Soffro di insonnia, ultimamente. Complice un' inaspettata influenza che alle otto di una domenica mattina mi dà l' opportunità di sviscerare un argomento che mi sta molto a cuore.
Viviamo in una realtà antropocentrica che ci porta a considerare gli altri esseri viventi come entirà a disposizione dell' essere umano.
Eppure il diritto alla non soffernza, a livello teorico, viene (fortunatamente) abbastanza riconosciuto.
Questo valore etico DEVE andare oltre le differenze politiche/religiose/culturali di ogni singolo paese e concretizzarsi attraverso una serie di leggi sovranazionali.
Negare quest' affermazione porterebbe ad accettare un relativismo che, senza troppi carpiati, arriverebbe a tollerare il canibalismo, il razzismo, la violenza sulle donne.
In Italia abbiamo un lacunoso Decreto legge (338/98) che è qualcosa, anche se non abbastanza (non tratta con adeguata attenzione i temi delle macellazioni rituali e familiari o l' elettrocuzione anale e orale).
Ma nelle Filippine (dove è, non dimentichiamolo, di matrice RELIGIOSA l' abitudine alla carne di cane)?
Secondo alcuni comunicati LAV i cani, di prassi, vengono legati per le museruole (barattoli di latta), spinti nei cammion per il trasporto, lasciati indebolire per caldo, fame, sete e poi uccisi.
Io la petizione l' ho firmata. Perchè piuttosto che niente è meglio piuttosto.
Ma l' ho firmata perchè non mi risultano esserci nelle Filippine (e non è facile informarsi a riguardo) norme che regolamentino la macellazione.
Non perchè riguarda i cani.
Non sarebbe giusto e dovrei minimominimo essere vegetariano.
Come Mirco e V.M mi chiedo perchè noi occidentali ci indignamo e affanniamo a raccogliere firme per salvare i cani ma non riusciamo (vogliamo?) essere altrettanto coerenti con le mucche (animali sacri secondo i precetti indù).
Credo sia colpa del nostro stesso antropocentrismo che ci autorizza a considerare l' uomo misura di ogni cosa a seconda di schemi emotivi, o di funzionalità, o di utilità.
Ecco quindi, ingiustamente, ma umanamente (nel vero senso della parola), il cane su un gradino più alto rispetto alla mucca, di cui ci nutriamo senza troppi sensi di colpa, che a sua volta è su un gradino più alto di un' ape, che spiaccichiamo sul parabrezza senza neanche accorgercene.
A.
____
www.myspace.com/sindromemoebius