Letto il tornado di valle scuropasso. Più che un romanzo, lo definirei un racconto sostanzioso, diciamo stile "L'horlà" di De Maupassant. Detto questo, lo scritto è, IMO, un capolavoro. Sclavi è tornato alla grande, e questa volta carico di nuove ossessioni e esperienze laceranti...
Spoiler
E' lui, Sclavi, il protagonista del racconto e non sembra nemmeno volerlo nascondere troppo: parla dell'alcoolismo, della solitudine, della clinica con una vena visionaria da delirium tremens, senza dimenticare la paura del vivere quotidiano, del vicino di casa, delle piccole cose, che Roman Polanski definirebbe come "Quelle cose da nulla che assumono proporzioni incredibili". Il racconto è anzitutto, precisiamolo, la descrizione di una solitudine, la descrizione di un uomo alla deriva, col cervello asciugato dal liquore, scivolato nell'inedia e nell'autocommiserevole disperazione, un individuo che ha come eroe un attore di hollywood che ha avuto il coraggio di farla finita e suicidarsi. Egli ha smesso di scrivere, ha smesso di avere amici, di avere una famiglia, l'unica attività che mantiene è quella di ingerire pastiglie contro la depressione, la malattia: questo ci fa intendere come la sua potenziale guarigione si affaccerebbe su un baratro vuoto, fatto di nulla, di desolazione. Una vita spaccata, attonita. Un campo dopo la battaglia. Il ribaltamento finale, un pseudo-colpo di scena, è una beffarda illusione, poiché non varia la situazione che rimane la stessa, non è cambiato nulla, il tutto si è e rivelato un incubo nell'incubo, la paura non finisce qua, anzi, cadono le illusioni di una mente che nella fantasia aveva trovato una parziale giustificazione al proprio nulla.
Magistrale poi la descrizione di quella realtà fantasmatica e asettica, fatta di persone silenziose e senza occhi, misteriose dietro la placida apparenza. Il tutto masticato da quell'umorismo cinico e disperato che il buon Sclavi spesso utilizza con esiti magistrali e, devo dirlo, esileranti.
FINE SPOILER
Per chi avesse saltato a piedi pari lo spoiler, aggiungo soltanto che acquistando quest'ultima fatica di Sclavi non butterà certo vi soldi. Una lettura a ventiquattro carati. Tra Polanski e Borroughs.
Stanotte ho sognato che sognavo di te (T.Waits)
"Questi dadi suonano diverso..."
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