
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Iscritto il: mer ott 11, 2006 11:40 pm
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ma proprio non ce lo vuoi dire chi è il destinatario? noi siamo curiosi..prima tiri la pietra e poi nascondi la mano..[:(!][;)][:D]


***
piccoli ruju crescono!


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MessaggioInviato: sab nov 17, 2007 2:55 pm 
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Iscritto il: mar nov 21, 2006 6:58 pm
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Dario cos'è sta storia??? [:(!] Hai un amante?? [:0] Basta ho deciso... chiedo il divorzio!
..poi vediamo se in tribunale ce lo dici chi era il destinatario!!!

[;)]

<hr noshade size="1">Con Pasqualon ci puoi giocare
PASQUA-LON
e tante forme puoi inventare
PASQUA-LON
con mille giochi divertenti
PASQUA-LON
mille colori differenti,
gioca un po' con Pasqualon!!!


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MessaggioInviato: sab nov 17, 2007 3:29 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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Piuttosto la gogna!

Oggi dedico una pizza con salsicce e friarielli preparata da me medesimo ai miei compagni dell'università, che ieri mi hanno commoventemente preparato un buonissimo Tiramisù (e la panza scende giù...).


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MessaggioInviato: mar nov 27, 2007 2:54 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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Dedico a me stesso una canzone consolatoria.
------------------------------------------------

Fabrizio De André - Verranno a chiederti del nostro amore

Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a crederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta

non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore
dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"

non sono riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.

E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pesarmi già vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi,

digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l'amore
alle carenze dell'amore
era facile ormai

non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.

Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,

ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo
e troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi

sono riusciti a cambiarci
ci son riusciti lo sai.

Ma senza che gli altri non ne sappiano niente
dimmi senza un programma dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito
farai l'amore per amore
o per avercelo garantito,

andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori
o resterai più semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,

continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai.


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MessaggioInviato: mar nov 27, 2007 3:03 pm 
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Iscritto il: mar nov 21, 2006 6:58 pm
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Perchè hai bisogno di consolazione dariuccio? [:)]

<hr noshade size="1">Con Pasqualon ci puoi giocare
PASQUA-LON
e tante forme puoi inventare
PASQUA-LON
con mille giochi divertenti
PASQUA-LON
mille colori differenti,
gioca un po' con Pasqualon!!!


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MessaggioInviato: mar nov 27, 2007 3:21 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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Perché ultimamente sono più nervoso del solito Monna e devo considerare l'idea di prendere delle decisioni semi-importanti.


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MessaggioInviato: mar nov 27, 2007 3:24 pm 
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uuuummmmmmmmmmm... bè, spero che ce la farai! [;)]

<hr noshade size="1">Con Pasqualon ci puoi giocare
PASQUA-LON
e tante forme puoi inventare
PASQUA-LON
con mille giochi divertenti
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gioca un po' con Pasqualon!!!


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MessaggioInviato: mar nov 27, 2007 8:00 pm 
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Iscritto il: lun dic 26, 2005 11:47 pm
Messaggi: 8059
Località: Torino
Maledetto cosa mi posti!?!?!? Ora ogni volta che l'ascolterò, da solo in macchina nella mia metropoli preferita, bloccato negli ingorghi semaforici con la pioggerellina fine fine che mi inumidisce la capocchia della sigaretta che fuoriesce dal finestrino quasi fino a commettere lo spregevole scherzo di spegnermela del tutto mentre i ricordi prendono il sopravvento e già quelli dietro mi suonano - Cazzo vuoi, ora spengo proprio il motore, vediamo un pò....dai scendi facciamo a botte #@#]*zo di @#@#òzo - PENSERO' A TE!



Siamo sulla stessa lunghezza d'onda in questo periodo se non l'hai capito

________________________________________________

Poche cose sono più dure da sopportare del fastidio di un buon esempio.


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MessaggioInviato: mar nov 27, 2007 9:04 pm 
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Iscritto il: ven feb 23, 2007 2:58 pm
Messaggi: 5368
Località: Inland Empire
Un augurio di cuore a Dario [:X]
Dai ti dedico io qualcosa adesso, che rientra nei nostri gusti fantastici

<i>E sempre quando inaridita
Parea l'ispirazione
E lui tentava di sospendere
Stanco, la narrazione:
"Domani il resto..." "Oggi è domani!"
Era l'implorazione.</i>

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MessaggioInviato: sab dic 01, 2007 4:43 pm 
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Iscritto il: lun apr 23, 2007 1:18 pm
Messaggi: 10477
Località: Giuliano Teatino (Chieti)
Dedico al mio scricchiolino la canzone "Angie" dei Verdena

... qunando la ascolto mi viene da pensare alle donne di Dylan e soprtattutto a Morgana

Un abbraccio

------------------------------------------------------------------------

Batti in aria le mani e poi falle vibrar ,
se fai come Simone , non puoi di certo sbagliar !


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