Cravenroad7

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#Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
Insufficiente (1-4) 11%  11%  [ 3 ]
Mediocre (5) 7%  7%  [ 2 ]
Accettabile (6) 30%  30%  [ 8 ]
Buono (7-8) 41%  41%  [ 11 ]
Ottimo (9-10) 11%  11%  [ 3 ]
Voti totali : 27
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 Oggetto del messaggio: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: dom mag 05, 2019 10:52 am 
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Iscritto il: mar ott 19, 2004 2:43 pm
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Località: Sardegna
Dylan Dog ha a che fare con alcuni tra i più grandi capolavori della letteratura di ogni tempo, ma non sarà propriamente un’esperienza piacevole…come la nostra esperienza con alcuni fumetti?

Immagine


Dylan Dog Color Fest
N° : 29

Se una notte d'inverno un assassino




Soggetto: Giovanni Di Gregorio
Sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Flaviano Armentaro
Copertina: Flaviano Armentaro
Colori: Carmine Moreno Dinisio


L’Indagatore dell’Incubo si cala nelle pieghe delle celeberrime trame di alcuni dei capolavori della letteratura di tutti i tempi, da Italo Calvino a Franz Kafka, da William Shakespeare a Douglas Adams, a Robert Louis Stevenson.



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Per rendere il topic più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: gio mag 09, 2019 12:01 pm 
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Iscritto il: sab gen 31, 2015 12:29 pm
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Ho votato 6. Il color è carino, ma il risultato complessivo è inferiore alla somma delle parti. Il tema è chiaro, e già ampiamente declinato in forme anche più ispirate: Dylan, con pretesti generalmente labili, perso in incubi vari, e questo numero non segna particolari discontinuità con tutti quelli da cui discende, fatte salve le ambientazioni letterarie, sfruttate più per le suggestioni visive che per altri significati più profondi. La rivisitazione della metamorfosi tocca temi scontati in modo scontato, mentre quella di Amleto è fin troppo frettolosa.
Dal punto di vista visivo è sicuramente un ottimo acquisto, invece. Come gli ultimi color, i disegni sono di grande qualità e cambi di ambientazione continui sono tutti ben gestiti. Se proprio devo trovare qualcosa da dire, le facce dei comprimari non sono molto a fuoco, Dylan è l'unico a cui sono riservati primi piani, a meno che non vogliamo considerare le tette di Raquel un altro personaggio.

Un'ultima questione a margine:
Spoiler!
Perché Dylan beve birra? È una citazione dalla guida galattica?

_________________
Ormai sono sicuro che Dio esiste. Ora si tratta solo di trovarlo e riempirlo di botte.


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: ven mag 10, 2019 8:06 pm 
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Iscritto il: sab dic 29, 2012 8:06 pm
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Località: un ROMEvarlo a Ferrarendàrt
Solo sfogliato, c'è un Dylan senza un occhio a pag. 19 (prima vignetta) :o


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: ven mag 10, 2019 9:07 pm 
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Iscritto il: sab ago 23, 2008 12:39 pm
Messaggi: 2168
Dark Star ha scritto:
Solo sfogliato, c'è un Dylan senza un occhio a pag. 19 (prima vignetta) :o

Sarà una citazione da Holly e Benji.

Comunque secondo me sarebbe venuta meglio con sottotrame originali o quantomeno non pedisseque.


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: sab mag 11, 2019 8:52 am 
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Iscritto il: sab ago 21, 2010 7:28 pm
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Località: Twin Peaks
Risparmiatevi questi 5 euro


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: sab mag 11, 2019 9:03 pm 
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Iscritto il: mar ott 29, 2013 11:04 pm
Messaggi: 352
Località: Roma
Letto. Non mi ha fatto impazzire. L'eccessivo alternarsi di dimensioni diverse contribuisce a rendere la storia caotica e a volte di difficile comprensione, soprattutto quando i cambi di scena non mantengono un filo logico tra loro. Sicuramente è voluto e probabilmente sono io a non amare le storie troppo contorte. Mi viene da pensare però che alternando soltanto due dimensioni si sarebbe potuta sviluppare una trama più profonda ed efficace.


