h.13:23
In preda ai postumi di una giornata nera che ha messo a dura prova la sanità mentale del sottoscritto, stamattina con ritrovata calma (apparente) ho letto ?Il capolinea?.
L? Almanaco della paura 2007 ci offre il ritorno ai testi di <b>Giancarlo Marzano</b>, fino ad ora visto all? opera su un altro Almanacco (?04) e sugli ultimi due Maxi.
La crescita di Giancarlo da una prova all? altra è evidente: dopo aver esordito con l? acerba, piatta, scontata e soporifera ?Le notti di Halloween?, ha dato più profondità agli intrecci nelle successive ?Terrore sul mare? e ?Lo Scavatombe?, due gialli/horror comunque nel complesso dimenticabili.
Ed ora, con ?Il capolinea?, la soglia della sufficienza è quasi raggiunta.
Anzi, leggendo le prime 30 pagine l? impressione era quella di trovarsi di fronte ad un gioiellino di ispirazione e di sceneggiatura. Peccato che subito dopo la tensione e l? attenzione del lettore inizino a calare gradualmente a causa di un? escalation di espedienti horror banali, triti e ritriti.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
Già, un incipit davvero degno di nota: le caratteristiche e i problemi di tutti i viaggiatori sono presentati accuratamente, sono credibili ed estremamente coinvolgenti; il ritmo è incalzante, i dialoghi molto efficaci e soprattutto veri, così come i vari flash-back.
Una coppia di anziani con lui che nasconde a lei il proprio male incurabile; una giovane vedova che lavora umilmente per mantenere la figlia; una ragazza ricca che scappa di casa per coronare il suo sogno d? amore con un poco di buono; un Dylan che accusato di non sapersi assumere le proprie responsabilità rompe con la fidanzata.
Sono loro ad entrare nell? autobus. E le loro reazioni (diverse ed in linea con il carattere di ciascuno) all? entrata in scena e alle minacce di due teppisti sopravvenuti credo siano il momento più riuscito dell? albo.
Fino a questo punto Marzano merita i nostri elogi (e penso che riuscirà in futuro a regalarci qualche capolavoro: le idee ci sono e un certo talento lo si può scorgere già ora).
Il resto dell? albo, però, rovina quanto di buono si era visto nella prima parte: il piano superiore dell? autobus è pieno di ritornanti che temono la luce e che sperano di nutrirsi dei nostri (sigh...); il tragitto è una sorta di viaggio tra angosce e speranze dei passeggeri; e la salvezza (vale a dire il modo per far ripartire il mezzo e per ritornare alle prorpie case) è raggiungibile solo ritrovando la propria perduta voglia di sperare. Insomma, guai a chi non ha fiducia: si perderà nel buio e verrà dilaniato dai mostri di turno.
Detto così il tutto potrebbe sembrare persino divertente. Ma la noia, la prevedibilità e il tono sempre più serioso e sentenzioso dei dialoghi finali, così come delle presunte spiegazioni del caso, affossano la pazienza del lettore e lo portano a leggere sempre più distrattamente e con sempre minore immedesimazione.
FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER
Sembrerà un paradosso, ma il fatto che Dylan Dog sia un fumetto ?horror? a volte (e sottolineo ?a volte? !) è un limite.
In molti casi si ha l? impressione che spunti ed idee interessanti dei soggettisti (l? inizio della nostra storia) vengano sminuiti e di conseguenza sacrificati in favore della necessità di inserire in OGNI albo l? elemento soprannaturale o comunque legato in qualche modo al filone horror (la fuga dai ritornanti affamati).
Se a ciò si aggiunge la presunzione di dare spiegazioni articolate e persino filosofico-esistenzialistico-moraleggianti ( [:O] ) a vicende e situazioni così poco realistiche e credibili, è chiaro che il risultato spesso non è dei migliori.
Peccato, un? occasione persa per stupirci_
V.M.è la partenza
V.M.è il capolinea
V.M.-since1986-
|