<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Oak</i>
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A breve cercherò di spiegarmi meglio...
Oak
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eccomi (contiene <font size="3">SPOILER</font id="size3">):
Apprezzo il lavoro di Manfredi, alcuni episodi di Magico Vento li trovo bellissimi (e ci mancherebbe!). Però...
i suoi personaggi spesso sono antipatici. Prendiamo Ugo Pastore: è bello, atletico, spara benissimo, parla mille e una lingua, ricco, intelligente, acculturato, alta moralità, battuta pronta. Stà simpatico alle persone cool, così, solo per il fatto di esistere. Esempio: Volto Nascosto lo grazia e lo porta con sè in una sorta di percorso educativo, Vittorio de Cesari lo salva dai ladroni, lo salva dal notaio capo, poi gli offre un bel lavoro agreste, Matilde Sereni lo invita a casa non una, ma due volte e guardano romanticamente il paesaggio. Ma perchè? E soprattutto, visto che gli va tutto bene, perchè sta sempre col muso? Diciamo che se io avessi un amico così virtuoso... lo paccherei di sicuro per uscire con la mia cumpagnia di amici viziosi, sfigati e perdenti. E divertenti. (sono forse irrimediabilmente attratto dal lato oscuro? It's only rock and roll but I like it?) Anche il personaggio di Magico Vento soffre un po' di questa sindrome da perfettino.
Altra critica: Manfredi spesso porta avanti il racconto in modo corale, con più personaggi in primo piano, inoltre racconta più vicende separate, ma tutte insieme. A volte gli riesce, altre volte no e il fumetto risulta frammentario, di difficile lettura. A me piace il fumetto in quanto linguaggio immediato, di immediata lettura. Non dico che non ci possano essere più livelli di interpretazione, a diverse profondità, ma che tra le molte fila tirate dall'autore almeno una faccia da collante e sia individuabile facilmente.
Queste due critiche sono solo opinioni, punti di vista personali, magari le stesse cose che io ho elencato come difetti per qualcun altro sono pregi. Ma c'è una critica a questo secondo albo di Volto Nascosto che invece mi sembra più generale: gli avvenimenti avanzano senza legame logico. Perchè Vittorio trova così simpatico Ugo Pastore da andare a salvarlo dalle accuse del notaio? Perchè lo porta con sè per sgominare la banda del Verruca? Perchè lo difende con rabbia dalla facile battuta della ragazza mora? Perchè gli offre il lavoro di amministratore delle sue proprietà? La lettura mi risulta pesante. Posso immaginare che questo tipo di scrittura sia utilizzata per richiamare lo stile dei romanzi d'appendice pubblicati proprio sui giornali di quel periodo, in cui la narrazione doveva essere ricca di avvenimenti, meglio se a tinte forti, ma mi sembra che non funzioni in questo fumetto.
Subisco il fascino dell'ambientazione africana e della Roma di inizio 900, come anche mi piace la scelta di raccontare quel momento di storia, con intelligenza, come sa fare Manfredi, ma questo non è per me sufficiente. Sono felice che abbia un suo pubblico così affezionato, perchè sicurmente non dice cose stupide ed è un bene per il fumetto, ma a volte mi stanca e interrompo la lettura.
Oak [;)]
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