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: dom mag 12, 2019 12:25 pm 
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Iscritto il: sab dic 29, 2012 8:06 pm
Messaggi: 638
Località: un ROMEvarlo a Ferrarendàrt
Proprio un bel color fest, e riprendendo il commento che mi precede, per me la storia è costruita molto bene con tanti agganci tra le due (perchè sono solo due in effetti) realtà, il tutto poi giustificato alla fine
Spoiler!
dalla celeberrima, non solo su Dylan ovviamente, biblioteca di Babele

Peccato solo che, personalmente, cononoscevo bene solo la terza e quarta per aver letto effettivamente gli originali, mi sarei gustato tutto ancora meglio ... certo che l' ultima è quella che si intreccia nel modo migliore con il passato di Dylan. :x: 8-)

Copertina che mi aveva fatto preoccupare (una faccia da schiaffi da antologia il Dylan in primo piano), ma i disegni all' interno non mi sono dispiaciuti, diciamo che non incidono nè in bene nè in male ...

8


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: lun mag 13, 2019 8:43 am 
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Iscritto il: mer giu 22, 2016 9:37 am
Messaggi: 50
Le copertine di Dylan non mi piacciono più per quanto siano fatte bene, ma non so dire esattamente perché.
Probabilmente sono io che sono vecchio e se non vedo Stano non capisco più niente.
Questo albo mi ha lasciato un po' perplesso: è anche divertente, ma trovo che i raccordi siano fatti male, molto forzati (anche se non sempre).


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: lun mag 13, 2019 9:15 am 
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Iscritto il: ven apr 24, 2009 8:22 am
Messaggi: 1531
Località: cremona

_________________
ma se dal 2023 diventassi io il nuovo curatore di dyd?

IO SONO RKC E SONO FATTO DELLA STESSA MATERIA DI CUI SONO FATTI GLI INCUBI.......
IT BEGINS......08/09/2012

http://it.wikipedia.org/wiki/Sacello


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: lun mag 13, 2019 10:18 am 
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Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm
Messaggi: 2148
molto belli i disegni nei vari stili affrontati a seconda della situazione, per quanto riguarda invece la sceneggiatura penso che il mio giudizio sia influenzato dal fatto che mi immaginavo qualcosa di diverso. Cioè la storia è carina, però mi aspettavo un esperimento differente e questo mi ha lasciato un po' di amaro in bocca...

_________________
Regola numero uno: I commenti non rispecchiano l'andamento dei voti.
Regola numero due: Il 6 è un voto contemporaneamente positivo, negativo e neutro.


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: lun mag 13, 2019 11:04 am 
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Iscritto il: mer set 30, 2015 1:02 pm
Messaggi: 1504
Di Gregorio offre uno spensierato divertissement che non si prende troppo sul serio e fila via liscio e frivolo; tutto sommato piacevole se lo si affronta senza troppe pretese e quindi senza cercare la profondità di alcune delle opere tirate in ballo.
poco convincenti le fisionomie spigolose di Armentaro che, nonostante si cimenti in diversi tratti, non riesce mai a smarvelizzarsi del tutto; molto più riuscito, a mio parere, il lavoro ai colori di Dinisio che riesce a piegarsi al contesto senza compromettere il suo tocco, leggero ma incisivo.
voto un 7 - e rileggo fra un paio d'anni


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: lun mag 13, 2019 11:56 am 
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Iscritto il: mer lug 08, 2015 1:49 am
Messaggi: 140
Storia accettabile, che vive di suggestioni più che di trama.
Inconcepibile pensare di mettere a fine albo una sinossi della Guida Galattica (a uso e consumo di chi non la conosca) e aggiungere uno spoiler macroscopico.


