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MessaggioInviato: mar giu 19, 2007 12:38 pm 
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Località: Giuliano Teatino (Chieti)
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Lord Blendings</i>
<br />Il problema sta sempre lì... e Simone ha ragione (a proposito, grazie per il supporto). E' facile pensare che saranno mai 20 centesimi ogni due anni... ma i 20 centesimi si sommano ai 2,50 e vanno a 2,70 per ogni albo (ovviamente, per me, MV, JK e Demian salgono a 3,20) e quindi ho un aumento bello e buono di 1,00? al mese... sulla trentina che già esco... ora, non per fare i conti alle tasche della Bonelli, ma solo per Dylan Dog, 20 centesimi in più stanno a significare 40000 ? in più nelle proprie tasche. Io ci credo al fatto che le cose (materiali, stipendi, distribuzione, tasse) aumentano di mese in mese... non lo metto in dubbio. Ma a due anni a due anni, dal 2001 (anno in cui è entrato in vigore l'Euro) dai 2,07 ?(alias 4000 ? in cui ci eravamo assestati) si è passati a 2,70 ? (Alias circa 5400 ?) di oggi. Quindi un aumento di 1400 lire (o 63 centesimi di euro, fate voi) nell'arco di 6 anni. Che sta a significare un aumento del 35% delle spese generali per ogni albo. Peccato che nell'arco di 6 anni gli stipendi (nella maggior parte dei casi) sono rimasti tali e quali a quelli sotto forma di Lira.
Il fumetto è mensile (è vero) e quindi non comporta chissà quale sacrificio l'aumento subito. Ma questo avviene (ed è da considerare) singolarmente. Perchè... se alla fine del mese ci ritroviamo con i prezzi aumentati saltuariamente e annualmente (20 centesimi il fumetto, 1 euro la luce, 50 centesimi il vino, 5 centesimi la pasta, etc... etc...) ci rendiamo conto che piglia che ti ripiglia, al mese si spendono 10, 20 euro in più rispetto al mese precedente. E la cosa pesa per chi ha famiglia o per uno studente (a proposito: giovedì sera avevo una carta da 50,00? e Domenica sera avevo tre monete da 1,00? e il tutto senza andare in discoteca e senza uscire venerdì sera) o per chi è senza lavoro o più semplicemente precario con stipendio miserevole.
Se gli aumenti li vogliono fare, che li facciano. Ma non si lamentino se calano le vendite. Perchè è la legge del mercato. Più aumenta il prezzo del prodotto e meno è la sua vendita. Almeno che non si vuole arrivare nel fumetto d'èlite dove un volume arriva a costare 8 - 10 euro ed è roba da pochi (però considerando che è a colori, carta patinata, autore da urlo, grande formato, etc... etc..)
Anche perchè, guardiamo in faccia la realtà: se aumentano Pane, Pasta, Luce, Acqua, stringi stringi non si rinuncia a simili prodotti per ovvi motivi. Il fumetto non è un bene di prima necessità e quindi rinunciabile. E quindi ci si deve guardare bene dall'aumentare costantemente il prezzo di copertina (anche se singolarmente, mensilmente, biennalmente può sembrare irrisorio)

"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana"
Giovanni Falcone

"Bisognerebbe amare, amare follemente, senza vedere ciò che si ama, perchè vedere è comprendere e comprendere è disprezzare"
Guy De Maupassant

<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Complimenti Lord, hai espresso in maniera perfettamente esauriente anche il mio pensiero.


