h.12:55
Con gran ritardo (siamo ormai a fine Giugno?) ho finalmente letto ?I ricordi sepolti? e dato uno sguardo alle 9 pagine del topic, nonché alla recensione di Ubc. Ciò che mi preme sottolineare è che, per una volta, non dovrò aggiungere molto a quanto già è stato scritto da quasi tutti i forumisti.
Luigi Mignacco è stato il terzo sceneggiatore ad esordire su Dylan Dog (?Fra la vita e la morte?, 1987): dal suo ritorno era quindi lecito aspettarsi un albo in ?vecchio stile? ed in linea con le caratteristiche originarie del personaggio.
Le tematiche trattate risultano in effetti più vicine al tradizionale horror onirico che al cupo realismo barbatiano: il clima fiabesco e le atmosfere claustrofobiche riportano piuttosto alla nostra memoria la poetica chiaverottiana (più Brendon che Dylan). Va però detto che, a differenza dei lavori iniziali di Luigi, qui non c? è neppure l? ombra dello splatter de ?I conigli rosa uccidono? o di ?Una voce dal nulla?, così come il Dylan de ?I ricordi sepolti? pare una macchietta in confronto a quello de ?I vivi e i morti? o dell? inarrivabile ?Orrore nero? (della quale Mignacco è co-sceneggiatore assieme a Sclavi).
Tuttavia, a prescindere dalle aspettative dei nostalgici, l? albo del mese presenta una serie di difetti che ne compromettono irreparabilmente il valore.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
Il più grave (già ravvisato dalla quasi unanimità dei forumisti) è la superficialità con la quale sono realizzati i dialoghi e la sceneggiatura: l? imbarazzante incipit (?E? tutta colpa mia, amore! Colpa del mio terrore dei giardini, delle aiuole, delle piante e di ogni cosa che cresce sulla nuda terra.?) e la spavalda sicurezza ostentata da Dylan (il quale inseguito dal mostro-albero dice a Merian: ?Vai e metti in moto l? auto...io mi fermo a potare i rami.?) danno l? impressione di un albo pensato per un target di adolescenti. Dove sono finiti lo scetticismo e l? insicurezza propri del personaggio? Dov? è finita la voglia di scandalizzare con la trattazione di tematiche ?scomode?? Mignacco nel finale riesce persino ad autocensurarsi quando, nel far dichiarare al padre di Merian le motivazioni che lo hanno spinto a rapire dei bambini ed ucciderli, si preoccupa di chiarire al lettore che non si è verificato alcun atto di pedofilia.
Il politically correct impera.
Grazie anche e soprattutto alle ombrose e sfumate tavole di un Roi dal tratto sintetico ma efficace, il soggetto horror-fantasy riesce nelle prime pagine a generare una certa atmosfera: sopportabile la favoletta sulla morte di Barton, riuscite le ?visioni? di Merian, inquietanti al punto giusto i fantasmi e le stanze della sua casa materna. Succesivamente all? entrata in scena del mostro-albero il lettore si trova però a dover sopportare ben sedici pagine di fuga continua dall? edificio al Maggiolone: le immagini di Roi addolciscono un malcelato espediente per allungare il brodo.
In seguito Dylan consultando gli archivi di Scotland Yard scopre il collegamento fra Barton e i bambini fantasma visti dalla figlia Merian i quali, inspiegabilmente trasformatisi in zombi, risparmiano la vita ai protagonisti e si tolgono dalle scatole nel momento in cui il nostro indagatore ha la brillante idea di pronunciare ad alta voce i loro nomi per onorarne la memoria.
Così, per concludere in bellezza (si fa per dire, ovviamente?), Mignacco opta per un romantico abbraccio fra Dylan e la sua donzella con lui che in preda alla smania di far sfoggio di retorica le dice: ?Loro ti volevano bene. Tu non sapevi chi fossero e come si chiamavano...ma per loro sei stata un? amica vera!?.
Per la cronaca: tanto amica che poco prima avevano cercato di farla a pezzi?[V]
FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER
Complessivamente ci si trova di fronte ad una storia semplice, senza pretese, per certi aspetti infantile. I pochi spunti interessanti, il mestiere degli autori e la buona atmosfera le regalano la mediocrità non lasciandola sprofondare nell? insufficienza e rendendo perdonabile una superficialità nella realizzazione altrimenti intollerabile_
V.M.è il seme
V.M.è il frutto
V.M.-since1986-
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