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: mer mag 15, 2019 11:42 am 
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Iscritto il: sab dic 28, 2013 7:16 pm
Messaggi: 2544
Località: Noland
Ho votato accettabile, ma più per premiare il lavoro di Armentaro che si cimenta con stili diversi a seconda della storia letta (anche se non tutti mi sono piaciuti) e le colorazioni di Dinisio. A loro assegno un 7, mentre un 5,5 ai testi di Di Gregorio, che si limita al compitino.
Le mie narrazioni preferite, anche per l'atmosfera resa da disegni e colorazioni, sono quelle tratte da Calvino (ma Carpenter poteva risparmiarlo) e da Stevenson. Abbastanza scontate quelle da Adams e da Kafka, quella dall'Amleto invece proprio non m'è piaciuta, a parte che una rilettura del capolavoro shakespeariano avrebbe meritato un albo a sé. Bene il rimando sclaviano.


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: gio mag 16, 2019 9:08 am 
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Iscritto il: mer lug 22, 2015 9:43 am
Messaggi: 389
Carino dai, bei disegni


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 Oggetto del messaggio: Re: #Color Fest 29 - Se una notte d'inverno un assassino
MessaggioInviato: gio mag 16, 2019 10:48 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
Messaggi: 6990
Località: Inverary 2.0
[...]

Non mi è dispiaciuto alla fine, siamo sul 6 ½ che con qualche ritocco arriverebbe al 7 - senza troppa fatica, per cui sono mediamente soddisfatto :) .

Di Gregorio si confronta con qualcosa chiaramente più grande di lui ( :!: ben 5 classici moderni della letteratura & non solo... perché Shakespeare di certo non scrisse Hamlet per gli scaffali delle biblioteche, ma solo per la scena live) e dimostra di sapersi giocare alcune carte (meta-)abbinando senza poi troppa seriosità il mondo letterario a quello dylaniato - cosa vecchia quanto Sclavi - con un incastro di scatole cinesi su alcuni punti chiave e motivi portanti molto intimi al Nostro Boy.

Quanto a profondità è tuttavia molto meno frivolo o divertissement-esco di quanto possa sembrare ad una prima lettura; il problema è che GDG non riesce ad oliare bene questi incastri nei meccanismi della sceneggiatura per mini-episodi+cornice, né a proporre delle rivisitazioni così interessanti di questi classici, anche se l'elemento pro-Dylan è solido. Quello che rimane tra le righe rischia di rimanere spesso occulto, non per insensibilità del lettore, ma per approssimazione dell'autore, che piuttosto che dichiararsi sibillino, si perde spesso in alcuni refrain, e per paura di sembrare didascalico finisce per dimostrarsi quasi inconsistente nella struttura complessiva.
Comunque ho apprezzato l'idea in quanto tale, e anche per questo ci perderò MOOOOLTE parole - avvisate le vostre diottrie - più sotto per spiegarla secondo la mia personale ri-lettura interpretativa, sempre se ho letto lo stesso fumetto e non una copia impaginata male :wink:

Soddisfacenti i disegni, per quanto non ami la parte più mmmericana e squadrata della cornice di raccordo (v. Groucho stile strip comico nelle prime pagine); meglio i colori, nella loro variabilità a secondo dalla storia, passando dal giallinoverde per le fantomatiche minacce aliene (senza Salvini o Di Majo in scia, chimica), all'espressionismo corposo del viaggiatore nottambulo, con il grigiore verdastro del quotidiano in decomposizione a Praga, nell'oscurità gotica della Londra vittoriana, fino al sangue blu nel volto dei regnanti di Danimarca, per concludersi con la dissolvenza di una bianca camera d'isolamento tanto cara alla Barbato :tc:



°°°SEGUONO SPOILER°°°


Premesso che forse il titolo ideale sarebbe stato questo...

Immagine


... ma probabilmente i copyright di mezzo non l'hanno permesso (e di fatto qui Dylan non indaga per nulla, macchiandosi invece di qualche probabile assassinio virtuale)...
Di Gregorio riprende ispirazione da Calvino nel senso complessivo dell'albo, che come il romanzo di una quarantina di anni fa si basa su una serie di false partenze/incipit per racconti mai terminati in disordine sparso, un complesso (meta-)gioco di complicità tra il lettore spaesato e l'autore inconcludente - che poi è il primo lettore di se stesso - nato dall'amore puro per la scrittura e quello di riflesso per la lettura :3