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MessaggioInviato: mar giu 19, 2007 1:10 pm 
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Per un fumetto "popolare" possono risultare pure troppe 2 euro e settanta. Di popolare rimane ben poco. E poi non mi pare di aver fatto un calcolo decontestualizzato. E' proprio perchè lo contestualizzo nella società in cui viviamo, che mi sembrano eccessivi gli aumenti (che badate bene, a me non mi fanno, per ora, e ringraziando Dio, nè caldo e nè freddo).
Se poi vogliamo parlare all'interno del campo fumettistico allora il discorso è diverso.
Le case edistrici che dici tu, mi sembra più probabile che siano fallite per le basse vendite figlie, esclusivamente, di un prodotto non proprio eccellente. Poi, tu, una cosa la puoi regalare, ma se alla gente non interessa, appena gira l'angolo te la butta nel primo cestino che incontra. Non è il prezzo che decide il mercato. E' la qualità del prodotto. Ma avere buona qualità non significa, necessariamente, aumentare i prezzi. Si possono tenere costanti e nel frattempo (se il prodotto merita) aumentarne la tiratura. Purtroppo il mercato è questo, più tiri la cinghia, più aumenti i prezzi e più le vendite calano. E si continua così in una sorta di vortice. La migliore arma sarebbe la concorrenza, ma nel campo fumettistico, mi pare evidente, che la Bonelli in Italia abbia pochi nemici. O per lo meno questi "nemici" non hanno ancora trovato quel personaggio da "urlo" che possa mettere in crisi la Bonelli. In America, invece. vi è l'effetto opposto. Vi sono due grandi case fumettistiche (se non ricordo male) che si dividono i principali super eroi (da un lato Batman, Superman, etc.. e dall'altro lato Spiderman, I fantastici quattro, etc...) e si fanno lotta a suon di "storie epocali" e prezzi comunque contenuti. Cosa che in Italia non avviene. Se nella Bonelli dicono che il prezzo deve aumentare perchè "deve" nessuno può dire il contrario. Del resto i due principali personaggi Made in Italy li ha la Bonelli stessa...
Però qualcuno mi dovrebbe spiegare perchè Diabolik in sei anni è aumentato di 20 centesimi e non di 60.
E infine mi chiedevo una cosa semplice semplice: è vero che fuori l'Italia i fumetti sono più cari... ma sempre fuori dall'Italia c'è una ricchezza maggiore. Solo il nord si avvicina a quei livelli e quindi gli sembrano una sciocchezza 20, 30, 50 centesimi di aumenti ogni due anni. Ma qui al sud (del resto siamo l'unico paese europeo con una differenza così abissale fra Nord e Sud) come la mettiamo? Come la mettiamo con la Sicilia (parlo a nome della mia regione che conosco bene) che vi è il 22% di famiglie sotto la soglia della povertà? E che sicuramente del 78% rimanente non tutti sono ricchi o comunque interessati ai fumetti...
I fumetti, non mi stancherò mai di dirlo, devono essere una forma di svago, di fuga dalla realtà. Ma se la fuga comincia a costare troppo per le proprie tasche, allora vien più facile fare fughe solitarie, solo con la propria mente.
E come, mi pare, ha detto Mirco nel topic Vendite, non facciamo rapporti libro-fumetti solo in base al tipo di produzione e vendite. Sono sempre due mezzi di racconti ben distinti fra loro. Perchè se la mettiamo così, qualunque cosa che racconta una storia si può paragonare a un'altra senza riguardarsi dalle differenze abissali che le contraddistinguono (Un fumetto non è un libro, che non è un film, che non è una fiction e così via...)

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MessaggioInviato: mar giu 19, 2007 1:56 pm 
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Località: Milano tutta la vita!
Stiamo finendo nel classico discorso da "gatto che si morde la coda".
Per quanto mi riguarda: lavoro, son indipendente, prendo uno stipendio di cui non posso lamentarmi, però...
Però quei 20cent infastidiscono anche me... perchè, come molti di voi, non seguo solo Dyd, ma diverse testate... quindi non si parla più di 20cent...

Il fatto, ragazzi, è che se già i beni primari son aumentati con la venuta dell'euro... come possiamo lamentarci di questo "bene di lusso"?
Il fumetto è uno dei miei hobby e sapete bene quanto costi "mantenere" una passione....


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MessaggioInviato: mar giu 19, 2007 2:31 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Lord Blendings</i>
<br />Per un fumetto "popolare" possono risultare pure troppe 2 euro e settanta. Di popolare rimane ben poco. E poi non mi pare di aver fatto un calcolo decontestualizzato. E' proprio perchè lo contestualizzo nella società in cui viviamo, che mi sembrano eccessivi gli aumenti(...)
Se poi vogliamo parlare all'interno del campo fumettistico allora il discorso è diverso.
Le case edistrici che dici tu, mi sembra più probabile che siano fallite per le basse vendite figlie, esclusivamente, di un prodotto non proprio eccellente.(...) Non è il prezzo che decide il mercato. E' la qualità del prodotto. (...) La migliore arma sarebbe la concorrenza, ma nel campo fumettistico, mi pare evidente, che la Bonelli in Italia abbia pochi nemici. O per lo meno questi "nemici" non hanno ancora trovato quel personaggio da "urlo" che possa mettere in crisi la Bonelli. In America, invece (...) si fanno lotta a suon di "storie epocali" e prezzi comunque contenuti. Cosa che in Italia non avviene. (...) I fumetti, non mi stancherò mai di dirlo, devono essere una forma di svago, di fuga dalla realtà. Ma se la fuga comincia a costare troppo per le proprie tasche, allora vien più facile fare fughe solitarie, solo con la propria mente.
E come, mi pare, ha detto Mirco nel topic Vendite, non facciamo rapporti libro-fumetti solo in base al tipo di produzione e vendite. Sono sempre due mezzi di racconti ben distinti fra loro. Perchè se la mettiamo così, qualunque cosa che racconta una storia si può paragonare a un'altra senza riguardarsi dalle differenze abissali che le contraddistinguono (Un fumetto non è un libro, che non è un film, che non è una fiction e così via...)
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

