<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by the Imp</i>
<br />Era da un bel pò di tempo che non vedevo una tale concordanza di idee: forse da "La strada per Babenco", o da qualche storia di Medda, visto che in genere gli altri autori spaccano sempre il pubblico...
Mi accodo pur'io a tessere le lodi di questo Marty, anche se lo considero un gradino sotto i capolavori Sclaviani, fra le ottime storie
S
P
O
I
L
E
R
Una storia malinconica, triste, stavolta Dylan c'è ma mancano gli incubi, salvo innocue fantasie che fanno da parentesi horror in una storia che di horror ha veramente poco.
Qui Sclavi dimostra la sua maestria, scrivendo una storia in cui praticamente non succede niente, che potrebbe essere un tempo morto fra un'avventura e l'altra, e che invece finisce per coinvolgerci più di tante storie ben più piene di avvenimenti.
Le parentesi dedicate a Julian, che apparentemente non c'entrano niente con la triste vita del povero Marty, si armonizzano bene e fanno un efficace prologo alle riflessioni finali.
Unica pecca dell'albo è la mancanza di un finale più netto, più ad effetto, ma era piuttosto inevitabile, vista la natura della storia che a porvi fine fosse un momento lento e malinconico.
I personaggi sono tutti straordinariamente vivi, pur nei loro toni dimessi.
Casertano mi piaceva molto di più nei primi tempi, oggi lo apprezzzo di meno, ma qui fa un ottimo lavoro, in particolare il suo Botolo è uno dei più umani mai visti, e anche Julian/Jude mi è piaciuto moltissimo, specie alla luce dei chiarimenti finali di Marty.
La copertina è una delle più belle degli ultimi tempi, con l'inedita accoppiata Morte/Botolo, sia per composizione che per realizzazione.
Testi 8 (Soggetto 7,5 /Sceneggiatura 8,5)
Disegni 7,5
Copertina 8,5
Cmq il ritorno di Sclavi alla luce delle sue prime tre storie è davvero incoraggiante: che vi siano piaciute o no (a me son piaciute molto la prima e questa, mi ha lasciato perplesso la seconda) vi vedo uno Sclavi coraggioso, pronto a sperimentare nuove strade, e con un gran feeling coi suoi personaggi.
Sull'editoriale, onestamente non vedo tutta questa malizia dietro: l'ammissione della citazione è un gesto di correttezza, ma cmq superfluo, visto che la citazione era piuttosto evidente, e il discorso sull'imporanza della cultura per uno sceneggiatore mi sembra rivolto più agli aspiranti sceneggiatori che ai critici.
Per l'amor di Dio, Montresor!
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Ti quoto in pieno, Imp! Mi hai tolto le parole dalla tastiera! [:D]
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