Lo spunto è efficace benchè già visto tante volte, tuttavia la vicenda è scontata; ma è così che si sceneggia Dylan Dog.
Dialoghi ottimi, impostazione del racconto non banale (sebbene, come ho detto, la trama di per sè non sia granchè), buona atmosfera di tensione, digressioni horror-grottesche, siparietti irresistibili con Groucho e Jenkins (ditemi chi riesce ad usare Jenkins così) e un Dylan che, pur non facendo chi sa che, è un personaggio vivo.
Chiaverotti ha codificato buona parte del microcosmo dylandoghiano, per cui è ovvio provare soddisfazione nel ritrovare queste caratteristiche nelle sue storie, anche le meno riuscite.
Soggetto: 5,5
Sceneggiatura: 7,5
Disegni: 7,5
Kramer76 ha scritto:
[...]E dico anche nonostante il ritmo rapidissimo e un'accennata atmosfera possano recare in errore il lettore più ingenuo.[...]
Più che altro nostalgico e forse un po' prevenuto in positivo verso l' autore, ma mai quanto te in negativo.
Fra i difetti da te elencati il più evidente è la non convincentissima motivazione psicologica che muove i personaggi (mentre non ritengo affatto i dialoghi brutti), ma che me ne frega di stare a fare il criticone quando posso godermi una figata come la sequenza dell' uccisione dell' impiegato?