Infatti Dylan comincia la storia mettendosi comodo in pantofole per godere di un nuovo (suo?) albo per il gusto della lettura - un po' come tutti noi di riflesso - ma è disturbato da qualcosa che altera le sue aspettative, un po' come tutti noi nel 70% delle volte. Disturbi che provengono dall'esterno, dal contenuto delle pagine, o da quanto internamente a sé rielabora suggestionato dalle stesse storie su carta... che a loro volta nascono fallate in partenza per una serie di refusi da proofreading, errori tipografici, sciagure d'impaginazione, etc. - forse la SBE fa autoironia :?:

Il problema di Dylan è che si immedesima troppo in quello che legge... o anche in quello che non ancora ha letto ma che qualcuno scrive per lui da un patrimonio comune (v. biblioteca di Babele sul finire)... essendo lui stesso un personaggio manipolabile dagli autori che lo reinterpretano da 30 e passa anni a loro uso&consumo o per togliersi degli sfizi in base alla proprie suggestioni cult. Sclavi in questo senso era un maestro nell'applicare il proprio bagaglio culturale al mondo che circonda Dylan, da E.A. Poe a Memo Remigi.

Per questo dopo aver letto soltanto l'incipit del fantaromanzo di Adams sull'autostrada spaziale comincia a pensarsi sloggiato di forza - qui avverto di nuovo parfum de Paulette - da Craven Road 7 identificandosi in una lettura già interrotta per proseguire con le sue personali suggestioni. In questo modo perderà sempre più contatto con il reale, sopraffatto dalle meta-finzioni letterarie della sua mente facilmente suggestionabile, talvolta imposte da certe "penne" che scrivono dall'alto.
Nel complesso il primo miniepisodio/incipit è snello e carino, molto umoristico come la guida per autostoppisti stessa, anche se le conseguenze dell'asfaltamento fittizio della Terra lasciano un velo di malinconia in Dylan (p.28) che preferirebbe rifugiarsi sotto le gonne di Rachel :P

Si ritorna nel secondo mini-episodio direttamente al racconto iniziale di Calvino, quello del viaggiatore in confusione, a cui sfugge il senso del suo viaggio e delle cose/messaggi che lo circondano. L'unico bagaglio solido che si porta dietro potrebbe essere un tantino compromettente... almeno per un Dylan che tanto per cambiare da Indagatore si riscopre indagato, se non pesantemente indiziato di decapitazione.
Bene l'incipit d'atmosfera e la tizia enigmatica, non proprio il massimo il lungo inseguimento sul treno merci come la comparsata di Carpenter, ma rientra tutto nei conflitti & paure in projezione di Dylan, che rielabora da un testo di sottofondo quella realtà attuale in cui è spesso entrato in collisione con lo sbirro-armadio, che non vede l'ora di incastrarlo con le solite menate :cry: .

Le cose si fanno ancora più vacillanti, a livello di identità, nel terzo mini-episodio/incipit che riprende o' scarrafone di Kafka, il mostro, il "diverso" dentro tutti noi, che in fondo non è una metamorfosi ma solo una manifestazione più consapevole di certe cose. Di Gregorio altera parecchio il suo Dylan Samsa, visto che lo rende piuttosto ardito nell'andare a zonzo fuori di casa e ribattere da petulante alcune accuse, ma questa alterazione non ajuta di molto la (scipita) conclusione in cui il bagarozzo si accontenta di spegnersi perché non riesce più a riconoscersi nella società che lo circonda né in se stesso (p.58). Non so se è un meta-apologo del Dylan meteoristico, ma per fortuna i facili riferimenti xenofobi sul tram non tracimano nel consueto mantra dell'inedito :dito: .

In queste tre prime ministorie Dylan alla fine soccombe ed è sempre passivo, secondo copione altrui. Da pagina 59 in poi, più o meno alla cesura dell'albo, passa al contrattacco, prova ad imporsi, mettendo in discussione anche chi lo circonda e prendendo delle decisioni per conto suo... per quanto ancora rintronato dal sovrapporsi dei vari livelli di meta-narrazione e citazioni, tra autostoppisti cosmici, treni perduti, insettoni sgobboni, etc... e creando quindi ulteriore caos, senza regnarlo :g: .

