La fatica di crescere, di trovarsi in un mondo che non è più quello di prima, i sogni dell'infanzia rubati, la vita che non è mai quella che vorremmo. C'è molta unità di temi in questo primo Color Fest, punti di vista diversi, stili meravigliosamente diversi per una narrazione incentrata principalmente sul disagio. Da combattere con il sogno, con gli amici immaginari, fuggendo un risveglio, con la magia di una realtà alternativa in cui rifugiarsi...
Mi è piaciuto molto. Specie l'ultima storia di Di Gregorio e Casertano. Malinconica e sottile come pochi altri episodi in vent'anni.
Complimenti a tutti gli autori, dunque.
Uff, la sigaretta mi ha ispirato qualche altra riflessione (sono debole, Allen Carr, tu hai ragione ma io ho fallito [:(], rileggerò il tuo libro)...
Dylan Dog ha un cancro (benigno, forse): l'insoddisfazione del presente, tema universale, ma secondo me sempre più di grande impatto negli anni 2000. Mai contenti, a sconvolgerci per questa o quella cosa e poi ripetersi malinconicamente: "ah...il passato..." ed ecco che le storie si immalinconiscono.
Pure l'espisodio -apparentemente- più scanzonato, quello di Recchioni, l'ho trovato rappresentativo da questo punto di vista, mica tanto allegro se vai a scavare per bene.
Spoiler
E pure l'ultima vignetta di Casertano con l'amico di Groucho, fa tenerezza, ma pure tristezza.
Oddio...credo di avere dei problemi [V]
Cioè non è una fest! Ma manco per niente...
Sono il giovane pioniere scricchiolino!
And the three men I admire the most
The Father, Son and the Holy Ghost
They caught the last train for the coast
The day the music died.
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