A dirla francamente il mio guaio è quello di NON CREDERE nell'esistenza degli eroi, dei buoni assoluti. Pur con tutti i suoi difetti Dylan è e resta un personaggio assolutamente positivo, e mi è di sollievo scrivere di lui, anche perchè, trattandosi di un fumetto, posso permettermi di credere che in QUELLA realtà persone simili esistano davvero. La realtà di "Bilico" non è una "realtà reale". Mi spiego: in una marea di critiche, soprattutto di stroncature, da parte di lettori su internet c'è sempre l'accusa che il romanzo non è credibile in Italia, che gli omicidi sono assurdi, i personaggi esagerati... Ora: pensano che io sia cretina oppure non li sfiora proprio il pensiero che l'abbia fatto apposta? Il fatto che
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non ci sia nessun personaggio in cui identificarsi, che tutti i personaggi tengano a distanza il lettore, che la positività sia completamente cancellata è assolutamente voluto. I delitti sono descritti sempre a freddo. Efferati, assurdi, esagerati eppure mai patinati, crudi, come un quarto di bue appeso nella cella frigorifera. Pur in una realtà sopra le righe e quindi poco probabile, come potevo inserire personaggi positivi, quando io per prima non credo in loro? Non avrei mai potuto creare un eroe come Dylan, e forse per questo non creerò mai un mio eroe bonelliano. Il mio Dampyr sarebbe stato spaccato a metà tra le sue due nature, colmo di odio per gli umani, i vampiri e se stesso. La mia Julia si sentirebbe un mostro perchè capisce i mostri. Il mio Brendon resterebbe indifferente davanti a qualsiasi morte e vivrebbe per il denaro. Non ho un'anima nera, solo... bah, solo che forse ho conosciuto la parte peggiore del mondo.
Due ultime cose, una OT e una IT:
OT: qualche anno fa stavo uscendo da casa dei miei e mia madre mi ha detto: "Hai sentito di quella vicenda terribile? Una banda di albanesi che durante un furto ha massacrato una mamma e il suo bambino, la sorellina maggiore è riuscita a scappare.". Io senza nemmeno pensarci ho detto: "Secondo me è stata lei.". Mia madre mi ha detto che avevo la testa bacata e mio padre mi ha blandamente rimproverata per la mia mania di vedere il male dappertutto. Sappiamo com'è finita.
IT: vista la dedica del libro, Alessandro e Miglio esistono. Nomi diversi, aspetti diversi, lavori diversi. Ma i dialoghi, soprattutto quelli di Alessandro, sono riportati pari pari. Esiste gente così fuori di testa. Forse non uccidono, ma per certo i vero Alessandro era uno psicotico con manie di persecuzione e il vero Miglio affronta tutt'oggi la morte come se fosse uno scherzo. Per la cronaca io mi sono invaghita di entrambi. Basta, va', o faccio un comizio.
Grazie per i complimenti.
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