Ecco quindi che nell'intermezzo rosa prova a mettere dialetticamente alle strette Rachel davanti ad una pizza sull'origine della loro relazione (forse una pizza pure quella :* ), e poi rivisitare su di sé lo strano caso del Dott. Jekyll per far emergere il proprio lato oscuro-Hyde, e compiacersene... fankulo il Dylan damerino e buonista, ke rottura di balle le belle maniere e la buona educazione, sapessi ke liberazione stuprare la propria ultima fiamma ed accoppare un miglior amico troppo ficcanaso :evil: .
Senza dubbio questo quarto episodio rivisitato è quello più didascalicamente telefonato per spunti e finalità messe in discussione, ed ha anche il demerito di durare un po' troppo senza proporre variazioni particolari sullo sfondo di Stevenson, ma comunque è ben applicato al tema della duplicità (inespressa?) nel Dylan di routine.

Le conseguenze di questa spersonalizzazione letteraria sulla sua fragile tempra non sono inoffensive, visto come Dylan finisce ridotto presso il pronto soccorso della neuro (p.80-82). Neanche i sogni sotto sedativi lo ajuteranno molto, se poi dovrà projettare i suoi dubbi esistenziali e le sue ansie di riscatto interfamiliare nella figura di Amleto, che come sappiamo da oltre 400 anni alla fine crepa sempre insieme a tutti quanti, come tragedia volevasi. Forse questo cameo shakespeariano è un po' troppo sbrigativo a differenza degli altri, e poteva presentare qualcosa di più sostanzioso di un semplice sferruzzare di fioretti per vendetta... ma i riferimenti al conflitto con l'identità/autorità paterna sono azzeccatamente in topic, sapendo quanto sia scissa a priori la figura di Xabaras e di quanto Dylan ne soffra da secoli, in ombra :x: .

Anche Morgana merita una piccola appendice letteraria en passant, ma non di fate arturiane si tratta, bensì del mito di Edipo per chiudere il ciclo, con tanto di sfinge che parla per enigmi (p.91) ed amore subnormale per la propria madre… solo che persino Di Gregorio si accorge qui di aver ormai accumulato troppi filoni sull'identità riplasmabile di Dylan ed alla fine butta allegramente tutto in malora, acqua+secchio+bambino, con l’escamotage sbarazzino dell’amanuense fallace di copincollagio e la metafora delle (troppe) storie che si sovrappongono in disordine sparso come codici medievali su un palinsesto corrotto. Mi sarebbe di certo piaciuto di più un sorrisetto malvagio del ragazzotto sotto la chierica, alludendo a qualcosa di diabolico sottotrama, piuttosto che un semplice incidente di negligenza, tra accuse di raccomandazioni e benedizioni agli ebooks… :D

Ma forse anche questa è una metafora del lavoraccio interno allo staff di redazione, costretti a sobbarcarsi (da semi-incompetenti?) cariconi tipo-container di consegne e scadenze al punto da incasinarsi tra un racconto e l’altro, tra un Dylan diverso dall’altro, e fino a perderne la bussola, identità compresa.
Non è che mi sia dispiaciuto molto questo passaggio malandrinamente bonario e ironico, che a sua volta ricorda Borges e la Piccola Biblioteca di Babele made in Sclavi – per quanto mastro Chiaverotti ( 8-)) nel Monastero avesse predisposto un’avventura dylaniata da premesse simili con risultati migliori - … è solo che stona parecchio con il tenore più fosco delle precedenti 70 pagine (esclusi gli alieni di Adams, ovvio) come con quello clinicamente alienato delle ultime due, dove Dylan ricasca nel suo non-Ego psicolabile alle derivazioni e riscritture altrui, auto-afflitto da una serie di citazioni labirintiche che non lo ajutano a trovare il senso della propria esistenza :roll: .


TO DIE, TO SLEEP –
PERCHANCE TO COUNT 42 ALOHAs IN A SUMMER DREAM

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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