Cravenroad7

Un patto stregato stipulato con un demone, un conto in sospeso che, in qualche modo, deve essere saldato…sarà un metafumetto sulla redazione di Dylan Dog?






Nell’allucinante scenario di un mondo sempre più preda dell’influenza nefasta della meteora, Dylan viene contattato dal magnate russo Volkov che, per sfuggire al cataclisma che si profila all’orizzonte, ha trovato rifugio su un satellite, nello spazio. All’Old Boy, spetta il compito di regolare un conto, lasciato in sospeso da Volkov sulla terra, con una demoniaca figura femminile.

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Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

storia che raggiunge la sufficienza , ma niente più,
sebbene la trama sembra interessante le cose che succedono sono banali,

in questa storia c’è zero continuity , potrebbe essere benissimo una storia fuori ciclo della meteora , boh è ancora da capire questo ciclo della meteora. E john ghost è risparito

pag. 66 prima vignetta....ma nessuno controlla?

Brutto, imbarazzante! Per me bocciato su tutti i fronti!

Dell'edera divino, barbato in forma con una storia originale e dinamica. Votato ottimo

Storia originale e scorrevole. L'ho letta con piacere. Vedendo la copertina, mi aspettavo qualcosa di più action e trash, invece a sorpresa "Il sangue della terra" è votato alla malinconia. La Barbato crea dei momenti discretamente intensi e coinvolge il lettore dall'inizio alla fine. Questa volta non c'è la sensazione che la meteora sia stata appiccicata in post-produzione, dato che la storia è completamente fuori continuity e potrebbe essere un numero casuale pre-387.
Ho comunque preferito "La caduta degli dei" che, sebbene innegabilmente più imprecisa, più pasticciata, mi ha lasciato di più a livello di sensazioni.
Disegni davvero belli. Mi sono piaciuti in ogni parte della storia, non ho trovato una caduta di stile che fosse una. Bravo Dell'Edera!
Voto: 6 1/2

Dell'Edera veramente grandissimo con questo stile...molto adatto a Dyd secondo me.

La storia in se è forse una di quelle che mi sono piaciute di più della Barbato degli ultimi anni (anche se forse hanno contribuito i disegni a farmela sembrare molto più bella) nella sua tutto sommato semplicità di trama.

Per quanto riguarda la continuity mah...diciamo che senza la storia della meteora probabilmente non si sarebbero trovate giustificazioni per il miliardario in orbita però se questa la vogliamo chiamare continiuty serrata auguri

Un altro numero orribile dove tutti sono incredibilmente stupidi a partire da me che li compro. La trama semplicemente non esiste, ha lasciato il posto a una serie di avvenimenti poco interessanti che si protrae per 98 pagine e poi, così, finisce. Mi avrebbe cambiato qualcosa se non fosse mai iniziata? Oggi sarei un grammo più felice.
Il senso dell'albo, racchiuso in una vignetta totalmente no sense, è che qualcosina è meglio di niente. L'esistenza stessa di questo albo prova il contrario.

Finora Che regni il caos! è l'unico episodio della meteora che ho trovato interessante e necessario.
Gli altri quattro scivolano via senza infamia né lode e, quel che è peggio, si collegano solo marginalmente al primo.
In una miniserie di 14 episodi "in stretta continuity", lascia perplessi la scelta di piazzare quattro filler di fila subito dopo il pilota. A questo punto inizio a temere che gli unici episodi incentrati sulla macro-trama siano gli ultimi due/tre del ciclo.
Fra l'altro, il problema riguarda non solo il mancato sviluppo della macro-trama, ma anche la poca coerenza stilistica e la diversità di intenti fra il primo e gli altri quattro episodi. La Barbato (così come la Baraldi) ha una scrittura troppo lontana da quella di Recchioni e per il momento sembra interessata più all'aspetto horror/soprannaturale che al discorso socio-politico iniziato da RRobe.

In realtà l'albo precedente della Barbato è molto legato al pensiero sociofilosofante recchioniano pro-meteora e riprende alla lettera alcuni suoi motivi&premesse ereditati direttamente proprio da Che regni il caos! Mi sembra abbastanza evidente, se non imboccato, e ne ho pure parlato in dettaglio nei commenti alla Caduta degli dei.