A rileggere il mio intervento si capisce che definisco "decontestualizzato" il calcolo matematico proprio perché io non ho MAI accennato al contesto sociale in cui vivo e spendo i miei soldi.
Le mie argomentazioni sono sempre state legate al valore ASSOLUTO di un' opera di 100 pagine cui collaborano almeno 3 persone (escludendo i costi fissi di stampa, grafica, revisione).

Non sono invece persuaso dalla tua teoria per cui è la qualità a decidere la vita di un prodotto.
Non sempre.
Lasciamo perdere Samuel Sand che piaceva solo a me...
Hammer, 2700, ESP sono abbastanza quotati e rimpianti dalla critica quanto dai lettori.
Hanno chiuso perché non essendo made in Bonelli non hanno potuto avere quella VISIBILITA' che la loro qualità meritava.
Se avessero avuto un prezzo di copertina di 5000 ? (anzichè lo standard imposto e bonelliano di 3000?) sarebbero sopravvissuti più a lungo.
La qualità c' era, credimi, non a caso LaNeve, Vietti, Olivares & Co. oggi lavorano in via Buonarroti.

"In Italia non c' è concorrenza". Ma è un circolo vizioso. Non c' è concorrenza perchè non si hanno le tirature COMPLESSIVE della Bonelli che in quanto prima casa editrice della penisola è lei a "decidere" quanto far pagare un fumetto di quel preciso formato.
Al di fuori di quel formato e di quel prezzo in edicola non sopravvivi,

Negli USA, Lord, il discorso è totalmente diverso.
Altro formato, altra carta, diverso numero di pagine, pubblicità all' interno.
Gli albi Marvel/DC in proporzione ai nostri non hanno affatto dei prezzi contenuti. Sono carissimi (e offrono in più solo il colore).

"Il fumetto è una forma di svago".
Sono d' accordo.
Trovami ora un altro svago che ti impegna per mezz' ora/un' ora, ma allo stesso prezzo.
Cinema? Libro? Musica? Teatro? Pizza?
Costano tutti di più.
Eppure una volta ogni tanto ce li concediamo.
Quello che mi chiedo io è: perché non ragionare allo stesso modo con i fumetti?
Quanti film vediamo al mese? Non più di tre o quattro. Perché costa.
Beh, non mi lamento. Scelgo accuratamente quale film vedere per non sprecare i miei soldi e realmente svagarmi.

Trovo infine legittimo paragonare il fumetto a un libro perché a livello produttivo sono due realtà assimilabili (è creatività stampata su carta).
Non a livello concettuale/artistico, ma questo lo davo per scontato.

Detto questo, per carità, non pretendo di farti cambiare idea (anche perchè so di non riuscirci). Solo di darti nuove sfumature e argomentare le mie posizioni.

A.

____
www.myspace.com/sindromemoebius


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MessaggioInviato: mar giu 19, 2007 4:01 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Andrea</i>
<br />

