Ecco finalmente il finale, di questa storia che ci pare inedita in Italia, pubblicata invece su un magazine americano con lo scopo di ricreare l'atmosfera "malata" del racconto breve "La Lotteria" di Shirley Jackson.
GUTS (IV parte)
Ed ora ciò che ha incasinato me.
La caccia alla perla. Vuol dire segarsi sott?acqua, rimanendosene seduti sul fondo della piscina dei miei genitori. Un respiro profondo e una spinta verso il basso, e via il costume. Sedere laggiù per due, tre, quattro minuti. Grazie alla frequenza delle mie masturbazioni avevo una notevole capacità respiratoria. Le volte che avevo casa tutta per me, ci passavo l?intero pomeriggio.
Schizzato fuori, lo sperma rimaneva come sospeso in grosse masse grasse. Dopo si apriva la caccia alla perla, c?era da recuperare tutto per poi ripulirsi le mani sporche con un asciugamano.
Pure col disinfettante della piscina non riuscivo a non preoccuparmi per mia sorella. O, Dio Onnipotente, per la mamma. Era la mia paura peggiore: mia sorella adolescente e vergine che crede di aver messo su qualche chilo e che invece da alla luce un bambino ritardato con due teste. Entrambe le teste che mi guardano. Me...fratello e zio.
Alla fine dei conti, non è mai quello di cui ti preoccupi che ti incula.
La parte migliore della caccia alla perla era il bocchettone d?entrata del filtro e della pompa di ricircolo. La parte migliore era spogliarsi e mettercisi seduti sopra. Come dicono i francesi: ?A chi non piace farsi succhiare il culo??.
E ancora, da ragazzino intento a segarsi, in un minuto ti ritrovi avvocato mancato. Un minuto prima mi sto sistemando sul fondo della piscina e il cielo è tutto ondulato e celestino da là sotto, con otto piedi d?acqua sopra la testa. Il mondo è silenzioso tranne che per il battito nelle orecchie. Il mio costume a strisce gialle è annodato attorno al collo, per sicurezza, nel caso arrivi un amico o un vicino di casa...c?è sempre qualcuno che deve chiederti com?è che quel giorno hai saltato gli allenamenti di pallone.
Il risucchio costante del bocchettone mi lambisce. Il mio culo bianco e ossuto continua a a spassarsela.
Un minuto, ho abbastanza aria e il cazzo in mano. I miei sono andati al lavoro e mia sorella al corso di balletto. Nessuno sarà a casa prima di qualche ora. Sono vicino all?orgasmo...mi fermo. Torno in superficie per prendere un?altra boccata d?aria. Torno sul fondo e mi risistemo. Ripeto l?esercizio...Ecco perchè le ragazze vogliono sedersi sulla tua faccia. Col risucchio ti sembra di fare una cagata che non finisce mai.
Ho il cazzo duro e il culo succhiato allo sfinimento, non ho nemmeno bisogno d?aria. Il battito del cuore nelle orecchie, rimango sotto finchè vivaci stelle di luce cominciano a strisciarmi negli occhi. Le gambe stese e divaricate, col retro delle ginocchia a strusciare contro il fondo. Le dita dei piedi stanno diventando blu, un poco avvizzite per tutto quel tempo passato in acqua.
Lascio che succeda...le grosse gocce bianche vengono fuori. Le perle. E allora ho bisogno d?aria. Ma quando cerco di scalciare contro il fondo, non riesco. Non riesco a spostare i piedi sotto di me. Ho il culo incollato. I paramedici d?emergenza dicono che ogni anno 150 persone rimangono appicciccate in questo modo, risucchiate da una pompa a ricircolo. Lascia che ti catturi i capelli o il culo e rischi di affogare. Perchè in un anno un mucchio di gente lo fa. E la maggior parte in Florida. La gente non ne parla. Nemmeno i francesi parlano sempre di tutto.
