E' difficilissimo scrivere un commento dopo tutto ciò che ho letto.
Voti:
Soggetto 8
Sceneggiatura 9
Disegni 10
Colori 10
Copertina 8
Sarò di poche parole ma l'albo lo definisco un piccolo capolavoro perché rappresenta tutto il mondo di Dylan Dog e del suo papà.
Ho cominciato a leggere DD perché era un fumetto che combinava due generi come l'horror e l'onirico, e finalmente dopo hanni di delusioni e di attesa finalmente sta tornando a vecchi cliché.
Sarà un caso che gli ultimi albi più belli (dal punto di vista o dei soggetti o dei disegni) hanno come protagonisti Sclavi, Saudelli, Brindisi, Roi, ecc.
Non ne potevo più del Dylan modello poliziesco, del Dylan che fa solo cose sensate, che é con i piedi per terramo, del Dylan che tutto si risolve, del Dylan che il finale é scontato, del Dylan ché tutto ha una logica, del Dylan senza sfaccettature, del Dylan eroe, del Dylan senza dubbi, del Dylan senza dubbi, del Dylan senza incertezze.
E' vero si intravede nelle tavole che Sclavi é un pò stanco, si intuiscono molti suoi pensieri e stati d'animo ma d'altronde DD é veramente se stesso quando a farlo parlare é il suo papà.
Gli altri ci provano ma non conoscono DD veramente in fondo, non sanno cosa gli passa per la testa, quali siano i suoi pensieri.
La storia, secondo me, é autobiografica tendendo conto dell'intervista che fece in occasione del ventennale per la rivista NOIR, dove dopo tantissimo tempo tornare a parlare al pubblico.
La storia é una riflessione sugli ultimi anni passati dal suo personaggio ed anche da se stesso, é come se facesse un bilancio di questi 20 anni, bilancio tra lui e tutto ciò che veramente avvolge la sua vita, le donne, gli amici, gli incubi, le fobie, i sogni, gli ideali, ecc.
Da vecchio lettore di Dylan Dog (Quelli che ... leggono Dylan Dog dal 1989 circa) l'albo mi ha lasciato con un senso di commozione, di tristezza e di paura per quello che può essere della serie.
Lo so che chiedo troppo ma vorrei Sclavi più presente nella creazione degli albi, che fosse più spietato con alcune insulse storie che sono state pubblicate.
Spero che il Tiziano faccia valere il suo ruolo di Supervisore, se una storia non rispetta il TUO Dylan: BOCCIALA.
Altrimenti diventa solo uno THE SHOW MUST GO ON, ed io non lo voglio : meglio morire che trascinarsi stancamente, meglio spegnersi che diventa qualcosa o qualcuno che in realtà non si é.
Ogni risveglio é servito per riflettere sugli aspetti della vita, della sua vita.
La solitudine dell'isola, la tristezza di Botolo, la claustrofobia in ascensore, il galeone come nave per raggiungere gli amori, l'avversione per chi ci comanda o ci amministra, ecc. non sto a dilungarmi perché ci sono più brave di me a descrivere queste situazioni.
Non sto a parlare di riferimenti perché sono stati citati già tutti e complimenti a chi lo ha fatto, ne avevo riconosciuto solo alcuni, siete veramente PREPARATISSIMI.
E' chiaro che la storia é immensa anche perché Brindisi ha interpretato, come nessuno avrebbe potuto fare, se non forse in 3 o 4, gli umori, le sensazioni, gli stati d'animo di Tiziano.
E' stato a dir poco SUPERLATIVO, uno dei migliori albi disegnati da tanti anni a questa parte.
Scalvi sà che quando ha qualcosa di importante da comunicare, si può fidare solo dei vecchi, non perché i più giovani non siano bravi, ma solo perché gli altri conoscono meglio Tiziano e sanno trasportare sulle tavole ciò che effettivamente lui vuole che si rappresenti.
Leggete il romanzo "Il tornado di Valle Scuropasso" del Tiziano, ad un punto del libro c'é un capitolo dove parla di sceneggiature di fumetti.
Ultimo capitolo i colori : sinceramente da profano del colore ho assistito ad vero vero e proprio capolavoro, non immaginavo che i colori su quel tipo di carta, non lucida, potessero essere così splendidi, meravigliosi, fantastici, che spettacolo.
E' pensare che hanno dovuto fare un lavoro in fretta ed in furia, figuriamoci se avessero avuto più tempo.
Questo é veramente un buon segno su quella che può essere la serie di Dylan Dog Coloro Fest.
Scusate se mi sono dilungato troppo ma Sclavi non mi lascia mai indifferente, ci sono molte sfaccettature del suo modo di essere, del suo carattere in cui mi riconosco, non sto a dirvi troppo.
Ciao Simone
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