Caro Mark,
se la storia vi è piaciuta, beati voi.
In fondo forse ha ragione Dario nel dire che tutti (io per primo) ci siamo irrigiditi nelle nostre posizioni. Ma da un certo punto di vista ciò è naturale: perché tu, io e credo ogni altro forumista adoriamo Sclavi e Dylan. E questa adorazione può facilmente spingerci a sopravvalutare o sottovalutare opere come il 250 che, a voler essere oggettivi, non sono né capolavori immortali, né vergognosi obbrobri.
Forse sono stato troppo duro, magari il mio commento iniziale è stato dettato più dalla delusione del momento che da un? attenta ed imparziale analisi dell? albo. Però, credimi, ti posso assicurare che se anche il 250 fosse stato scritto da un altro autore, non fosse stato a colori o fosse uscito 10 anni fa, i difetti dei quali ho parlato li avrei ravvisati ugualmente. Ho sempre apprezzato la scelta di Sclavi di usare pochi dialoghi; ma altre volte essi erano incisivi, puntuali, pungenti; qui invece non sono semplicemente pochi: sono quasi inesistenti e per di più superficiali, privi di mordente. E? vero, molte (ottime) storie di Tiziano non avevano un soggetto preciso e si scrivevano da sole; ma prima di tutto ciò valeva solo per una minima parte della sua produzione (vuoi dire che ?Il castello della paura?, ?Memorie dall? invisibile?, ?Il sorriso dell? Oscura Signora?, ?Gli uccisori?, ?Orrore nero? e molte altre, citazionismi a parte, non avevano un? idea di base piuttosto elaborata?); e in secondo luogo ?Ascensore per l? inferno? non si limita ad avere un soggetto debole: il soggetto proprio non ce l? ha. Fondamentalmente assistiamo ad una sequenza di belle e poetiche immagini, di favolose ambientazioni, di fughe continue da un sogno all? altro. L? unica trovata è quella del Dylan imprigionato in un ascensore. Momenti emozionanti non ce ne sono, frasi ad effetto neppure, sequenze divertenti e/o memorabili neppure. E probabilmente senza l? ipnotizzante colorazione le mancanze di cui parlo sarebbero state ancor più evidenti.
Insomma: il raccontare per immagini è un tipo di poetica, ma lo sfruttare le immagini per non raccontare nulla è un difetto. Così come la linearità o la semplicità del plot sono anch? esse dei tipi di poetica, ma la mancanza di idee è un difetto. Quelle che erano e sono delle caratteristiche stilistiche di Sclavi qui sono state portate all? esasperazione e non sono state supportate dalla solita genialità di Tiziano e dalla sua abituale capacita di inventare situazioni interessanti anche dal nulla o da una citazione.
?Ucronìa?, letta appena dieci mesi fa, nonostante i limiti del soggetto mi aveva regalato una serie di momenti memorabili (dalla frase conclusiva, alle teorie di Knock, alle gemme di surrealtà, alle tristi riflessioni esistenzialistiche); ?L? assassino è tra noi?, seppure rovinata dal semi-plagio, aveva pochi dialoghi ma taglienti al punto giusto; ?Marty? l? avrò pur trovata banale, ma di certo non le mancava un soggetto articolato. Per non parlare poi de ?Il tornado di vale Scuropasso?: un gran bel libro, tristemente autobiografico, autentico e disperato in ogni suo rigo, in ogni sua parola.
Come vedi, caro Mark, non accuso lo Sclavi attuale, né rimpiango con nostalgia lo Sclavi di ieri. Voglio solo mettere in luce i limiti di un albo che, a mio parere, avete un po? tutti sopravvalutato.
Sottolineando ancora una volta l? immancabile IMO_
V.M.-vietato ai minori-
V.M.since1986
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