Alzo un ginocchio, provo a far leva con un piede, riesco ad alzarmi per metà, quando avverto lo strappo al sedere. Riesco a incuneare pure l?altro piede sotto di me, scalcio contro il fondo. Adesso sta scalciando a vuoto, senza toccare il pavimento, ma senza riuscire nemmeno ad arrivare alla superficie. Scalciando ancora acqua, annaspando con le braccia, sono forse a metà strada, ma non riesco ad andare oltre. Il battito nelle orecchie sempre più forte e veloce. Le scintille vivaci di luce si incrociano, mi volto e guardo sotto....ma non ha senso. Questo spesso cordone, una specie di serpente blu, cosparso di vene, è uscito fuori dal bocchettone e mi si è attaccato al culo. Certe vene stanno perdendo sangue, sangue rosso che sott?acqua sembra nero fuoriesce dai piccoli squarci della sua pelle. Le strisce di sangue filano via, si dileguano nell?acqua e sotto la sottile pelle blu riesci a vedere pezzi di cibo mezzo digeriti. E? l?unica spiegazione. Un qualche orribile mostro marino, un serpente...qualcosa che non ha mai visto la luce del sole si è nascosto in fondo alla piscina, dentro il bocchettone, aspettando il suo pasto. Prendo a calci la scivolosa massa annodata che invece continua ad allungarsi, tirandosi fuori dal foro sul fondo. Adesso è lungo quanto la mia gamba ed ancora si tiene aggrappato al mio culo. Un calcio ancora e sono a un passo dalla superficie. Lo sento ancora dietro. Ancora poco. Dentro il corpo del serpente adesso riesco a scorgere cereali e noccioline. Una palletta arancione allungata. Il genere di vitamine per cavalli che mio padre mi fa prendere, per metter su peso. Per entrare nella squadra di football. Con supplemento di ferro e grassi omega 3. Vedere quella pillola mi salva la vita. Non è un serpente. E? il mio intestino crasso, il colon tirato fuori. Quello che i medici chiamano prolasso. Le mie viscere risucchiate dallo scarico. I paramedici ti diranno che la pompa di una piscina aspira 80 galloni d?acqua al minuto. Ovvero 400 libbre di pressione. Il grosso problema è che siamo tutti collegati al nostro interno. Il tuo culo è solo l?estremità della bocca. Se la lascio andare, la pompa continua a lavorare, srotolando le interiora, fino a che non si prende anche la lingua. Immagina anche di farti una cagata da 400 libbre e puoi riuscire a capire come ciò possa letteralmente rivoltarti. Posso solo dirti che le viscere non fanno troppo male. Non come la pelle. Tutta la roba che stai digerendo. Il materiale fecale. Nell?estremità superiore c?è il chimo, coi ripiegamenti carichi di roba liquefatta, piccole tasche costellate di cereali e cereali e piselli. Tutta questa zuppa di sangue e cereali, merda e sperma e noccioline mi galleggia attorno. Persino con le viscere srotolate fuori dal culo, con me cerco di trattenere quello che ne rimane, il primo pensiero rimane quello di rimettermi il costume. Che Dio non voglia che i miei mi vedano l?uccello. Una mano al culo, l?altra acchiappa il costume giallo a strisce e lo tira via dal collo. Certo che entrarci è impossibile...
Vuoi sentirti gli intestini...allora vai a comprare un pacchetto di quei preservativi di pelle d?agnello. Prendine uno e srotolalo. Riempilo di burro d?arachidi. Cospargilo di gelatina e tienilo sott?acqua. Poi prova a romperlo. A tirarlo. E? troppo scivoloso e tosto. Non riesci nemmeno a tenerlo. Un preservativo di pelle d?agnello...è esattamente un vecchio intestino. Riesci a capire con che cosa ho a che fare? Lo lasci per un secondo e sei sventrato. Nuoti verso la superficie per respirare e sei sventrato.
Non nuoti e affoghi.
E? una scelta: decidere se morire subito o tra un minuto da adesso.
Quello che i miei genitori troveranno al ritorno dal lavoro è un grosso feto nudo, ripiegato su se stesso. Galleggia nell?acqua scura della loro piscina. Legato al fondo da uno spesso cordone di vene e viscere attorcigliate. L?esatto opposto di un ragazzino che si impicca mentre si sta segando. Questo è il bimbo che hanno riportato a casa dall?ospedale 13 anni fa, che speravano entrasse nella squadra di football e conseguisse una bella laurea. Ed ora chi si sarebbe preso cura di loro da vecchi? Di tutte le loro speranze e dei loro sogni?
