Caro Lord, ( innanzitutto ben trovato[:p]) c?è in questo tuo intervento non soltanto un?espressione di gusto, ma anche un'opinione.
Premetto: le critiche, così come i pareri hanno il compito di cambiare semmai i pensieri, le interpretazioni. Raramente, riescono a mutare il frutto puro e semplice del gusto. Anzi, quasi mai. In questo è giusto non pretendere di assoggettare gli altri al proprio gusto, ma nel momento in cui scrivi un?opinione, peraltro, argomentata sei su un territorio diverso. Molto diverso. Ed è impossibile non suscitare una reazione in chi invece non condivide affatto le tue opinioni. Nessuno pretende di essere condiviso, quando esprime gusto e basta. Nel caso contrario non pretende, ma quanto meno, desidererebbe essere almeno ascoltato razionalmente sul territorio dell?argomentazione. Perché un?opinione esprime un giudizio sulla realtà.
Premetto ancora che: non intendo offendere la tua sensibilità, né quella di nessun altro, né importi un gusto a te estraneo. Intendo soltanto ragionare; ragionare con la tua ragione e basta. Soltanto questo mi è consentito fare in un forum.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
E poi, come detto ormai più volte, a me è piaciuta! DE GUSTIBUS E NON PRETENDO DI ESSERE CONDIVISO
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Fin qui, sono d?accordo. E non vedo perché ribadirlo.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Come del resto io non condivido, ASSOLUTAMENTE, ciò che hanno scritto su Ubc. Dalla prima all'ultima parola, passando per il voto.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Qui no, perché esprimi un giudizio su una recensione, che peraltro condivido.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
A me, personalmente, è piaciuta... sia perchè anch'io avevo trovato un non so chè di "poetico" nel mostro e sia per il luogo dell'ambientazione.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Qui siamo nel territorio del gusto, anche se non del tutto. Non del tutto perché la ?poeticità? del mostro è un?opinione, e, pertanto, opinabile. In un mostro che alla fine pare essere un industriale c?è la solita solfa di quel periodo fortemente moralistico in cui fu pubblicata la storia. I buoni sono i poveri e i cattivi gli imprenditori. Ma non è un male pensarla così. è un male per la storia <b>esprimerla</b> così. La storia è un?espressione artistica prima di tutto. E quindi di svago.[;)][:)]
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Il tratto di Mari la rende più lugubra e questo , da un certo punto di vista, ne giova.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Il tratto di Mari ?te? la rende più lugubre, e da questo punto di vista ?ti? sembra che ne giovi. Mari, infatti, è un artista ?lugubre?, sì, espressionista. Ma qui non è al suo meglio. E la storia non ne giova.
Ho visto di meglio. Anzi, forse questa è una delle prove peggiori in cui Mari non sa che strada grafica scegliere. Sono anche queste opinioni, eh? Come le tue![:p]
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Soprassedo sulla parte avventurosa o sulle questioni dei "problemi" di Dylan. Non era la prima volta presenti in una storia. Uno su tutti Ai confini del tempo, dove il nostro eroe prima si ritrova in un cunicolo e poi nel vano ascensore di un grattacielo e successivamente all'esterno del grattacielo... o per fare altri nomi: Titanic, La Iena, Il ritorno del mostro, etc... etc... dove proprio Sclavi&Chiaverotti gli facevano fare di tutto e di più e siamo nei primi 100.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Non posso soprassedere, personalmente. Quando Sclavi fa fare a Dylan cose apparentemente fuori dal personaggio, utilizza una modalità diversa, che non è una forzatura, ma la normale espressione di un personaggio surreale iconico qual è Dylan Dog. Dylan Dog non è una persona, è un simbolo, attraverso il quale può avvenire qualunque ?violazione? purché essa sia giustificata dalla forza della narrazione, dai fatti, o da come il narratore riesce a farti credere nella storia.
Se vuoi aggiungo anche I Segreti di Ramblyn dove folgorato da un?intuizione non teme più il vuoto. Oppure quando suona il sax in Storia di Nessuno. Ma vedi, c?è un COME che giustifica il fatto. Dylan potrebbe attraversare anche cunicoli e camminare sulla fune tesa, se la storia richiede e porta il personaggio a doverlo fare. Ma il doverlo fare viene da una costruzione narrativa convincente non da imposizione ad libitum. Quando mancano questi elementi è soltanto una gratuita violazione. Lo prendi e ce lo metti, come avviene in questa storia.E ciò avviene soprattutto quando manca il pathos e la forza narrativa. C?è una bella differenza fra gli esempi che fai, e questa storia mediocre di Ruju, dove lo sceneggiatore prende una piega che non giustifica nulla, neppure l?esistenza di Dylan Dog. Se così non fosse tutto è uguale a tutto, Ruju scrive come Sclavi e tutto è uguale, solo perché? anche lui l?ha fatto!
