Le mie emozioni e riflessioni, in ordine sparso e disordinato.
Nel suo romanzo d?esordio Paola Barbato fa centro al primo colpo.
Una storia di amore nero e di insana perfezione.
Un senso di angoscia e di nervosismo ti assale durante la lettura del libro..Così non può andare, deve pur toppare, una volta, ?il seviziatore?.. No, è tutto troppo perfetto, una mente diabolica tesse la trama in modo ineccepibile.. Che storia, concluderebbe Miglio. E mi vedo il Maestro A. Hitchcock guardare con ammirazione Paola, che è riuscita a costruire scene del delitto a dir poco perfette, e su un piano ben più difficile, quale quello del "romanzo".
Personaggi caratterizzati in modo eccezionale, dentro e fuori, che farebbero la fortuna di un ottimo regista..
Quando inizi a pensare che Alessandro si manifesti con fin troppa disinvoltura, senza mai dare nell?occhio, nella casa di Giuditta ( e D. Argento, allora, che per creare la suspence finale, manda spesso a puttane la logica del film?), Paola ti viene in soccorso, è lì accanto a te, ti tira l?orecchio e ti dice che questo non è un romanzaccio di serie B, tranquillo, non ci saranno i classici e stantii sdoppiamenti di personalità.
Applausi.
Come? Il deus ex machina ed il colpo di scena vengono già rivelati a circa metà del libro, facendo perdere alla storia interesse e brillantezza? Critica (Corriere della Sera ed altri) che non merita repliche. Anzi, giusto una ( e chiudo qui altrimenti se ci mettiamo pure a criticare le critiche, si svacca): quando Janet Leigh viene assassinata epicamente sotto la doccia, a circa un quarto di Psycho, non mi venite a dire che per la parte restante del film non siete rimasti incollati al televisore! Ecco, un colpo di scena di tale qualità e fattura, ho trovato in ?Bilico?, e dona una nuova aurea al prosieguo del racconto.
J. Demme (Il silenzio degli innocenti), sapeva che si possono esplorare le tenebre della psiche umana senza scomodare figure cannibalesche e sceniche?
Ma quale romanzo, ma quale thriller. Un libro fuori dagli schemi, da leggere e da rileggere, che si imposta su diversi piani di lettura. Al lettore ed alla sua sensibilità, poi, coglierli.
Più di 300 pgg di brividi. Di piacere.
E mi immagino ora S. FREUD, col suo classico "sigaro", leggere il tuo libro, P., ed interrogarsi e grattarsi la bianca barbetta, ripensando al suo <i>"Solo con lo studio del patologico si arriva a comprendere il normale"</i>. Ecco, dopo la lettura di BILICO, ne è ancora certo?
liam00
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