A rileggere il mio intervento si capisce che definisco "decontestualizzato" il calcolo matematico proprio perché io non ho MAI accennato al contesto sociale in cui vivo e spendo i miei soldi.
Le mie argomentazioni sono sempre state legate al valore ASSOLUTO di un' opera di 100 pagine cui collaborano almeno 3 persone (escludendo i costi fissi di stampa, grafica, revisione).
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Beh... ma volente o nolente bisogna considerarle. Il contesto sociale influisce (e pure parecchio).
Se parliamo in valore assoluto allora... boh! Nel senso che: perchè non si dice chiaro e tondo quanto costa produrre un singolo albo della Bonelli? Perchè tengono così nascosti questi dati? La Barbato una volta aveva detto quanto prendeva a tavola e se non ricordo male lei, per una storia di 94 pagine, prendeva circa 4000 euro. Correggetemi se sbaglio. Ho provato a cercare quel post ma non l'ho trovato... Possiamo considerare medesimi stipendi per i disegnatori (i letteristi penso che prendano molto meno). E la produzione in massa di tali storie. Ma secondo voi (o te) quanto potrà costare la produzione di un numero? 20, 30, 50, 100000 euro? 200000 euro? 300000 euro? Beh... 2,70 per 200000 copie vendute (Dylan) fa 540000 euro.
Da qualche parte ho letto (probabilmente era un intervista di Marcheselli) che per la sopravvivenza di un fumetto bisogna raggiungere le 60000 copie vendute. Quindi siamo intorno a 162000 euro (ma di vendita al pubblico a questi bisogna levare la percentuale che spetta agli edicolanti e ai distibutori locali e quelli nazionali). Dimezziamo il tutto e raggiungiamo gli 80000 euro (anche se dimezzare mi sembra un tantinello eccessivo). Ora... quanto potrà costare carta e stampa in massa e nella quantità bonelliana. 1 euro per ogni albo? Raggiungiamo così i 60000 euro di costo produzione. Rimangono quindi 20000 euro che mi piace dividere in 10000 euro agli autori, 10000 euro per tirare avanti l'azienda con utili scarsi per ogni numero (500, 1000 euro?). Come detto, qui siamo alla sopravvivenza della testata. Pochissimi utili e il tutto che si disperde nei costi di produzione (almeno secondo ciò che loro dicono quando gli si chiede il numero di sopravvivenza di un albo Bonelli).
Ma se facciamo il percorso inverso per testate come Dylan Dog o Tex il discorso cambia. Gli utili aumentano in modo spropositato (e se dicono che DYD&TEX fanno sopravvivere le altre testate allora probabilmente anche il conto di poco fa era sbagliato perchè ho messo troppo eccessive le spese). Insomma... dove voglio andare a parare? Voglio dire che finchè non mi pubblicano le spese di produzione per ogni numero, io avrò sempre da ridire sugli aumenti di copertina a cadenza biennale.
Anche perchè è vero che un libro costa meno produrlo, ma quanti sono i libri (o gli autori) al mondo che vendono 250000 mila libri al mese? C'è una fruizione ben diversa tra il libro e il fumetto.

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Non sono invece persuaso dalla tua teoria per cui è la qualità a decidere la vita di un prodotto.
Non sempre.
Lasciamo perdere Samuel Sand che piaceva solo a me...
Hammer, 2700, ESP sono abbastanza quotati e rimpianti dalla critica quanto dai lettori.
Hanno chiuso perché non essendo made in Bonelli non hanno potuto avere quella VISIBILITA' che la loro qualità meritava.
Se avessero avuto un prezzo di copertina di 5000 ? (anzichè lo standard imposto e bonelliano di 3000?) sarebbero sopravvissuti più a lungo.
La qualità c' era, credimi, non a caso LaNeve, Vietti, Olivares & Co. oggi lavorano in via Buonarroti.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Permettimi di dissentire.
Io sono tra quelli convinti che la qualità di un'opera (film, libro, fumetto, opere architettoniche, etc...) raggiunge l'apice (nonchè il successo) quando sa coniugare una sorta di qualità "intellettuale" con quella più semplice e popolare. Dylan Dog ne è stato l'esempio fumettistico. Grandi letture che piacciono a una vasta gamma di strati sociali.
Per fare un esempio più cinematografico:
I film di Kusturica sono iper osannati dalla critica (la parte intellettuale)
Ma poca la fruizione del pubblico (La parte popolare)
Il Padrino è uno di quei film, che invece, ha saputo coniugare le due parti.
Stesso discorso con i libri.
All'unanimità, Guerra e Pace è uno dei più grandi capolavori della letteratura. Ma quanta gente l'ha letto? E quanto non aggiungono dopo averlo letto:"Mamma mia che mattone"
Un libro come, invece, Il Codice DaVinci (al di fuori dell'argomento trattato) sa riconiugare le due parti del pubblico (intellettuale e popolare) e diventa best-seller mondiale.
Questo per dire che, magari, i fumetti che tu hai letto erano di altissima qualità... ma ai più non piacevano. Non avevano quella presa popolare che ne avrebbe garantito la sopravvivenza. Al di fuori del prezzo. Dylan è nato ed è arrivato nelle edicole senza pubblicità, con il prezzo di 1300 (e nell'86 mia madre regalava a mio fratello 1000 lire al giorno e 2000 la domenica per caramelle e patatine). Il tam tam tra i primi lettori ne ha decretato il successo editoriale degli anni '90 (Parole di Decio Canzio).
Ovviamente, la Bonelli (che ha occhio lungo per quanto riguarda gli autori) ha saputo cogliere, da quelle case editrici che non ebbero fortuna, i pezzi pregiati della produzione. Ma questo è normale marketing aziendale. Niente di più e niente di meno.


