N.243 L'ASSASSINO E' TRA NOI
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Albo molto controverso, che merita una riflessione approfondita. Sclavi non è nuovo nel citare letteralmente le opere che ha particolarmente amato, è successo spesso nella storia di Dyd con risultati altalenanti; in questo caso, però, non è corretto parlare di citazione ma piuttosto di imbroglio. I lettori che non hanno visto IDENTITY di James Mangold gradiranno la storia e, forse, vi troveranno elementi di unicità nella continuity della serie; tutti gli altri, invece, assisteranno a un remake. Non ci sono altre parole per definire il plot dell'autore (si fa per dire, visto che non è suo) e tutto il resto, di fronte a tanta sfacciataggine, assume funzione accessoria. Chiariamo subito: è legittimo il diritto alla citazione e, tutto sommato, anche alla riproposizione, ma non si può pensare in questo modo di ottenere il favore del pubblico. Per restare al maestro, il n.138 CATTIVI PENSIERI (Il miglio verde di S.King) era una delle cose più brutte mai lette su questi schermi, mentre DOPO MEZZANOTTE (Fuori orario di M.Scorsese) resta una colonna, a dimostrazione dei risultati disomogenei di una linea narrativa che, a mio giudizio, andrebbe però sempre evitata e fuggita come un cancro (perché raccogliere materiale altrui? non si è in grado di elaborarne uno proprio?). La storia, inevitabilmente viziata da questo peccato originale, vanta poi - come dicevo per il ventennale - momenti riusciti a livello sipariettistico (l'uomo disperato che biasima la sua vita, una vera firma sclaviana sul tema "emarginazione", la morte del killer di autostoppisti) che non compongono mai un discorso logico e coerente. Risulta altresì interessante il taglio eminentemente cinematografico della sceneggiatura, piena di omissis e silenzi (siamo in campo onirico) che torna spudoratamente alle origini della serie - cfr. i primi numeri -, e la variazione sul personaggio Dylan che, nelle mani del suo creatore, offre una divertente ipotesi di "cattivo" (gustoso vedere il Nostro che insulta una donna) come ulteriore tassello del filone "if" (se Dylan...) sviluppato negli ultimi tempi. La ridda di citazioni (da Nosferatu a Nightmare), il ritorno allo splatter e il decentramento di Dyd dal ruolo di protagonista non stimolano particolare interesse.
Angelo Stano è un grande artista e la sua prova piovosa si iscrive tra i tratti migliori degli ultimi anni, magnifica la rappresentazione di Valentina, ma questo aumenta i rimpianti per una storia che della propria sfacciataggine non sa fare un pregio. Sul ritorno di Sclavi si allunga un inquietante sospetto: quello della maniera, elegante e a tratti magistrale, che rimane nella gabbia della forma (anche UCRONIA, esercizio di happening) e non aggiunge la sostanza al pacchetto. Aspettiamo MARTY per rivalutare e/o calare definitivamente la scure su un ritorno che, finora, non ha avuto niente di particolare da offrire alla serie.
Una parola per l'horror post: mi pare ormai diventato un megafono per pompare oltremodo le storie, annunciare svolte epocali inesistenti e vantarsi di falsi momenti unici nella storia del fumetto... Dyd ha bisogno di questo? E' autolesionista questa reclame spudorata, speriamo che la smettano in fretta.
Voto: 4?
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