Se scrivi bene riesci a contestualizzare e a rendere credibile l?incredibile, se sei invece privo di ispirazione ti paiono assurde le storie più normali. L?originalità non sta nella scena in sé ma in come la scena ti viene mostrata attraverso l?organismo narrativo.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Soprassedo sulla questione "torso nudo" che, frivola quanto sia, è stata messa in mezzo.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Non posso soprassedere neppure qui, a questo punto, perché per quanto frivola è un?aggravante all?intero spirito della storia. E, bada bene, lo faccio perché sto seguendo lo spirito del tuo post. In altri casi avrei tralasciato perché come ho detto _in sé_ non è grave. Non è certo il motivo che fa crollare una storia. Ma?
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Sempre Sclavi, fa stare Dylan sempre a torso nudo e in qualunque momento (vedasi Il castello della paura, dove era più ovvio il freddo all'interno del castello, dati i fattori chiaramente visibili che entravano in gioco) e in più c'è da dire, che sempre Sclavi, ha creato un personaggio che si veste sempre leggero in INGHILTERRA!!! Io da Novembre a Marzo neanche a Palermo riesco a stare semza giubbotto e maglione... ma fa niente...
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Sulla prima parte, ho già detto. Riguardo al look. Questo esempio lascia il tempo che trova. Ti stai appigliando alla natura del personaggio per giustificare ogni assurdità narrativa. Ripeto, Dylan Dog è un personaggio simbolico. Di questo passo si potrebbe anche criticare il fatto che non invecchia, che è vestito sempre uguale ecc. Cadiamo nell?assurdo, non ti pare? [;)]
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
La donna... o meglio il Capitano Elke... si è già detto di tutto sul rapporto Dylan Dog e la donna del mese. Forse qui è un po' forzato (ma pur di vedere Dylan a letto con una donzella... dove non è stato forzato in 20 anni di storie?) ma a mio parere non incide più di tanto.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
è uno dei tanti momenti in cui il clichè calcato e ingiustificato fa sentire la sua grezza mano. Perché la storia continua a percorrere male i fatti, a descrivere a basso livello. E ripeto, _ in sé_ neppure questo è un male. Lo è perché Ruju ha istupidito il filo del narrare, trattando superficialmente temi e messaggi, con modalità pessime.[B)]
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
E infine la storia in sè... ora: penso che ci siano due strade. I sempliciotti (come me) che in Dylan cercano, oltre l'impegno e l'arte nel creare ogni storia, anche il semplice (passatemi il termine!) passatempo. E quelli, invece, più esperti dell'arte fumettistica, che cercano in ogni storia quel tocco di classe che la renda particolare.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Non credo che tu sia un ?sempliciotto? come ti definisci. E non credo che esistano realmente le categorie di cui parli. Perché impegno artistico e passatempo non sono slegati. Anche guardare la Monna Lisa è un passatempo e una divagazione. Il fumetto è un passatempo. Ad esempio, io non mi ritengo un esperto di fumettistica. Godo di una bella narrazione, mi schifo di un capolavoro ( eh già!), ripudio una brutta storia ecc. Però, cerco di non bruciare i fatti a priori soltanto perché a me una storia non piace. O perché mi piace.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Dato, come ho già detto, io faccio parte della prima categoria, a me piace l'idea di un'avventura Dylaniata in una piattaforma deserta, mi piace l'idea dei pochi membri facenti parte della missione di salvataggio che finiscono come carne da macello, mi piace l'idea che Dylan vivi anche un po' d'azione. Così come mi piacciono altre tipi di storie.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Nessuno ha mai contestato il tuo gusto, neppure questo mio intervento. Se ti piace l?idea di?, sei libero di? è chiaro? Ma se mi dici la verdura non ti piace perché fa male e sono meglio le patatine fritte perché sono buone devo intervenire.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Questa non la reputo un capolavoro del fumetto mondiale, ma stroncarla in tutto e per tutto (cercando anche i peli nell'uovo) mi sembra un tantino eccessivo.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
I peli nell?uovo di questa storia non bisogna neppure cercarli. E ci sono motivazioni pesanti per bocciarla da un punto di vista narrativo.
Non la ritengo né un capolavoro, né una storia significativa. Ma può essere un buon passatempo se ti piace.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Si è letto di peggio.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Al peggio non c?è mai fine, così come al meglio.[;)]
<hr noshade size="1">Temo di essere frainteso. Forse ho raggiunto il mio obiettivo.
|