<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">"In Italia non c' è concorrenza". Ma è un circolo vizioso. Non c' è concorrenza perchè non si hanno le tirature COMPLESSIVE della Bonelli che in quanto prima casa editrice della penisola è lei a "decidere" quanto far pagare un fumetto di quel preciso formato.
Al di fuori di quel formato e di quel prezzo in edicola non sopravvivi<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

E nessuno si è mai chiesto perchè cavolo la Bonelli non pubblica i dati di vendite, produzione, etc... etc... che è? Segreto di stato? O serve più semplicemente per gestire i costi (e magari anche i contratti di lavoro e sub appalti nella produzione a proprio piacimento)?

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Negli USA, Lord, il discorso è totalmente diverso.
Altro formato, altra carta, diverso numero di pagine, pubblicità all' interno.
Gli albi Marvel/DC in proporzione ai nostri non hanno affatto dei prezzi contenuti. Sono carissimi (e offrono in più solo il colore)<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Qua non mi pronuncio. Ripeto: non sono molto ferrato del mercato americano. Mi piacerebbe sapere, però, quanto costano in America i fumetti della Marvel/DC. Per rapportarli con la loro moneta e il caro-vita che hanno (comunque superiore al nostro)

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">"Il fumetto è una forma di svago".
Sono d' accordo.
Trovami ora un altro svago che ti impegna per mezz' ora/un' ora, ma allo stesso prezzo.
Cinema? Libro? Musica? Teatro? Pizza?
Costano tutti di più.
Eppure una volta ogni tanto ce li concediamo.
Quello che mi chiedo io è: perché non ragionare allo stesso modo con i fumetti?
Quanti film vediamo al mese? Non più di tre o quattro. Perché costa.
Beh, non mi lamento. Scelgo accuratamente quale film vedere per non sprecare i miei soldi e realmente svagarmi.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Beh... qua il discorso sarebbe ampio (e siccome io sono di poche parole...)
Penso che grazie a Internet, ai moderni sistemi di tecnologia, alla televisione, al satellite, etc... etc... Cinema e Musica non spennano poi così tanto le tasche degli italiani (e non solo)
Poi quelle sono tipi di fruizione differente. Se ci atteniamo allo svago, pure una partita di calcetto settimanale ti costa di più di un fumetto. Così come una serata in discoteca, etc... etc... ma ognuno fa le proprie scelte per svagarsi. Io son sempre partito da un presupposto: che rispetto alla situazione complessiva in cui viviamo, anche quei 20 centesimi in più influiscono. Poi ognuno è libero di svagarsi come, quando e dove vuole (pure facendo parapendio dal Pirellone). Ma se il fumetto è veramente così in crisi come si paventa a destra e sinistra (anche se il Rrobe non sposa tanto questa tesi) che senso ha aumentare ancora di più il prezzo facendo scappare, così, lettori delle fasce più deboli? E come dire: ragazzi c'è crisi economica in Italia. Mettiamo nuove tasse. Tu apprezzi questo operato (che poi è quello che effettivamente fanno) o vorresti una politica meno restrittiva che ti permetta di possedere più denaro liquido tra le mani così che lo puoi spendere e a sua volta questo denaro speso mette in circolo l'economia? Nel piccolo avviene così per ogni cosa.