Questo inedito non lo ha ancora letto, ma in linea di principio credo sia irrealistico aspettarsi una sinergia tale tra 4 o 5 autori diversi spalmati nell'arco di una dozzina di storie programmate da almeno un pajo d'anni a questa parte... tale che sembri tutto filare come una macro-trama da segmento narrativo unico.

Per questo tipo di organizzazione (stile serie tv) ci vorrebbero meno teste al lavoro sui soggetti/sceneggiature, ed un progetto unificante più solido alla base, partito con tutti quanti coinvolti già in partenza, e non riassestandosi su storie già in cantiere... perlomeno nella mente degli autori. Per dire, su una testata gestita dal solo Chiaverotti con 60pp per albo questo è più agevole, guardando a Morgan Lost.
Dylan è invece un fumetto ostile alla continuity seriale di suo, nel formato, nel DNA, anche per questo tipo di organizzazione interna nelle fasi di scrittura, per cui non mi lamenterei più di tanto date le condizioni in cui ci si deve sbattere per azzeccare una storia decente. A me, molto più pragmaticamente, interessa solo leggere albi di qualità. Se poi riescono anche a mettere insieme un fil-rouge che si chiude tra una decina di mesi buon per loro. Almeno ci hanno provato; se va male, vorrà dire che dovranno provare altro in futuro... o in un altro modo.

CHE ABIURI IL CAOS, ALOHA

ma per fortuna!
DYD è un fumetto horror con tematiche sociali.
Non un fumetto "sociale" (che poi vorrei capire bene il sociale nella visione del Rrobe cosa vuol dire...e mi sa che non è tanto come me lo immagino io, il sociale) con tematiche horror.

Io con la nuova getione speravo davvero tanto in un ritorno (anche di maniera) all'horror. Tipo una bella sfilata di re interpretazione dei mostri classici come successe a inizio serie.
Back to basic; horror, atmosfere qualche pistolotto ogni tanto ma non troppo.

In effetti è vero, anche se lì quel pensiero non viene sviluppato rispetto all'albo di Recchioni e sembra utilizzato più che altro come base di partenza per raccontare una vicenda autoconclusiva (almeno apparentemente).
Negli altri tre albi, comunque, i collegamenti col discorso socio-etc.-etc. di cui sopra sono del tutto marginali.


Beh, la Barbato è stata coinvolta nelle scelte del nuovo corso fin dall'inizio e firma ben 7 storie su 14 del ciclo della meteora. Tutto sommato la possibilità di osare di più con la continuity c'era (e c'è).

[Stavolta io e wolkoff ci siamo scambiati i ruoli, mi sa. ]


Nessuna delle due definizioni mi convince, ma la prima mi convince meno della seconda.
Potrei dirti che per me il genere di Dylan è la commedia nera surreale con venature horror, ma anche così lasceremmo fuori un'infinità di albi.

Ricordati che giorno è oggi... ehhmmm, jeri, visto che abbiamo passato da poco la mezzanotte.

A parte le foolish pesciate primaverili, non credo che un'individualista tipo la Barbato sia l'ideale nel lavoro di gruppo, per come concepisce le storie e per linea di pensiero. Ci sta provando, e gliene va dato atto. Con risultati altalenanti, ma questo era prevedibile. Di certo lo spunto originale di ogni sua storia - tranne forse Mai più ispettore e quella vaccata delle Ceneri... - nasce dalle sue corde e non dai parametri della meteora, a cui successivamente vengono adattate.

Prossimamente questo fattore "m" aumenterà in modo proporzionale perché l'impatto con la terra sarà sempre più imminente, ma non credo dobbiamo aspettarci già a 9 mesi di distanza storie mono-focalizzate sulle vicende della meteora, come singoli capitoli di una narrazione diffusa. L'autonomia del singolo albo verrebbe a rimetterci troppo, e lo svincolamento del lettore spaesato dietro l'angolo... a cui magari non interessa sapere come finirà questa storia del corpo celeste, ma godere semplicemente di un albo col botto... più terreno.