Adesso galleggiano nudi e morti. E, tutte intorno, grosse perle di sperma lattiginoso.
Oppure mi ritroveranno avvolto in un asciugamano insanguinato, crollato a metà strada tra la piscina e il telefono della cucina, coi resti lacerati delle viscere che ancora sporgono dai pantaloncini del costume a strisce gialle.
Nemmeno i francesi potrebbero parlarne.
Il fratellone in marina ci ha insegnato una bella frase. Una frasse russa. Noi diciamo: ?Ne ho bisogno come un buco in testa? e i russi: ?Ne ho bisogno come un morso al culo.?
Mne eto nado kak zuby v zadnitse.
Tutte quelle storie di animali in trappola che si strappano a morsi una zampa?beh, un qualsiasi coyote ti dirà che un paio di morsi sono molto meglio della morte.
Perciò, anche se sei Russo, un giorno potresti aver bisogno di quei denti?
Altrimenti tutto ciò che devi fare è piegarti, uncinare un ginocchio col gomito e tirare la gamba verso la faccia. Ti mordi e ti azzanni il culo. Ti manca l?aria e strapperesti a morsi qualsiasi cosa pur di respirare ancora.
Non è certo qualcosa di cui parleresti ad una ragazza al primo appuntamento. Specie se ti aspetti un bacio quella sera. Se ti dicessi che sapore ha, non mangeresti più i calamari.
Difficile dire da cosa sono rimasti più disgustati i miei genitori: il modo in cui mi sono ficcato nei casini o come ne sono uscito. Uscito dall?ospedale mia madre mi dice: ?Non eri in te, tesoro. Eri in stato di shock.? Ed ha imparato a fare le uova in camicia.
Tutta quella gente ottusa o che si dispiace per me?
Ne ho bisogno come un morso al culo.
Adesso la gente mi dice che sono troppo magro. Alle cene si incazzano quando rifiuto la carne alla griglia che hanno cucinato. Mi ucciderebbe. Prosciutto cotto. Tutto ciò che mi rimane nelle viscere per più di un paio d?ore esce fuori ancora intatto. Fagioli lima cotti in casa o pezzi di pesce tuna-light, mi siedo sulla tazza e me li ritrovo sotto a galleggiare.
Dopo che hai subito una resectomia intestinale integrale ti assicuro che non riesci a digerire tanto bene la carne. La maggior parte delle persone ha cinque piedi di intestino crasso. Sono fortunato se a me ne rimangono sei pollici. Così non sono entrato nella scuola di football. Non ho preso la laurea. Entrambi i miei amici, quello della carota e quello della cera sono cresciuti, sono diventati grandi, mentre io non peso una libbra di più di quel giorno dei miei 13 anni.
Un altro grosso problema era che mio padre aveva pagato un mucchio di soldi per la piscina. Alla fine aveva detto che era stato il cane. Era caduto in acqua ed affogato. Il cadavere trascinato nella pompa. Persino quando il tecnico aprì il filtro e tirò fuori il tubo di gomma con dentro il rimasuglio d?intestino e la grossa pillola arancione, anche allora mio padre disse: ?Quel cane era pazzo?? Dalla finestra della mia stanza riuscivo a sentirlo: ?Non potevamo lasciarlo solo un secondo??
Poi mia sorella saltò il suo periodo.
Anche dopo aver cambiato l?acqua della piscina, dopo aver venduto la casa ed esserci trasferiti in un altro stato, dopo l?aborto di mia sorella, i miei non ne parlarono più.
Mai.
La nostra carota invisibile.
Adesso puoi riprender fiato.
Io non l?ho ancora fatto.
FINE
Sono felice di natura, mi piace la gente, non sono sospettosa e voglio vedere tutti felici e insieme
(Anne Frank, "Diario")
Sono il giovane pioniere scricchiolino!
|