<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Trovo infine legittimo paragonare il fumetto a un libro perché a livello
produttivo sono due realtà assimilabili (è creatività stampata su carta).
Non a livello concettuale/artistico, ma questo lo davo per scontato.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Te l'ho detto: è vero che è creatività stampata su carta. Ma c'è una fruizione diversa. Ogni mese ci sono 200000 Dylaniati che comprano Dylan Dog a scatola chiusa per tanti motivi (perchè è un fumetto, è di facile lettura, è sbrigativo, meno impegnativo, è seriale, è collezionabile, è da vent'anni che c'è quindi si segue il personaggio, etc... etc...)
Un libro no. Tu scrivi un libro... e poi? Che ne sai come va? E tu assicuro che in Italia (così come nel mondo) sono milioni gli scittori che non combinano niente. E un best-seller diventa tale vendendo 10000 copie. Che sono ben poche rispetto a un fumetto come Dylan Dog o anche come Julia (che è già uno di quelli minori, in Italia)

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Detto questo, per carità, non pretendo di farti cambiare idea (anche perchè so di non riuscirci). Solo di darti nuove sfumature e argomentare le mie posizioni.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

[:D][:D][:D][:D]

e ci mancherebbe... io sono cocciuto... e alle tue sfumature ne ho aggiunte altre io...

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Il discorso è complesso, mi limito solo a un paio di osservazioni:

@ Andrea
Secondo me il libro se vai avanti ad edizioni economiche conviene più di un fumetto: costa di più, ma dura molto di più!

@Lord Blednings
A parte che il codice da vinci raggiunge solo l'obiettivo popolare, e che Guerra e Pace nel lungo periodo ha venduto di più, cmq pur essendo giusto quel che dici in teoria, non sempre in pratica si verifica che un opera raggiunga il successo quando è fatta bene: spesso mancanza di pubblicità, o politica distributiva sbagliata può affossare un'opera che ha tutti i numeri per sfondare

Tutto quello che ho detto, fino a quest'istante compreso, è falso.


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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by the Imp</i>
<br />

@Lord Blendings
A parte che il codice da vinci raggiunge solo l'obiettivo popolare, e che Guerra e Pace nel lungo periodo ha venduto di più, cmq pur essendo giusto quel che dici in teoria, non sempre in pratica si verifica che un opera raggiunga il successo quando è fatta bene: spesso mancanza di pubblicità, o politica distributiva sbagliata può affossare un'opera che ha tutti i numeri per sfondare

<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Anche questo è vero (effettivamente ho preso due esempi un po' sbagliati) e il film Quarto Potere ne è stato suo malgrado testimone...

"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana"
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Lord, tu sì che mi dai soddisfazione dialettica!
Mi piacerebbe analizzare punto a punto le tue argomentazioni con il "quote" ma purtroppo non so mica come si fa... userò le tradizionali virgolette per riportare le tue frasi.

____
"Io sono tra quelli convinti che la qualità di un'opera (film, libro, fumetto, opere architettoniche, etc...) raggiunge l'apice (nonchè il successo) quando sa coniugare una sorta di qualità "intellettuale" con quella più semplice e popolare. Dylan Dog ne è stato l'esempio fumettistico. Grandi letture che piacciono a una vasta gamma di strati sociali."
----
Sono perfettamente d' accordo: adoro Spielberg.

_____
"Questo per dire che, magari, i fumetti che tu hai letto erano di altissima qualità... ma ai più non piacevano. Non avevano quella presa popolare che ne avrebbe garantito la sopravvivenza. Al di fuori del prezzo. Dylan è nato ed è arrivato nelle edicole senza pubblicità, con il prezzo di 1300 (e nell'86 mia madre regalava a mio fratello 1000 lire al giorno e 2000 la domenica per caramelle e patatine). Il tam tam tra i primi lettori ne ha decretato il successo editoriale degli anni '90 (Parole di Decio Canzio)."
----
Stesso dicasi, al di fuori dell' orticello bonelliano, per John Doe.
E' un buon successo decretato dal passaparola (e da un certo protagonismo del RRobe).
Ma decisamente non è la norma.
La chiave del mio discorso era la VISIBILITA' della SBE (guadagnata sul campo, senza dubbio).
Provo a spiegarmi con un esempio.
Bonelli ha una quindicina di serie. 8 o 9 in attivo, un paio in passivo, 3 o 4 di grande pubblico che trainano molte altre. Si fa i suoi bei conti e vede che con 3000 lire a numero riesce a coprire i costi di TUTTE le 15 testate e pure a guadagnarci. Le 2 in passivo possono sopravvivere al di là dei dati di vendita grazie alle altre.
Sempronio Edizioni è una casa editrice alle prime armi, propositiva e con qualità. Mette in cantiere un personaggio è pronta ad uscire e ha davanti a se due strade: o uscire nello stesso formato bonelli ma a 6000 lire (sapendo che non può farsi pubblicità su altri albi e che non ha altre serie con cui ammortizzare le perdite iniziali) e rischiare che il lettore occasionale non la consideri perchè con la stessa cifra si compra 2 bonelli, oppure adeguarsi agli standard di Via Buonarroti e sperare di essere il nuovo Dylan Dog (ma senza un' azienda alle spalle con la possibilità di coprirti per quattro/cinque anni).
Ecco perchè, a mio parere, non sempre il passaparola sulla qualità basta.


