STORIA E STORIE DI FANTASMI E DI FAMIGLIAVoto 7 alla storia, 7 ai disegni.
Riccardo Secchi lo conosco solo da qualche lavoro disneyano che ho letto. Mi sembra abbia un certo talento da narratore, non di genere, ma generale, l'ho notato per come si concentra qui sul narrare situazioni e personaggi, anche a costo di sacrificare effetti più horror (questo a qualcuno potrebbe piacere meno). C'è del fantastico, c'è del macabro, ma sono affluenti di un unico fiume narrativo dove Dylan Dog è il principale battelliere (ogni tanto è lui a manovrare, ogni tanto si lascia trascinare dalla corrente).
PUÒ SEGUIRE QUALCHE S P O I L E RDa una storia in cui già dalla terza vignetta campeggia il nome MONTAGUE mi aspetterei che sia una storia di fantasmi (Montague Rhodes James conosciuto semplicemente come M. R. James, famoso autore di Ghost Stories) e così è, palesemente, da quello evocato dalla Trelkovski e che Dylan continua a vedere e seguire (accettandolo semplicemente senza sentirsi in dovere di precisazioni scettiche, ogni tanto è bello anche così
) ai fantasmi di epoche trascorse, di stragi del passato (qui per fortuna invece di replicare i crimini di allora i quattro travestiti da Beatles si macchiano più che altro di furto di cadaveri), della memoria insomma e di una famiglia in particolare, quella dei Montague; fantasmi come ossessioni nella mente di Sir Gill. L'altro tema portante è quello della famiglia, inaspettatamente si direbbe in una storia del genere, famiglie particolari come la Manson family o quella assente di Dylan (piuttosto toccante quando ne parla col vecchio Gill), più tradizionali come quella rappresentata dalla poliziotta alla
Fargo o da ricomporre nella morte come la Montague, scopo maniacale sentito come legittimazione postuma da un figlio illegittimo.