Sono le ore 0.25 e la lettura è terminata.
V.M. riordina le idee e, nonostante il sonno e la ovvia confusione, parte con il commento a caldo.
Una premessa è d?obbligo: per una questione di gusti personali le storie fantasy che ti sbattono in faccia come se niente fosse vampiri, licantropi, mutanti, ritornanti e negromanti e che per di più si prendono tremendamente sul serio non mi piacciono per niente. Ritengo sia molto più apprezzabile realizzare una storia credibile e brutalmente realistica (come ?Oltre quella porta?o ?Johnny Freak?); o quanto meno una storia in cui il fantastico diventa ironico e surreale ( come ?Golconda? o ?Ucronia?) e non lo si spaccia per ordinario e normale.
Per questo motivo, e solo per questo, ?La Lunga Notte?, lo dico francamente, mi ha annoiato e non mi è piaciuto.
Ma visto che non pretendo che voi abbiate i miei stessi gusti, cerco di dare un giudizio più obiettivo possibile sull?ultma fatica della Barbato, cogliendone i (pochi) lati positivi. Ciò però non toglie che a prescindere dal tipo di storie che possano piacervi, credo che questo Gigante sia per la Barbato un passo indietro rispetto a ?Oltre quella porta?, a ?L?Ultimo Arcano? e al Ventennale.
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La storia parte con Dylan che, per una non ben chiara riconoscenza o forse attratto dalla bella Dru, decide di unirsi a un gruppo di vampiri (!) e seguirli fino ad un raduno. Raduno che si rivelerà essere una sorta di assemblea di creature mostruose convocata per cercare di mantenere la pace tra le varie razze del ?lato oscuro?. Ma l?equilibrio tra esse viene turbato da una specie di maleficio che causa la morte del Garante, una sorta di Presidente della suddetta assemblea. La responsabilità dell?assassinio viene addossata ai vampiri: ha così inizio una caccia spietata alla loro razza, alla quale Dylan, che intanto è stato ?vampirizzato?, presta il suo aiuto. La Barbato è furba nel non specificare troppo dettagliatamente i poteri delle varie creature e gli effetti della vampirizzazione, cosicchè molte volte tali poteri fungono da deus ex machina per salvare i vampiri. Godibili sono i flash-back sul passato di Dylan da poliziotto e sulle storie di alcuni altri co-protagonisti, anche se nessuno di essi è davvero originale (la ragazza suicida per un amore impossibile?quante volte lo abbiamo letto?). Niente di troppo innovativo ma ben articolato il finale, interessanti le relazioni ?politiche?, amorose e l?intrecciarsi dei tradimenti tra una razza e l?altra.
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Come in tutte le storie della Barbato i sentimenti, i vizi e le virtù umane sono rappresentati accuratamente. Dunque se cerchiamo di vedere in questa lotta tra fazioni un? allegoria dell' odierna politica internazionale, se cerchiamo di ?umanizzare? il più possibile tutte le creature paranormali e riconosciamo nelle loro vicende un riflesso delle vicende umane (e Dylan con le sue frasi spesso cerca di suggerirci questa chiave di lettura), allora possiamo cogliere quanto di buono c?è nell?albo (nonostante il solito buonismo di fondo della Barbato, come altrove in Sclavi).
Se invece leggiamo la storia ?superficialmente? di lati positivi ne restano ben pochi. Certo, se vi piace il genere potreste apprezzarla, del resto la narrazione scorre via con piacere. Ma sicuramente la Barbato ha fatto e sa fare molto meglio.
Se poi, come me, detestate vampiri, licantropi &co. e preferite i soggetti su mostri e orrori reali, allora credo che difficilmente riuscirete ad amare questo Gigante_
V.M.è il Destino
V.M.è una Scelta
V.M.-since1986-
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