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"Ma se il fumetto è veramente così in crisi come si paventa a destra e sinistra (anche se il Rrobe non sposa tanto questa tesi) che senso ha aumentare ancora di più il prezzo facendo scappare, così, lettori delle fasce più deboli?"
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Qui in realtà reagiamo semplicemente in modo diverso.
Io non faccio molti calcoli matematici (anche perchè lavorando part-time in una fumetteria sono marginalmente toccato dalla cosa), ogni nuovo aumento Bonelli mi ritrovo a pensare che, in proporzione a quello che il fumetto mi offre, quello che pago è ancora poco. Quando sarà troppo, sopravviveranno solo quelle serie di cui non posso fare realmente a meno. Perchè, e qui forse siamo d' accordo, quel 35% in più di cui parli pesa solo su chi prende più di un albo al mese. Ci sarà una selezione naturale. (Di cui, tra l' altro, avrebbero bisogno i manga in questo momento, ma questo è un altro discorso...)

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"Te l'ho detto: è vero che è creatività stampata su carta. Ma c'è una fruizione diversa."
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Hai ragione. Però la serialità c' è anche nella narrativa. Sicuramente meno vincolante, però c' è.
Come c' è anche una certa fedeltà verso determinati scrittori indipendentemente dalla continuity dei loro romanzi (da King a Moccia!!).
Che poi un romanzo per essere un Best Seller può permettersi di vendere molto meno rispetto a un fumetto, è vero. Però bisognerebbe anche sapere quanto costa fare un bonellide e quanto un Oscar Mondadori... e capire se i costi di produzione sono assorbibili dalla differenza di venduto tra le due categorie.

A.

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MessaggioInviato: mar giu 19, 2007 9:28 pm 
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A parte che Andrea parla (scrive) come un libro stampato, e lo quoto in tutto e per tutto, devo dire che non capisco molto bene dov'è che il Lord (che è un amico, beninteso) vuole arrivare, con il suo ultimo post. Vuoi forse dire che la Bonelli prospera e si arricchisce sulle spalle di noi poveri lettori, perché pubblica albi inediti di 100 pagine (prodotti interamente in Italia, e questo non vuol dir poco) a 2,70 euro? E perché ogni due anni aumenta il prezzo di una ventina di centesimi?

Il problema, IMO, è che la Bonelli ha VIZIATO il lettore italiano, proponendo fumetti di qualità (non sempre, per carità) a prezzi ESTREMAMENTE contenuti (e infatti ha un punto di pareggio assurdo). E forse, così facendo ha contribuito essa stessa a "svalutare" il prodotto fumetto, considerato dai più come un qualcosa dal valore limitato. Fuori dai denti, sapete cosa penso? Che al giorno d'oggi il prezzo giusto per un mensile di 100 pagine sarebbe di 4, o anche 5 euro. Qualcuno (non ricordo chi), qualche tempo fa, disse che ogni volta che acquistiamo un "bonelliano" dovremmo imbustare un euro e spedirlo alla Casa Editrice, perché gli albi ci vengono quasi regalati. Ecco, io sono d'accordo con questo qualcuno. Non spedisco certo l'euro a Bonelli (a caval donato non si guarda in bocca!), ma credo sinceramente che non ci sia modo migliore per spendere 2 euro e 70 che acquistare un "bonelliano" (e oltre a Dylan leggo Tex, Zagor, Martin Mystère, Magico Vento e acquisto regolarmente tutti gli albi Speciali e fuoriserie).


Ciao

Teo


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Beh... considerando tutto quello che succede in Italia... perchè no? Si potrebbe tenere in considerazione. Ma non necessariamente accettarne, condividerne l'idea. E' nella natura umana (moderna) tentare di portarsi a casa sempre qualcosina in più.

