S
P
O
I
L
E
R
Mi trovo d'accordo con l'introduzione della Post: ottima caratterizzazione dei personaggi e ottimi disegni, del tutto adeguati alla storia. Io ci aggiungo anche una buona sceneggiatura, ma,,,dal mio punto di vista la storia si svolge priva di interesse e suspence. Si sa che succedono cose strane in casa Hewitt e si pensa al poltergeist (che in 36 pagine compare appena una volta nel prologo, giusto per giustificare la vicenda), poi appena ricominciano i fenomeni si capisce immediatamente che si tratta di una possessione, come si capisce altrettanto immediatamente che si tratta della possessione di Ernest Hewitt e altrettanto immediatamente dal sogno di Dylan si capisce che lo spirito è pasato da Becky a lui nel corso della notte. Dov'è l'interesse in tutto questo?
L'interesse tuttavia si basa su uno degli espedienti più scontati mai visti, quello che porta avanti la storia: lo spirito della vittima che ritorna per reclamare giustizia e per portare alla luce l'identità del suo vero assassino (ma a favore di De Nardo devo dire che, se anche l'espediente è scontato, non è portato avanti in modo scontato, soprattutto grazie all'ottima caratterizzazione dei personaggi).
Ora, secondo me l'autore commette due errori, uno di negligenza e l'altro "tattico":
1) il primo è quello di aver presentato il personaggio di Dan O' Mallory, rivestito di una certa importanza, ad inizio storia e per troppo poco tempo, quindi la sua assenza durante il resto dello svolgimento risulta eccessivamente sospetta e il lettore un po' smaliziato se ne accorge subito (quindi si pensa che sia stato lui ad aver accoppato Ernest, ma poi De Nardo si salva in corner dalla scontatezza della soluzione facendo capire esplicitamente che l'assassino è il non ben identificato fratello di Sidney; a questo punto il lettore, perplesso, pensa a come conciliare le due cose, i due personaggi di Dan e Dylan L.: si conoscevano? cosa sapevano l'uno dell'altro? in che modo erano reciprocamente implicati nell'omicidio? E De Nardo chiude il cerchio facendo capire che Dan O' Mallory e Dylan Lamoor sono la stessa persona) (inoltre il cassetto chiuso della scrivania con i due passaporti a bellaposta all'interno è davvero una brutta caduta di stile).
2) Com'è che Dylan (Dog), trasversalmente al caso paranormale, si ritrova ad indagare sul più gretto caso di omicidio? Quando Dylan viene assunto Sidney gli dice semplicemente di essere vedova da due anni senza insistere troppo sull'argomento della morte del marito. Allora chi è a mettergli la pulce nell'orecchio, fra l'altro in modo del tutto gratuito e con dovizia di particolari? L'assassino stesso!!! Dan O' Mallory / Dylan Lamoor. Questo risulta essere davvero incomprensibile alla luce di quello che si viene a scoprire in seguito.
Insomma, l'albo mi ha dato l'idea di essere un po' povero, ma come ho già detto sono i personaggi a tirarlo avanti di forza (mi è piaciuto soprattutto vedere una madre disposta ad uccidere la figlia che tanto ama, per denaro): Smoothfield come Peyton Place, con gli stessi peccati e le stesse gioviali (Zelda) o morbose (i fratelli Lamoor) iniquità.
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