**POSSIBILI SPOILER**MUSICA PER CORPI FREDDI
Una storia che non mi ha riscaldato per nulla, pur essendo poco più di una minestra riscaldata.
Un
freddo 6 di corpo o poco più come voto, ma solo perché ai testi da
5 - si affiancano dei disegni da
7 1/2.Per questo grandi complimenti al giovane e promettente
Giordano, che davvero mi ha stupito per il suo bellissimo tratto
napoleonico - un mix tra Ambrosini, Del Vecchio ed il vecchio Ornigotti. Dateje una storia più noir e questo secondo me farà il botto
Unico veniale appunto, la scomposizione dei cadaveri da cui si capisce pochissimo il
trait d'union della croce capovolta.
Passando alle vicende, siamo all'ennesima ghost-story in salsa simeonesca che presume nel lettore un livello medio di boccalonaggine tra l'infantile credulanza stile bimbominkia o il rincoglionimento da Alzheimer precoce, per tutte le cialtronate messe in fila onde arrivare (con una presunta logica) al suo obiettivo narrativo, abbastanza deludente già di suo. Difatti la parte peggiore, a livello di tenuta, è senza dubbio quella in cui Dylan prova a ricostruire il legame posticcio e campato in arie(meteorica?) tra Lynch ed il Reverendo (due fantasmi uno sull'altro) che tracima nel paraculismo sovrannaturesco (pp. 248-49), per una parte determinante del soggetto legata qui con lo sputo di acaro, e che diventa quasi superflua alla fine.
Per i punti positivi, bene la scena iniziale con la centralinista, perché sa trasmettere davvero il brivido in diretta. Non ho capito perché non rappresentare il terzo omicidio (p.230), invece di sprecare tutte quelle vignette per le tante chiacchiere sparse altrove. Apprezzabile anche il mancato omicidio di Tuber Kid per beghe condominiali, con ironia di contorno
La storia vive in pratica
della simbiosi Dylan-Bloch: per quanto spesso rimpianga questo tipo di interazioni sulla regolare, mi sembra che qui si sia esagerato (fino allo stufante) nel gomito a gomito, paginaXpagina, rapportoXrapporto, come nella facilità con cui Dylan si faccia coinvolgere con nonchalante leggerezza, mentre Bloch gli permette sopralluoghi a gogo inquinando le scene dei delitti. E tra l’altro Dylan fa sempre la parte un po’ spocchiosa del flemmatico saputello… disinteressato agli eventi, che partecipa al tutto un po’ per hobby, a suon di botte di culo clamorose
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Inverosimile sino alla cialtronaggine gratuita
Bloch ex-rockettaro retrodatato, per effetto a-temporale di una testata vecchia 30 anni e passa... nel senso che per uno Sclavi che scriveva negli anni '90, l'aspirante-pensionato Bloch al massimo poteva mugugnare qualcosa a favore di Gigliola Cinquetti, come gusti musicali
Simpatico tutto il sottobosco musicale collegato al mondo dei bootleg, masters, reunion, etc, in un epoca di Old Boys tormentati dal web, sempre tra i piedi anche per la musica. Comunque onore al Dylan vintage il cui mangianastri mi ricorda la fine fatta da alcune mie cassette nel primo storico autoradio…
Non male il rapporto tra Leesa ex-rockstar fricchettona scorbuticamente in bolletta ed il suo agente… molto male tutta la faccenda della scaletta del concerto che dipendeva da un pezzo ancora inedito (in teoria) e su cui l’impresario puttaniere s’impunta senza un motivo credibile pur non avendolo mai sentito. Il tutto con la conseguenza caparbia di metterlo in sottofondo durante un
live (p.278), motivo da scagliare pomodori marci (o olive da cocktail, visto l’élite dei presenti) contro il palco dopo aver pagato il biglietto.
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Mi è piaciuto parecchio il fosco racconto rurale di vita Amish col reverendo Jordan protagonista (pp.242-47) anche se la fortuna sfacciata con cui Dylan trova il cimitero in via d’impollinazione meriterebbe un’impallinazione per lo sceneggiatore. Debolissimo, se non puramente decorativo, il legame degli omicidi con il simbolo della croce capovolta.
Quando ho letto la fessata (p.234) del matrimonio evento a cui parteciparono Lennon, Jagger, Hendrix ed il giovin Bowie, più che ad una Woodstock nuziale ho pensato all'imitazione di
Malgioglio contaballe (
made in Max Giusti) quando narra delle sue gite avventurose esordendo "
eravamo io, Osvaldo Bevilacqua, Marta Marzotto, Awanagana, ed il parrucchiere di Boy George…"
Ennesimo refuso da revisori mortidesonno (pp.228 e 29) quando non si capisce se Leese era sulla cresta dell'onda negli anni '70s o '60s, come abbastanza ridicolo il
modus agendi di Virgyl-mandante del furto su commissione, che poi sputtana tutto sul concerto in anteprima a Dylan (mentre indaga) e gli dice pure dove risiede Leesa
Abbastanza insipida e telefonata tutta la parte finale della vendetta di Lynch-spettro-posseduto-da-nantro-spettro-cioè-Rev.Jordan, che si spegne con una chiusa didascalica e lineare di generale sconforto per il lettore mediamente annojato. Senza contare l'idiozia del goffo tentativo d'improvvisare un controfinale beffardo di stampo chiaverottesco, quando non c'è ragione dopo la morte di Leesa per cui Lynch (già bello che soddisfatto poche vignette prima) torni a far strage in base al nastro.
'A Giggio, lasse perde, non è roba ppe ttè.
Riavvolgendo il nastro
mi auguro di aver concluso con Simeoni per il 2018. E se si parla di qualche sua storia da riesumare, spero vivamente rimanga negli archivi il più possibile e non circoli in forme piratate dopo furti su commissione.
ALOHA ON TOUR, VOTE FOR YOUR OWN SET LIST!