Comunque... a te sembrano regalati... a me, pensa un po', normali. Non cari (secondo me il prezzo giusto ma definitivo potrebbe essere tra i 2,50 e i 3,00 euro. Non di meno e non di più. Ma la mia domanda rimarrà sempre la stessa: perchè non ufficializzare i costi di produzione, le vendite e i guadagni? Almeno così ci tranquilliziamo un po' tutti...

"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana"
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"Bisognerebbe amare, amare follemente, senza vedere ciò che si ama, perchè vedere è comprendere e comprendere è disprezzare"
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MessaggioInviato: mer giu 20, 2007 12:58 am 
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Per quel che riguarda la Bonelli secondo me è perfettamente cosciente del fatto che, essendo il fumetto un bene rinunciabile, bisogna fare attenzione agli aumenti, perchè semplicemente rischiano di allontanare quella fetta di mercato che nn ci tiene a fare collezioni e che legge i fumetti per puro divertimento.
Solo che, se consideriamo gli aumenti complessivi del costo della vita in generale (e dunque anche della pubblicazione), è chiaro che anche alla casa editrice arrivano ad un punto in cui sono costretti ad aumentare i prezzi per una questione di "sopravvivenza" cm ha detto qualcuno. Facendo la somma delle entrate delle varie testate e sottraendo i costi sostenuti per pubblicarle, nn appena vedono che il margine di guadagno è irrisorio e che a quel punto nn regge neanche più l'equilibrio di mercato, l'alternativa sta tra chiudere bottega o aumentare i prezzi al consumatore: logicamente vince la seconda.

In pratica si devono assumere un rischio che non vorrebbero accollarsi, ma si vedono costretti a farlo perchè nn hanno altre alternative. O per lo meno credo che le ragioni possano essere queste...

"Non permettere mai a nessuno di dirti che non sei in grado di fare qualcosa, nemmeno a me...Perchè quando gli altri non ne sono capaci, lo dicono a te che non lo sai fare...Se hai un'idea inseguila e non guardare in faccia a nessuno."

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Ma che state facendo a gara per chi scrive il post più lungo?[:0]
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MessaggioInviato: mer giu 20, 2007 9:04 am 
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Iscritto il: mer giu 15, 2005 4:40 pm
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Scusate se intervengo solo ora, e scusate fin d'ora il tono infervorato...

<u>Il prezzo è salito troppo.
</u>
Speravo non sarebbe mai arrivato questo momento, speravo in un adeguamento decente come è (quasi) sempre stato finora, speravo ad esempio in 10 cent ogni 2 anni o 30 cent ogni 3; speravo in aumenti decenti per quanto riguarda gli extra, speciali, almanacchi etc.
Ultimamente noto che però la corda è stata tirata un po' troppo, e giù discussioni sul come giustificare il tutto: "gli autori sono bravi e vanno pagati"; "la carta costa di più"; "il prodotto è di qualità"; "costa meno del libro", etc etc.

Ora, tutti questi sono validissimi argomenti, ma mi ricordano i bizantinismi che ho sentito a suo tempo al liceo per giustificare qualcosa di incomprensibile come il latino a scuola nel secondo millennio dopo Cristo.

Non posso stare dietro a tutti questi aumenti, prendendo tante testate, avendo altre spese, e sopratutto non volendo essere un bancomat vivente, né per la Bonelli, né per nessuno. Io che non cerco polemiche con nessuno, meno che mai con i miei amici del forum, uso solo questo spazio per postare questo mio, sperando che qualcuno in bonelli lo legga e capisca che non si può sempre continuare così, perchè alla fine, il lettore si stufa e lascia perdere tutto.

E per iniziare, Dragonero, il primo romanzo a fumetti Bonelli, che aspettavo da tanto, non lo prendo nemmeno per sogno, visto il prezzo a dir poco mostruoso.

Amen
[V]


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Iscritto il: mer set 28, 2005 11:37 am
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Per questo romanzo Bonelli io aspetto l'edizione economica, come al solito

Senti, essere il piu' grande scrittore americano sotto i quaranta non e' per niente facile. E' dura,credimi.


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MessaggioInviato: mer giu 20, 2007 12:16 pm 
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Effettivamente... quando ieri in edicola ho letto 8,00? mi è venuto un mezzo colpo anche a me...

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