Sapevo di essermi lanciato in un argomento che non potevo risolvere con un solo intervento e credo ormai che ce ne vorranno parecchi, perchè la situazione è ingarbugliata e districarla è un'impresa. Premetto che non volevo intervenire in questa discussione perchè, nonostante credo ci sia bisogno di qualcuno che riesca a far vedere la cosa sotto un'altra luce e da un altro punto di vista, sicuramente più corretto, penso di correre il serio rischio di essere ritenuto facilmente persona di parte, in quanto collaboratore bonelliano. Ci tengo a premettere perciò che io ho scelto di diventare tale esclusivamente perchè ritengo il fumetto bonelliano di grandissima qualità essendone stato prima un appassionato lettore, cosa che sono tutt'oggi.
Io credo che si continui a fare molta confusione, soprattutto quando si dà la colpa del calo delle vendite alla presunta mancanza di qualità degli albi bonelliani. La qualità non c'entra nulla, anche e soprattutto perchè troppo spesso sento parlare di qualità ma si confonde la qualità con quello che ci piace. Infatti da quando frequento ambienti vicini al fumetto ho avuto la possibilità di constatare che la maggioranza delle persone, su questo argomento non fa altro che ritenere di qualità quello per cui prova un certo piacere o che gli provoca una emozione. La qualità è un'altra cosa! Spesso (anche in questo forum ovviamente) ho sentito di autori cani paragonati a Dei o semi-Dei o grandi autori ritenuti incapaci! Insomma delle assurdità che erano frutto soltanto di quello che è il proprio gusto personale. E il gusto personale viene spacciato per qualità, ma la qualità, ripeto, è un'altra cosa. La qualità spesso non vende, e molto spesso, pessimi prodotti riscontrano il favore del pubblico. Io per esempio, parlando con gli edicolanti che frequento o con i rivenditori con i quali mi trovo a discutere di fumetto, vengo a sapere che tra i fumetti più venduti ci sono i manga. Ora in alcuni manga, nonostante non siano i miei preferiti, ho modo di riscontrare una certa qualità, ma della maggioranza di quelli venduti in Italia, penso che siano prodotti pessimi che non raggiunge nemmeno un quarto della qualità di un albo bonelliano. Noi italiani abbiamo alle spalle una tradizione artistica di prim'ordine e nonostante ciò, negli ultimi anni abbbiamo lasciato che ci venissero imposti dei "modelli grafici" che in alcuni casi sono addirittura insulsi! E il risultato è che oggi abbiamo una tale confusione che non riusciamo a distinguere un buon disegno da un pessimo disegno!
Per quanto riguarda Dylan, poi, spesso vedo che viene accusato di scarsa qualità rispetto agli esordi. Ebbene io credo che queste persone casomai debbano lamentarsi del fatto che Dylan sia cambiato e la cosa è dovuta esclusivamente al fatto che a scriverlo non c'è più Sclavi, ma altri autori che, nonostante siano bravissimi hanno una personalità e una sensibilità diversa rispetto a lui. E la cosa ovviamente ha finito con il far cambiare il personaggio e le sue storie come è naturale che avvenisse. Se emoziona o non emoziona, questo lo dobbiamo decidere singolarmente, ma non dobbiamo tirare in ballo la qualità che, per quanto mi riguarda è rimasta molto alta.
Qualcun'altro ritiene che la qualità sia la presenza dei colori, la carta patinata e l'edizione extra-lusso: per edizioni del genere queste persone sono disposti a spendere anche di più. Si, ma sapete quante sono queste persone? Ve lo dico io: sono troppo poche per giustificare l'investimento. In Italia sarebbe andare incontro a un flop annunciato: Bonelli in passato ha già provato queste strade e il risultato è stato quello sopradescritto e cioè una catastrofe. Per il momento quindi non ha senso invocare questa strada. Se nelle edicole italiane ci sono fumetti (per lo più di fattura americana)il motivo è un altro. Alle spalle hanno un altro "percorso economico". Ecco perciò un altro esempio di come si parla esclusivamente dal proprio punto di vista di appassionato di fumetti (tenete presente che anche a me piace il colore) e non tenendo presente l'ottica del mercato in cui ci troviamo.
Ritornando all'argomento dell'aumento del prezzo, sappiate che in redazione, da Bonelli in giù, sono molto attenti a questo aspetto e se hanno deciso per un aumento, nonostante le cose stiano cambiando e la politica aziendale si muove già in altre direzioni (non posso dire di più, ma presto verrete anche voi a conoscenza dei cambiamenti), vuol dire che la cosa era davvero necessaria. Proverò a mettere la cosa sotto altra luce e propongo la seguente riflessione: si sa che alcune testate a breve cesseranno la pubblicazione (ormai la voce circola in tutti gli ambienti). Ebbene, sappiate che tutte queste testate hanno un folto gruppo di lettori (folto, non 4 gatti!) che le seguono con la stessa passione con la quale voi (e io) seguite DYD. Ora, a causa del fatto che il numero di questi lettori non è uguale a quello di DyD o di Tex, queste persone a breve perderanno il loro personaggio a fumetti preferito, nonostante Sergio Bonelli abbia cercato di mantenerle in vita il più a lungo possibile oltre ogni ragionevole sforzo, alla faccia anche della convenienza ( e per questo anche criticato). Infatti egli non ha fatto come la Marvel, come riportato da qualcuno più su, che in quattro e quattr'otto chiude una testata (fregandosene di tutto e di tutti, aggiungo io). Concludo perciò con una domanda: preferite che il vostro personaggio sparisca o ritenete che sia meglio un piccolo aumento di 10 centesimi quando esso si rende necessario? Se optate per la prima credo che sia meglio che voi smettiate di acquistarlo fin da adesso.
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